Site icon La Stanza del vino

Jamie Goode, i wine blogger e i bancali

L’incipit è perentorio, una di quelle frasi da scolpire su una lapide a futura memoria ed è dell’autorevole giornalista inglese Jamie Goode: “Il blogging è morto, le persone hanno compreso che  il blog è solo uno dei tanti strumenti di comunicazione. Io bloggo ma non sono un blogger”. Ho voluto citare Goode perchè in questa estate infernale in rete si sta dibattendo, con toni piuttosto accesi, sull’etica di coloro che gestiscono un sito che parla di vino. La parola etica, se hai un minimo di senso civile, ti fa scattare sempre un campanello d’allarme. Inizi a pensare, in una sorta di auto analisi, dove ti collochi tu, iniziano insomma tutta una serie di domande esistenziali. Così, riflettendo, mi è sorta questa domanda: “Chi scrive di vino in Internet, quanti bancali di vino è in grado di movimentare? Mi spiego: a qualche ora dall’uscita del suo post, le mail o il fax del produttore che ha recensito (positivamente ovviamente), sono intasate di richieste d’acquisto? Se così fosse, se chiunque, dallo scribacchino al guru, fossero in grado di movimentare un numero importante di cartoni , sarebbe opportuno  istituire subito una sorta di Antitrust.  Deve essere tutto trasparente. Va detto come hai avuto la bottiglia, se è un campione o se l’hai pagata, ma anche in che rapporti sei con il produttore: se se siete estranei, solo amici o se ci vai a letto insieme. Oppure per le manifestazioni alle quali presenzi, devi dire se ti hanno accreditato, oppure se hai pagato, e poi come ci sei arrivato, con mezzi tuoi? La benzina te la sei pagata?  Sono venuti a prenderti in limousine? E l’albergo? Era a tue spese, te lo hanno pagato e in camera hai trovato anche un omaggio? Ho come l’impressione che spesso si faccia di tutto per parlare del buco e molto poco della menta intorno e che in questi anni di frenesia da web 2.0 abbiamo perso un po’ tutti il contatto con la realtà. Certo per alcuni è lavoro, per altri è solo hobby, impegnativo ma sempre hobby. Però la domanda resta e ve la pongo: qualcuno mi sa dire quale tra i migliori critici, il più influente, il più bravo, appena apre bocca o scrive una parola, quanti bancali di vino movimenta?

Exit mobile version