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La Puglia in movimento

Di Irene Graziotto

La curva di sviluppo della Puglia è in netta ascesa. La regione è infatti fra le realtà che più si sono trasformate nell’ultimo decennio. Il salto qualitativo che la Puglia ha saputo fare a livello enologico la rende infatti oggi una delle mete più interessanti per l’enoturista – non è un caso che nel 2013 sia entrata fra le Top 10 wine destinations di Wine Enthusiast. Le masserie proliferano, la conduzione delle stesse è svolta da personale preparato e da un gruppo manageriale che si forma spesso al nord e che è perfettamente consapevole dei punti di forza del territorio, vino incluso – ricordo fra gli altri la bella esperienza a Masseria Bagnara con una cantina di livello e uno sguardo lungimirante nella gestione dell’offerta.

A questo si aggiunge la bellezza del territorio e l’ampia scelta enogastronomica che ha portato il National Geographic a decretarla, nel 2016, la più bella regione al mondo. E ad essere scelta da vip come Ivanka Trump, e non solo, come meta turistica – qualcosa che solo dieci anni fa sarebbe parsa inimmaginabile.

Ebbene la Puglia si muove. Ne avevo già parlato due anni fa in occasione di una visita nella regione e ne sono sempre più convinta. Le manifestazioni si moltiplicano e si fanno internazionali, grazie alla presenza di figure di rilievo (vedi Radici del Sud), gli articoli delle testate estere che contano si duplicano, gli investimenti raddoppiano – sono tantissime le aziende site in altre zone d’Italia che hanno iniziato a produrre anche in zona (Antinori con la Tormaresca, Tinazzi con Feudo Croce e Cantine san Giorgio) –  l’interesse dei mercati si fa vivo, soprattutto quelli dell’Europa Centrale come testimoniato anche da anche Othmar Kiem durante Vinibus Terrae.

Vinibus Terrae è una nuova vetrina del vino pugliese pensata e ideata lo scorso luglio dal Consorzio  Discovery, un altro esempio virtuoso di sensibilità imprenditoriale regionale. Virtuoso in primis perché parte da una consapevolezza e successiva volontà di fare sistema fra comparti anche molto diversi. Il Consorzio nasce infatti da una quadruplice alleanza fra Teo Titi, presidente sezione Turismo Confindustria di Brindisi, da Pierangelo Argentieri, vice presidente della Federalberghi di Puglia, da Giuseppe Danese, alla guida del distretto nautica pugliese e Luigi Rubino alla guida di Tenute Rubino. Virtuoso in secundis perché inteso a sviluppare anche quelle zone meno battute della Puglia, nell’ottica che una ricchezza a spot non giovi a nessuno nel secondo tempo.

Parte da qui la volontà di rilanciare Brindisi, dotata già di qualche anno di una passeggiata lungomare di grande piacevolezza che ha ridato alla città un proprio spazio, a servizio della comunità – un fattore non secondario, questo della bellezza, chiaro a Peppino Impastato che infatti sosteneva come se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà” ma ben presente anche a personalità come William Bratton e Rudoplh Giuliani che negli anni Novanta fecero di tutto per arginare gli effetti “finestre rotte”.

Vinibus Terrae ha saputo smuovere ulteriormente le acque (è il caso di dirlo) di Brindisi, una città che altrimenti passa inosservata, “un po’ come Vicenza, stretta fra Verona e Venezia” ha commentato Gianfranco Vissani durante la conferenza di apertura. Obiettivo dell’evento: “creare una destinazione” nuova, affermano gli organizzatori, rafforzando quel legame col vino che è già esistente ma poco comunicato. La prima Doc della Puglia è appunto la Doc Brindisi.

I dati emersi durante la conferenza di apertura di Vinibus Terrae, che ha visto la partecipazione via video del ministro De Castro e de visu di Dario Stefano, sono impressionanti: se nel 2009 l’imbottigliato di qualità coprova solo il 19%  della produzione, nel 2014 tali cifre si aggiravano giù sul 70%. Se fino a due decenni fa nei depliant della Puglia si vedevano piscine anonime, cocktail e avvenenti figurini femminili, oggi la promozione pubblicitaria punta su alberelli, ulivi, scorci riconoscibili.

L’evento di giugno ha saputo coinvolgere e aprirsi anche alla città: non capita spesso di vedere negozio dopo negozio l’insegna di un evento legato al vino. Presente tutta la filiera: dalle 30 aziende vinicole disposte sul lungomare al consumatore finale (con una forte presenza giovanile, grazie anche ad una ricetta spigliata) passando dal consumatore esperto ai giornalisti ai sommelier che hanno partecipato alle tre Masterclass di livello organizzate da AIS Puglia e guidate da Giuseppe Baldessarre. Tre i focus: Puglia del Nord e Daunia, Murgia e terra di Messapia e, infine, Salento, dove ha trovato posto anche l’intervento dei vari produttori – un modo lungimirante di dare voce ai protagonisti di questa piccola rivoluzione enologica chiamata Puglia che negli ultimi anni ha fatto passi da gigante.

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