di Irene Graziotto
Un evento, quello del Soave Versus, che ha saputo affinare la propria formula, diventando appuntamento di successo, soprattutto nella capacità di avvicinare il grande pubblico al vino bianco veronese con ben 4 mila presenze registrate.
Tre giorni al Palazzo della Gran Guardia che grazie alla sua posizione centrale riesce a catturare non solo enoappassionati locali ma anche turisti che sono in città e che, al prezzo di 15 euro, si concedono una giornata di assaggio. Girando fra i banchetti sono tanti gli accenti stranieri che si sentono, per lo più anglofoni, ma anche qualche tedesco e qualche asiatico.
Capita infatti che a vincere il contest #SoaveForYou lanciato da Ais su Instagram sia una coppia americana di San Diego confermando così la vitalità del Soave anche sui social grazie ai quali si sta avvicinando al pubblico dei Millennials – caso più unico che raro di denominazione in Italia che abbia intrapreso un intenso percorso di promozione in tal direzione.
La formula funziona grazie anche al connubio gastronomico, con la presenza di grandi firme della cucina oltre a volti noti della televisione, da Giancarlo Perbellini a Debora Vena, da Renato Bosco a Francesca Marsetti a Alessandro Scorsone.
Stimoli interessanti sono arrivati dall’incontro di apertura sul valore del territorio per il Soave. E se da un lato l’onorevole Massimo Fiorio, vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati, sottolinea come nel Testo Unico il primo articolo tratti di territorio e il secondo di autoctoni, Luciano Ferraro del Corriere della Sera porta l’attenzione sui piccoli vignaioli, gli “angeli matti” come li definiva Veronelli, e la necessità di tutelarli. (L’intero intervento di Ferraro si può vedere a questo link).
Begli assaggi, temperature di servizio ottime pur con il caldo ancora importante e il grande afflusso di gente; fattori non secondari per la riuscita di un evento, e qui un plauso va a tutto il personale che ha lavorato per la riuscita della manifestazione. Non ultima, sopresa tra le soprese, anche la capacità dei vignaioli di gestire la freschezza anche in un’annata calda come la 2015.
Nel frattempo, il Consorzio ha fatto il punto della situazione sulla vendemmia imminente.
L’annata 2016 si distingue per l’assenza di fenomeni grandinigeni, l’elevata sanità delle uve, l’equilibrio vegetativo delle viti, le produzioni non esuberanti, un quadro compositivo delle uve nella media delle ultime annate per zuccheri e acidità, ma con ottime opportunità qualitative per gli altri componenti.
Il quadro analitico delle uve in vinificazione ci porta ad attendere vini più “classici” e quindi probabilmente più sapidi e floreali. In tale quadro stagionale si è inserita la decisione del Consorzio, condivisa dal consiglio e dalla base sociale, di limitare le rese per il Soave ed il Soave Classico, a tutela del valore oggi percepito della produzione.
Ad oggi la denominazione conta 5.600 ettari di vigneto di cui 4.400 a Soave DOC e 1.200 a Soave Classico per un totale di 430.000 ettolitri di vino a fronte di circa 55 milioni di bottiglie che racconteranno in tutto il mondo la qualità di questa annata.
A seguire l’andamento vegetativo in dettaglio: l’inverno 2015/2016 non è stato particolarmente ricco di piogge, escluso il mese di febbraio, con temperature al di sopra della media storica. La stagione ha fatto registrare un avvio ottimale della fase vegetativa per la garganega, il vitigno a madre del Soave, con un germogliamento in anticipo di qualche giorno. Anche nel mese di maggio la situazione meteorologica si è mantenuta ottimale. La fioritura in giugno ha invece risentito delle temperature al di sotto della media e dell’elevata piovosità nei primi 15 giorni del mese, causando acinellature che hanno influenzato la conformazione dei futuri grappoli. Dal punto di vista sanitario alcuni areali hanno presentato problemi di oidio e peronospora, superati però con l’andamento del mese di luglio che è stato caratterizzato da temperature non eccessivamente elevate, ma anche da un’assenza completa di piogge. Le precipitazioni si sono manifestate con buona regolarità dai primi di agosto, accompagnando il vigneto verso una maturazione completa e ottimale.
L’annata 2016 si potrebbe definire come una sintesi delle due stagioni che l’hanno preceduta: da un lato l’ottimale gestione delle emergenze sanitarie, con trattamenti quasi ai limiti storici, sulla scia di quanto fatto nel 2015; dall’altro le abbondanti piogge di giugno e di agosto che hanno agevolato la normale attività fotosintetica e vegetativa della garganega.
Ottime anche le escursioni termiche tra il giorno e la notte, nel periodo finale di maturazione della garganega, che favoriscono la formazione di interessanti bouquet floreali.