Emanuele Giannone per La stanza del vino
Ripasso telegrafico: storia di alcune bottiglie austriache, dono di Helmut Knall: scrittore, giornalista, consulente enogastronomico e genius dietro wine-times.com, italofilo e amante del vino – Amarone su tutti – nonché di antipasti, cicheti e primi. Knall, il suo cognome, equivale in italiano a botto e il composto Knallbonbon significa petardo. I primi due petardi sono già scoppiati (qui il link 1 e qui il link 2). Accendiamo la miccia del terzo.
Wiener Trilogie 2009 Wieninger.
Dici “Trilogia Viennese” e pensi, che so, a un estratto dalla produzione sinfonica di Mozart, o a Klimt, Kokoschka e Schiele secessionisti, o ancora al formidabile attacco a tre punte, Berg-Schönberg-Webern, della formazione degli atonali. E invece no: la Trilogia è un vino di Fritz Wieninger, vignaniolo con 45 ettari di vigneto (e una veduta favolosa) sui due colli del Bisamberg e del Nuβberg sopra Vienna. Più rossi che bianchi, vinificazioni separate per assecondare la diversa vocazione delle diverse parcelle, conduzione biodinamica dal 2006, anno successivo a quello in cui, come spiega lo stesso produttore, “… avevo affrontato condizioni meteorologiche avverse con il ricorso abbondante a fitofarmaci, ma con scarso successo. Decisi quindi di adoperarmi per sviluppare le capacità naturali di autodifesa delle viti, comprendendo infine che la chiave è il suolo. Per cominciare, adottai la policoltura in luogo della monocoltura della vite, dando vita a un ecosistema funzionante […] Al centro della nuova ispirazione non sono le alte rese ma la salute e le difese naturali delle viti, così come la qualità deIle uve e dei vini. Biodinamica significa in buona sostanza compresenza di più specie e varietà, quindi ecosistema complesso e in equilibrio; e ricchezza di humus e microorganismi nel terreno… “.
Le uve della Trilogia Viennese provengono dal Bisamberg, collina che digrada verso il Danubio a Nord della città. Il suolo in löss, sabbioso e quindi molto sciolto, sovrastante un massiccio calcareo, è ideale per vini freschi e fini, dai sentori spiccati di frutto e connotati da acidità salienti. La 2009 è un taglio di Zweigelt (70%), Merlot e Cabernet Sauvignon (15% entrambi). La raccolta delle diverse varietà si estende dalla metà di settembre alla fine di ottobre. Esaurite le fermentazioni separate in fusti di rovere e acciaio a seconda delle varietà, i singoli vini maturano in barrique (20% nuove) per circa 20 mesi e vengono assemblati per un ultimo, breve passaggio prima dell’imbottigliamento.
La vivacità aromatica dello zweigelt, specie nel ricco corredo vegetale, con un quid di sostanza e profondità in più conferito da merlot e cabernet sauvignon. Il ventaglio olfattivo è molto ampio e variegato, con una cornucopia piccoli frutti rossi freschi insieme a muschio, peperone, felce, erbe amare, alloro e rose. Al palato i tratti distintivi sono la succosa pienezza del frutto, con amarena e ribes nero in evidenza, e la freschezza che assicura tensione e slancio. Il vino è dinamico, coinvolge per il passo leggiadro e il corpo proporzionato, essenziale; la dentelle di tannini piccoli e morbidi cadenza lo sviluppo e contribuisce all’agilità della beva. Lungo e freschissimo il finale con il frutto ancora in evidenza e un elegante ornato di erbe e fiori. Il legno è completamente riassorbito e si ricorda forse solo nelle note fievolissime di legno di rosa e chiodo di garofano. Alcol 13%. Cifra di grazia, definizione aromatica e naturale finezza.