• Consorzio Valpolicella e Famiglie storiche: torna il sereno

    Consorzio Valpolicella e Famiglie storiche: torna il sereno

    Un comunicato scarno di poche ma significative parole, a firma dei due presidenti Cristian Marchesini e Pierangelo Tommasi, sancisce la fine del contenzioso tra il Consorzio Valpolicella e le Famiglie Storiche, questo il testo integrale:

    Il Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella e la società Famiglie Storiche comunicano di avere definito ogni contenzioso tra loro pendente, avente ad oggetto l’utilizzo della Docg “Amarone della Valpolicella”. Consorzio e Famiglie Storiche condividono l’obiettivo di agire, ciascuno per quanto di propria competenza, per lo sviluppo della Docg “Amarone della Valpolicella” e delle altre denominazioni della Valpolicella, favorendo un clima di equa competizione tra produttori, rispetto reciproco, collaborazione e dialogo; ribadiscono l’importanza della difesa della Docg “Amarone della Valpolicella” e delle altre denominazioni del territorio e della loro promozione in Italia e all’estero, con l’obiettivo di favorire la loro conoscenza e di consolidarne il successo, nell’interesse di tutta la collettività.

  • Tutto pronto per Rosso Morellino

    Tutto pronto per Rosso Morellino

    Ancora pochi giorni a “Rosso Morellino”, l’evento più prestigioso dedicato alla conoscenza della denominazione che da quest’anno si svolgerà in due giornate entrambe confermate anche in caso di maltempo. Il Consorzio di Tutela Morellino di Scansano infatti ha deciso di aprirsi al grande pubblico, a cui dedicherà la giornata inaugurale del 14 maggio con un appuntamento che vedrà protagonisti i produttori, in un importante banco d’assaggio, e il concerto di Joe Bastianich & La Terza Classe. Confermata anche la parte dedicata agli operatori del settore, che si svolgerà lunedì 15 come di consueto presso le ex scuole elementari di Scansano, con approfondimenti e masterclass che metteranno in risalto le tipicità del Sangiovese della Costa Toscana.

    Domenica 14 maggio: il grande banco d’assaggio e il concerto di Joe Bastianich & La Terza Classe

    È la novità di “Rosso Morellino” 2023. Il sipario sull’evento che celebra la denominazione si alzerà domenica 14 maggio all’Aeroporto Militare Corrado Beccarini di Grosseto (in Via Provinciale Castiglionese, 70). A partire dalle ore 18.00 il 4° Stormo diventerà il luogo d’eccezione della prima giornata dell’evento. Qui sarà, infatti, allestito il Salone a cielo aperto del Morellino di Scansano dove oltre 40 aziende, ognuna con il proprio banco di assaggio, accoglieranno il pubblico per favorire la conoscenza delle tipicità di questo grande rosso toscano. Un’occasione unica per conoscere, attraverso le versioni Annata e Riserva, le sfumature del Sangiovese della Costa Toscana. Alle 21.00 spazio alla grande musica dal vivo con Rosso Morellino che ospiterà la data di esordio del tour 2023 di Joe Bastianich & La Terza Classe. Questo progetto nasce dalla passione sconfinata di Joe Bastianich per la musica rock, blues, soul e folk americana, che lo ha portato al sodalizio artistico con La Terza Classe, una delle poche realtà musicali italiane che sin dalla sua nascita si occupa di ricercare e di comporre musica ispirandosi al folk americano. Bastianich, oltre ad essere uno dei maggiori imprenditori della ristorazione italiana nel mondo, è anche un produttore di Morellino di Scansano: la sua passione per questa zona della Toscana, infatti, ha portato la sua famiglia oltre venti anni fa a dar vita al proprio progetto produttivo con l’obiettivo di far scoprire la grandezza enologica di quest’area della Maremma.

    Ci sarà la possibilità anche di gustare alcuni prodotti gastronomici grazie alla presenza di food truck.

    La serata è garantita anche in caso di pioggia e avrà luogo presso l’Hangar dell’Aeroporto Militare.

    L’evento è gratuito con posti limitati. Per accedere è necessaria la prenotazione esclusivamente su circuito Evenbrite a questo link: https://bit.ly/RossoMorellino_14maggio_JoeBastianich-LaTerzaClasse_BancoAssaggio

    ed è obbligatorio rispettare le disposizioni dell’Aeronautica Militare indicate.

    Lunedì 15 maggio: la giornata dedicata agli operatori del settore

    Il lunedì si svolgerà la consueta giornata dedicata agli operatori del settore. Il programma inizierà con il Walk Around Tasting. Dalle ore 11 sino alle ore 18 al piano superiore dell’ex Scuole Elementari di Scansano, in via XX Settembre, 30, sarà presente un’ampia selezione di Morellino di Scansano in degustazione libera.


    Previsti anche due momenti di approfondimento con una degustazione alla cieca alla scoperta delle differenti espressioni di Morellino condotta da Andrea Gori e Leonardo Romanelli, che vedrà la partecipazione di Joe Bastianich, alle ore 10.45, e una masterclass di approfondimento sempre condotta dai due critici e giornalisti enogastronomici, alle ore 15.

    Dalle 12.30 alle 14.30 sarà inoltre aperto un buffet con assaggi di prodotti tipici del territorio in abbinamento al Morellino.

    La partecipazione a questa giornata è gratuita ma l’accesso, così come la partecipazione ai due momenti di approfondimento, è consentito solo previo accreditamento sempre tramite Eventbrite, al seguente link https://bit.ly/RossoMorellino_15maggio_Masterclass_WalkAroundTasting.

  • Al via la 97^ Mostra dei Vini di Bolzano

    Al via la 97^ Mostra dei Vini di Bolzano

    di Luciano Pavesio

    Bolzano, città del vino: una costellazione di etichette rinomate, di cantine storiche caratterizzate però da uno spirito moderno, saranno riunite per dare vita alla più antica manifestazione enologica dell’Alto Adige, la Mostra Vini di Bolzano, giunta alla 97^ edizione, in programma dal 20 al 23 aprile.

    La location di Castel Mareccio è senza dubbio tra i più affascinanti ed espressivi nel cuore della città di Bolzano. 

    Alla mostra saranno presenti una quarantina tra le più note cantine sociali della provincia, così come piccoli ma blasonati produttori, che vantano una lunga tradizione, uniti a cuochi famosi, sommelier, produttori di eccellenze gastronomiche, e molto altro.

    Gli appassionati del vino avranno la possibilità di degustare oltre 180 etichette delle regioni vinicole di Bolzano e dintorni, Oltradige e Bassa Atesina, della Valle Isarco, della Valle d’Adige, di Merano e del Burgraviato, con la Toscana regione ospite, serviti direttamente ai tavoli, mentre per approfondimenti si potrà partecipare ai seminari tenuti da esperti (per prenotare i tavoli e i seminari rivolgersi al numero +39 349 268 0028 (dal lunedì al sabato; ore 9-12 e 15-18).

    La Mostra renderà omaggio ai 100 anni del Santa Maddalena, vino versatile ma allo stesso tempo fresco ed elegante principalmente a base di vitigno Schiava.

    Già gli avi degli attuali viticoltori bolzanini avevano riconosciuto la necessità di salvaguardarlo e, a tale scopo, il 19 marzo 1923, avevano fondato la “Cooperativa viticoltori Santa Maddalena a r.l.”, trasformatasi nel tempo nel “Consorzio di Tutela del Santa Maddalena”, di cui si celebra il centenario.

    Per questo motivo il tradizionale nettare locale avrà un ruolo di spicco nell’attuale edizione della Mostra Vini di Bolzano, dove gli saranno dedicati un intero stand e una masterclass.

    Maggiori e dettagliate informazioni sul sito https://www.bolzano-bozen.it/it/eventi/mostra-dei-vini.html

  • Vernaccia di San Gimignano Wine Fest

    Vernaccia di San Gimignano Wine Fest

    Il Consorzio del vino Vernaccia di San Gimignano organizza sabato 3 e domenica 4 giugno il festival Regina Ribelle – Vernaccia di San Gimignano Wine Fest.

    Si tratta della prima edizione di un evento pensato e realizzato sul territorio e interamente dedicato allo storico grande vino bianco di Toscana. Un evento di riferimento sul territorio voluto dal Consorzio e dai produttori – i Paladini della Regina Bianca – per consentire a pubblico, wine lover, appassionati e operatori di settore di assaggiare, all’inizio della stagione estiva, la Vernaccia di San Gimignano nei luoghi in cui la sua storia secolare è iniziata e continua.

    Il programma prevede due giorni di percorsi di degustazione itineranti per il centro storico della città, l’incontro con i produttori della Vernaccia di San Gimignano, e wine tasting guidati alla Rocca di Montestaffoli, sede della Vernaccia di San Gimignano Wine Experience.

    Il Festival sarà aperto nel pomeriggio di sabato 3 dal convegnoAmor che de la vite cola”, in cui verranno affrontati i temi della sostenibilità, salute, territorio e cultura. La serata culminerà nella Cena di Gala nel suggestivo Chiostro di Sant’Agostino, con un menu dedicato alla Vernaccia di San Gimignano a cura dello chef stellato Vito Mollica, di Chic Nonna, Firenze.

    Non mancherà l’appuntamento per i più giovani con l’aperitivo serale e il DJ set alla Rocca di Montestaffoli e l’animazione nelle piazze e nelle vie del centro storico.
     
    Durante l’evento i ristoratori della città proporranno inoltre il “Menu della Vernaccia di San Gimignano” con un abbinamento appositamente studiato fra cibo e vino, mentre le enoteche resteranno aperte per gli acquisti.

    QUI il programma dettagliato

  • Abbazia di Novacella: il nome della vigna

    Abbazia di Novacella: il nome della vigna

    Sono un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore. Con queste parole, il 19 aprile 2005, Benedetto XVI si presentava al mondo, salendo al soglio pontificio. È indubbio, al di là della posizione personale di ciascuno nei confronti della fede, che queste parole, cariche di simbolismo religioso, comunichino con grande forza, l’importanza del vino per la Chiesa. Emblema supremo dell’eucarestia, il vino, per ragioni molto pratiche, sia di natura economica, sia legate alla necessità dell’ autosufficienza, veniva prodotto dai frati proprio in quelle vigne del signore racchiuse nei recinti di monasteri, abbazie e conventi. Dobbiamo molto a quei frati in termini di conoscenza e sviluppo dei sistemi di allevamento della vite, tecniche di vinificazione, tramandate nei secoli e che ancora oggi esistono e resistono in quei monasteri che, con grande sapienza, hanno saputo mantenere una rilevante attività agricola di cui il vino è parte integrante.

    Un esempio tra i più importanti in questo senso è l’Abbazia di Novacella che può vantare una delle cantine in attività fra le più antiche al mondo. Fu fondata nel 1142 dal vescovo di Bressanone, il Beato Hartmann, e da allora il monastero è rimasto sotto la guida dei canonici agostiniani che oggi curano 22 Parrocchie e sono responsabili per il mantenimento e lo sviluppo di tutte le attività dell’Abbazia. La fondazione del monastero di Novacella risale all’anno 1142, quando i ministeriali del Capitolo di Bressanone Reginbert di Saben e la consorte Cristina misero a disposizione del vescovo i loro averi, che vantavano già svariati vigneti. A seguito di donazioni, lasciti, acquisti e permute, l’Abbazia andò impossessandosi di un cospicuo patrimonio di vigneti al punto che già nel 1177 il pontefice Alessandro III riconobbe al monastero la proprietà di terreni a vigneto situati nelle immediate vicinanze del complesso monastico.

    I  vigneti si estendono dai 600 metri di quota del convento fino ai 900 m sul livello del mare. Le uve raccolte in questi terreni vengono lavorate da sempre nella cantina di proprietà dell’Abbazia. Questa zona di coltivazione che è la più settentrionale a sud delle Alpi, è terroir d’elezione per le uve a bacca bianca quali Sylvaner, Müller-Thurgau, Kerner, Grüner Veltliner, Pinot Grigio, Riesling e Gewürztraminer. I rossi dell’Abbazia di Novacella maturano invece a Bolzano ed a Cornaiano. Già all’inizio del XVII secolo il prevosto Markus Hauser aveva acquistato nella Conca di Bolzano i vigneti che ancor oggi sono di proprietà dell’Abbazia di Novacella. Una decisione di acquisto, la sua, che si dimostrò alquanto lungimirante, esattamente come l’acquisizione della tenuta Marklhof a Cornaiano all’inizio del XX secolo.

    Su questi eccellenti terreni si coltivano oggi le varietà Edelvernatsch (Schiava gentile), Pinot Nero, Lagrein e il dolce Moscato Rosa. Nella Mescita dell’Abbazia è possibile degustare i vini prodotti, anche in abbinamento ad una tipica merenda tirolese, nell’enoteca invece è possibile acquistare oltre ai vini, vari prodotti della casa come grappe e distillati, succhi di mela, tisane alle erbe e cosmetici, oltre a numerosi altri prodotti provenienti essenzialmente da monasteri e abbazie di tutta Europa. Abbazia di Novacella propone tre linee di prodotti: la linea classica della Cantina dell’Abbazia di Novacella propone vini dall’eccellente rapporto qualità-prezzo, esportati in più di 40 Paesi in tutto il mondo. Nella linea Praepositus troviamo i vini fatti con le uve provenienti dai migliori vitigni e destinati a lunghi affinamenti in cantina. Infine, la linea Insolitus, lanciata nel 2020, è una sorta di laboratorio dove l’enologo Celestino Lucin, sperimentando con la sapienza del raffinato artigiano, spesso ci regala vini di grande seduzione.

    Werner Waldboth e Celestino Lucin

    Qualche settimana fa, sul finire del mese di marzo, a Varna, in località Novacella, Werner Waldboth e Celestino Lucin, rispettivamente direttore vendite e enologo di Abbazia di Novacella, hanno presentato due nuove preziose gemme che vanno ad arricchire la linea Praepositus, due vini con la menzione della vigna o vigna singola che dir si voglia: l’Alto Adige-Südtirol Valle Isarco DOC Sylvaner Stiftsgarten 2019 e L’Alto Adige-Südtirol DOC Pinot Nero Riserva Vigna Oberhof 2019, la terza gemma invece l’avrebbero presentata alla 55^ edizione di Vinitaly, che giusto una settimana dopo avrebbe aperto i battenti, in questo caso si trattava del Riesling Kabi per la linea Insolitus che però non ho avuto la fortuna di assaggiare a Verona.

    Degustando…

    Alto Adige-Südtirol Valle Isarco DOC Sylvaner Stiftsgarten 2019 nasce dal Giardino abbaziale,“Stiftsgarten”, di Novacella, dove su un terreno ricco di sedimenti glaciali sono presenti uve di Sylvaner in un vigneto che ha più di 50 anni. Posizionato a poco più di 600 metri di altitudine, ha un’esposizione ideale e naturali rese molto basse che danno vita a un vino d’incredibile eleganza e finezza. Fermentazione e maturazione avvengono per il 70% in barrique e per il 30% acciaio, segue un affinamento di due anni prima dell’imbottigliamento, dove sosta ancora 18 mesi prima della commercializzazione per un totale di 1000 bottiglie. L’assaggio di questo vino, potrebbe confermare, senza remore, che i migliori vini bianchi italiani vengono dall’Alto Adige. Olfatto di straordinaria e delicata intensità, fiori di campo, frutta bianca, agrumi. Al palato è ampio, freschezza, slancio e profondità per un vino che il tempo potrà regalare ulteriore magnificenza.

    Alto Adige-Südtirol DOC Pinot Nero Riserva Vigna Oberhof 2019 nasce nel podere Marklhof di Cornaiano, dove invece trova dimora, su un terreno di depositi ghiaiosi-morenici tra i 445 e i 455 metri di altitudine, il Pinot Nero. Dopo la fermentazione alcolica in acciaio e quella malolattica in barrique, il vino matura sempre nelle piccole botti per due anni. Dopo un ulteriore affinamento di 18 mesi in bottiglia viene commercializzato per un totale di 1500. Un Pinot Nero di alto lignaggio. All’olfatto amarena, sottobosco e speziatura. Al palato è vellutato e suadente.

  • Video cartoline da Vinitaly 2023 parte 2

    Video cartoline da Vinitaly 2023 parte 2

    È sempre spassoso leggere i proclami della stampa specializzata in uscita ogni fine Vinitaly che indicano, con granitiche certezze, quali saranno le tendenze di settore per l’immediato futuro e che proprio la fiera veronese metterebbe in evidenza in maniera netta e senza ombra di smentita. Tutto questo fa il paio da un lato, con i comunicati dai toni trionfalistici di chiunque, a vario titolo, vi abbia partecipato e dall’altro, con le cassandre che da anni predicono la fine imminente del modello fiera concepita nella maniera tradizionale. In realtà, anno dopo anno, Vinitaly ritorna monolitica con il suo rutilante mondo e con la prospettiva che cambi tutto, ma poi tutto, o quasi, resta come prima, un rito identitario che si officia ogni anno a Verona, perché infondo Vinitaly è Vinitaly e, passerelle di politici permettendo, i produttori, con i loro vini, sono ancora i protagonisti. Di seguito alcune video cartoline della 55° edizione girate secondo i dettami del movimento Dogma 95 creato da Lars von Trier e Thomas Vinterberg.

    Mattia Vezzola

    Mattia Vezzola è una leggenda del vino, per quattro decadi è stato l’enologo di Bellavista, tra i primi a capire il grande potenziale della Franciacorta, contribuendo alla creazione di vini divenuti iconici per tutta la spumantistica italiana. Senza dimenticare però che Mattia Vezzola è anche produttore in proprio in Valtenesi con l’azienda Costaripa ed è a lui che si deve l’intuizione, nei primi anni Novanta, con la creazione del Molmenti, unanimemente riconosciuto come uno dei più importante vino rosa italiani e non solo, che il concetto di longevità si possa legare anche ad un vino rosè. È stata una grande emozione incontralo a Vinitaly e assaggiare con lui i suoi vini. Il Rosè non è un vino ma un modo di vivere (cit. Mattia Vezzola).

    Francesco Intorcia Heritage

    Ad ogni Vinitaly Francesco Intorcia è in grado di stupirmi e di regalarmi emozioni uniche e per questo gliene sono enormemente grato. La novità 2023 sono i Marsala Underwater. Grazie alla partnership con Jamin Portofino – è uscita sul mercato una preziosa e limitata collezione composta dal Marsala Vergine Riserva 1980, dal Marsala Superiore Oro 2014 e dal Prebritish Heritage, tutti sottoposti ad affinamento subacqueo. A Vinitaly non è stato possibile comparare il Prebritish Heritage Unterwater con il suo omologo cantinato, ma per il Marsala Vergine Riserva 1980 e il Marsala Superiore Oro 2014, è stata una sorta di shock. I Marsala Underwater, rispetto ai cantinati erano più intensi nei profumi, dotati di una finezza e rotondità al palato davvero unica, provare per credere.

    Manuela Seminara – Tenute Ballasanti

    Manuela Seminara insieme al marito Fabio Gualandris sono i proprietari delle Tenute Ballasanti, nuova realtà etnea con i vigneti situati nei comuni S. Alfio, Giarre, Milo, Mascali e Piedimonte Etneo, tutte località alle pendici della “Montagna”. Il Tenace, da uve carricante in purezza, è un bianco di grande fattura, dinamico, elegante ed espressivo. Una cantina di cui sentiremo parlare.

  • Video cartoline da Vinitaly 2023 parte 1

    Video cartoline da Vinitaly 2023 parte 1

    È sempre spassoso leggere i proclami della stampa specializzata, in uscita ogni fine Vinitaly, che indicano con granitiche certezze, quali saranno le tendenze di settore per l’immediato futuro e che proprio la fiera veronese metterebbe in evidenza in maniera netta e senza ombra di smentita. Tutto questo fa il paio da un lato, con i comunicati dai toni trionfalistici di chiunque, a vario titolo, vi abbia partecipato e dall’altro, con le cassandre che da anni predicono la fine imminente del modello fiera concepita nella maniera tradizionale. In realtà, anno dopo anno, Vinitaly ritorna monolitica con il suo rutilante mondo e con la prospettiva che cambi tutto, ma poi tutto, o quasi, resta come prima, un rito identitario che si officia ogni anno a Verona, perché infondo Vinitaly è Vinitaly e, passerelle di politici permettendo, i produttori, con i loro vini, sono ancora i protagonisti. Di seguito alcune video cartoline della 55° edizione girate secondo i dettami del movimento Dogma 95 creato da Lars von Trier e Thomas Vinterberg.

    Laura Pacelli, marketing ed export manager di Tenute Pacelli, presenta Clara, Metodo Ancestrale a base di uve trebbiano toscano allevato in Calabria a Malvito Contrada Rose. Sarà un grande successo per Tenute Pacelli, anche perché da quelle parti di spumanti se ne intendono, se non avete assaggiato quel gioiellino che corrisponde al nome di Zoe da uve riesling, sempre di derivazione calabrese,  dovete rimediare subito. Clara è per chi cerca una bollicina fresca e sbarazzina.

    Antonio Ciccarelli, responsabile della comunicazione di Tenute Piccini 1882, presenta lo spumante Metodo Classico rosé Chiuse, vendemmia 2018 da uve nerello mascalese, prodotto nella tenuta etnea  Torre Mora a Castiglione di Sicilia.  Sosta 48 mesi sui lieviti ed è stato sboccato a febbraio 2023. La produzione attuale è di 3000 bottiglie. Il progetto finale è quello di portare la sosta sui lieviti a 60 mesi. Sono convinto che sia la strada giusta, lo spumante ne guadagnerà in finezza e complessità.

    Giulio Barzanò che assieme a sua sorella Lucia gestisce a Camignone l’azienda agricola il Mosnel, presenta il progetto Riedizioni, ovvero Franciacorta già presentati sul mercato di cui una piccola parte è rimasta sui lieviti dal 2008 anno del tiraggio e fino al 2022 per poi essere degorgiate e immessa nuovamente in commercio. Classe ed eleganza nel bicchiere, per una delle più importanti cantine della Franciacorta.

  • Andrea Moser lascia Erste+Neue, il testimone passa a Thomas Scarizuola

    Andrea Moser lascia Erste+Neue, il testimone passa a Thomas Scarizuola

    Erste+Neue, storica cantina dell’Alto Adige-Südtirol con sede a Caldaro, e il Kellermeister Andrea Moser, comunicano di aver deciso, a partire dal lunedì 27 marzo 2023, di concludere la loro intensa e proficua collaborazione, iniziata nel 2014.

    I soci e il Consiglio di Amministrazione ringraziano Andrea Moser per il grande impegno svolto quotidianamente in tutti questi anni e gli augurano di conseguire futuri successi nel proseguo della sua carriera professionale. Andrea Moser, grazie al suo decisivo contributo nella valorizzazione dei vini e del marchio Erste+Neue, ha percorso un tratto importante della lunga storia della cantina, oggi sempre più rappresentativa della viticoltura alpina presente sulle sponde del lago di Caldaro.

    Andrea Moser

    Il lavoro svolto in questi anni al fianco di Erste+Neue, a partire dal 2016, è stato non solo intenso, ma entusiasmante e appagante” dichiara Andrea Moser, a conclusione del suo percorso in Erste+Neue. “Ora, per me, è arrivato il momento di misurarmi con nuove sfide. Ringrazio il direttivo e i soci per l’opportunità che mi hanno offerto in questi anni”.

    La direzione di Erste+Neue annuncia che a ricoprire il ruolo di Kellermeister sarà l’enologo Thomas Scarizuola, che da oltre 10 anni fa parte del team della cantina. “È un onore per me, e un’importante responsabilità, guidare in prima persona questa grande famiglia di vignaioli e tradurre in vino i valori del nostro territorio” afferma il nuovo Kellermeister, nato in Alto Adige- Südtirol nel 1989. “Il mio obiettivo è quello di proseguire lungo il percorso della qualità e dell’identità territoriale svolto sino ad ora, accompagnando Erste+Neue verso nuovi traguardi e successi”.

    Thomas Scarizuola

    Erste+Neue nasce dalla fusione nel 1986 di Erste Kellerei, prima cantina sociale di Caldaro nata nel 1900 con Neue Kellerei, cantina sociale nata nel 1925. Erste+Neue rappresenta una delle realtà più storiche ed importanti del territorio altoatesino. I vigneti si estendono dai pendii terrazzati del Lago di Caldaro ad altre zone in altitudine nella provincia Altoatesina, ed i vini prodotti sono riconosciuti per carattere, coerenza stilistica e un timbro alpino di grande freschezza. Due le linee di produzione: una linea classica, e una linea di eccellenza, Puntay, che enfatizza elegantemente le caratteristiche varietali dei vitigni di provenienza. 

  • Brolo dei Giusti: ri-scoprire il Custoza

    Brolo dei Giusti: ri-scoprire il Custoza

    Di Luciana Dias

    Il Custoza si presenta in una nuova versione, quella per affrontare le domande del mercato internazionale e elevare le potenzialità del territorio.

    Cantine di Verona aggiunge un nuovo vino alla collezione Brolo dei Giusti, il Custoza Doc Superiore. L’obiettivo è valorizzare la denominazione con un occhio particolare all’alta ristorazione e al mercato internazionale.

    Cantine di Verona, nasce nel 2021 dalla fusione di Cantina Valpantena, Cantina Colli Morenici e Cantina di Custoza, le Cantine di Verona.

    Il debutto del Custoza Superiore Doc Il Brolo dei Giusti è avvenuto in quel luogo d’incanto che è la Dogana Veneta di Lazise, con una degustazione condotta da Nicola Frasson, curatore della guida Gambero Rosso. “Il Custoza Superiore Doc – ha spiegato Luigi Turco, Presidente di Cantine di Verona, completa la linea Brolo dei Giusti, e rappresenta la piena espressione del territorio del Custoza e delle colline moreniche che si affacciano sul Lago di Garda, dal chiaro potenziale di invecchiamento, di cui andiamo fieri. Si tratta di un progetto a lungo termine, in cui crediamo fortemente e che, siamo sicuri, ci porterà lontano”.

    Luca Degani e Luigi Turco rispettivamente Direttore e Presidente di Cantine di Verona

    Custoza Superiore Doc Il Brolo dei Giusti si compone di cinque varietà di uve: cortese, garganega, friulano, Incrocio Manzoni e chardonnay, coltivate in cinque ettari di terreno, tutti compresi nella frazione di Custoza, nel comune di Sommacampagna e nel cuore della denominazione veronese. I vigneti per la produzione del Custoza Superiore Doc Brolo dei Giusti sono stati attentamente selezionati seguendo precisi parametri agronomici, la vendemmia viene fatta solamente a mano scegliendo le uve migliori, senza dimenticare che la linea Brolo dei Giusticomprende vini prodotti solo nelle migliori annate.

    Le bottiglie sono serigrafate, anziché etichettate, per poter rimanere integre nel lungo affinamento che il vino può affrontare. I tappi utilizzati, di nuova concezione, sono ottenuti da materie prime sostenibili, rinnovabili e vegetali, e sono adatti a lunghi periodi di invecchiamento. Il Giusto evocato dal nome e rappresentato in etichetta è un omaggio alla figura dell’agricoltoreche, alla fine di una giornata di lavoro, siede sulla marogna a contemplare il suo operato, immerso nella geometria delle vigne e nella bellezza della natura fuori e dentro il Brolo.

    La presentazione della nuova referenza è stata anche l’occasione per partecipare ad un particolare percorso di degustazione alla cieca, atto ad esaltare e individuare le caratteristiche di ogni vitigno che compone il Custoza Brolo dei Giusti, in particolare sono stati messi a confronto: per l’uva Cortese il Gavi DOCG – Castello di Tassarolo, per la Garganega il Soave Classico La Rocca di Pieropan, per il Friulano il Friulano Doleè di Vie di Romans, per l’Incrocio Manzoni il Madre di Italo Cescon, per lo Chardonnay il Sanct Valentin di Cantina Produttori di S. Michele Appiano e naturalmente il Custoza Superiore DOC Brolo dei Giusti di Cantine di Verona.

    Custoza Superiore Doc Brolo dei Giusti – Note di degustazione

    Dopo la raccolta delle uve, seguono la pressatura soffice, la criomacerazione e una lenta fermentazione a temperatura controllata. L’affinamento avviene sui lieviti in tini di acciaio e, successivamente, in botte di rovere francese, per riposare infine almeno sei mesi in bottiglia.

    Di colore giallo paglierino con intensi riflessi dorati. All’olfatto si presente con delicati sentori di agrumati, in particolare limone candito. Al palato si fa riconoscere per acidità e struttura, sapido e avvolgente con un finale lungo e persistente.

    Un calice che accompagna perfettamente primi piatti gustosi e saporiti, come un fumetto di pesce, o delle crudité, pesce di mare e di lago e crostacei. Si abbina perfettamente anche a carni bianche in umido e verdure.

  • Il salone virtuale Millésimes Alsace Digitasting spartiacque tra passato e futuro

    Il salone virtuale Millésimes Alsace Digitasting spartiacque tra passato e futuro

    In questi ultimi anni, a causa della pandemia e dell’incalzare inesorabile dell’era digitale, che impone mutamenti sempre più radicali, gli addetti ai lavori si sono interrogati sul senso di continuare ad organizzare le fiere del vino in maniera tradizionale. Uno dei giornalisti più sensibili al tema è sicuramente Angelo Peretti, che a conclusione di un suo articolo dedicato alla tracotante concomitanza di tre fiere, Wine Paris & Vinexpo Paris, ProWein e Vinitaly, così scrive: “Ha ancora senso il modello di business delle fiere tradizionali del vino nell’epoca post Covid, nell’età del digitale? A mio avviso no, o almeno non del tutto. Ma non chiedetemi quale sia il nuovo modello cui penso: mi scusino i lettori, ma se avessi una risposta non me la giocherei su un giornale, perché mi ci arricchirei applicandola. Il primo che individuerà questa risposta sarà dominante”. Per quanto mi riguarda, sono convinto che la relazione autentica, con la sua fisicità, sia un bene da coltivare. Infatti, proprio a causa della pandemia, abbiamo avuto la possibilità di renderci conto di quanto sia necessario un cambio di prospettiva, con l’urgenza di ritornare a una sorta di Humanitas, che proprio l’eccessivo uso della tecnologica ci sta facendo dimenticare.

    Detto questo però, e qui mi trovo d’accordo con Angelo, ci sono e ci potranno essere idee nuove, in grado di ri-pensare ad un modello di business votato alla contemporaneità, che non necessariamente deve prendere il sopravvento cancellando le grandi fiere del vino per come vengono concepite oggi, proprio per le ragioni che ho esposto qualche riga fa. In questo senso, un esempio concreto è il salone virtuale Millésimes Alsace Digitasting organizzato dal Conseil Interprofessionnel des Vins d’Alsace. Un’occasione pensata in esclusiva per i professionisti di settore di tutto il mondo che vogliono approfondire la conoscenza della celebre denominazione francese. Nel 2020, il tradizionale salone biennale dei vini alsaziani, fu cancellato a causa della pandemia, per poi tornare nel 2021 nella sua prima edizione DigiTasting®. Un nuovo salone tenuto in forma virtuale, o meglio, non del tutto, perché ha unito gli incontri digitali con le degustazioni reali. La seconda edizione del salone virtuale Millésimes Alsace Digitasting si è svolta dal 27 febbraio al 1° marzo 2023 ed è stato altamente formativo parteciparvi.

    Il Salone, dedicato esclusivamente a professionisti del settore, ha messo in contatto produttori, buyer, sommelier, stampa e addetti dell’Horeca grazie all’utilizzo di appositi kit di degustazione che sono stati spediti gratuitamente a tutti i partecipanti. Collegandosi alla piattaforma www.millesimes-alsace.com, si potevano selezionare le aziende che si volevano degustare, richiedendo 5 kit degustazione ai quali Il sistema aggiungeva in modo automatico 2 kit a sorpresa e il kit masterclass “So trendy”. In totale 8 kit per 32 campioni complessivi. Ogni kit conteneva 4 mini-bottiglie di vetro da 3 cl dalla forma che riprende fedelmente quella tradizionale renana, l’intero progetto è stato sviluppato da Digiasting nel 2021, ottimizzato con il supporto dell’Institut français de la Vigne et du Vin (IFV) e da laboratori indipendenti, al fine di garantire l’integrità dei prodotti. Durante la manifestazione, in apposite stanza virtuali, è stato possibile incontrare individualmente i produttori, degustando insieme a loro i vini.

    All’ edizione 2023 hanno partecipato 74 espositori per 296 vini presentati. I visitatori accreditati sono stati  2.850 di cui  621 francesi (22%)  e 2.229 internazionali (78%)  provenienti da 51 paesi. Le confezioni spedite sono state 8.300 corrispondenti a più di 33.000 mini bottiglie. Infine, più di 350 persone hanno seguito la masterclass in diretta.

    Il mio Kit

    Domaine Mittnacht Freres – Hunawihr

    I fratelli André e Louis Mittnacht hanno creato il domaine nel 1963, ai piedi della chiesa fortificata di Hunawihr, coltivano circa 11 ettari di vigne, suddivise tra il lieu dit Muehlforst e i grand cru Rosacker, Osterberg, Mandelberg e La Courtille, quest’ultimo un monopole aziendale. Dalla fine degli anni Novanta l’azienda ha virato verso la viticoltura biologica e biodinamica. In evidenza il Riesling Grand Cru Rosacker 2019, di grande complessità e dinamicità.

    Les Frères Engel – Orschwiller

    Domaine Engel nasce nel 1958. I vigneti aziendali, gestiti in biologico dal 2011, sono situati ad Orschwiller, un borgo di meno di mille abitanti, circa 60 chilometri a Sud di Strasburgo, nella regione del Basso Reno. I terreni del Domaine si estendono anche sulla collina di Praelatenberg, uno dei grand cru alsaziani. In evidenza Alsace AOC Pinot Noir 2021, a tratti spiazzante ma straordinariamente espressivo.

    Jean-Baptiste Adam – Ammerschwihr

    Situata sulla strada del vino dell’Alsazia, ai piedi del Grand Cru Kaefferkopf ad Ammerschwihr, la cantina, a conduzione familiare è stata fondata nel 1614 da Jean-Baptiste ADAM, viticoltore e gourmet ante litteram. La conduzione dei vigneti dapprima in biologico, dal 2003 è passata al biodinamico. In evidenza Alsace Grand Cru Le Riesling Kaefferkopf “Vieilles Vigne” 2019, complesso, incisivo e dal grande potenziale di invecchiamento.

    Domaine Philippe Sohler – Nothalten

    Marine & Lydie, sono la prima generazione tutta al femminile a gestire la tenuta di famiglia situata a Nothalten, ai piedi dell’Ungersberg. I vigneti sono a conduzione biologica dalla vendemmia 2021.   In evidenza Muenchberg Grand Cru Riesling 2019 grintoso ed estremamente gastronomico.

    Domanine Gueth – Gueberschwihr

    La tradizione vitivinicola della famiglia Gueth inizia con Sébastien, nato nel 1725 fino ad arrivare a Muriel, enologa vigneron e attuale proprietaria, che con la preziosa supervisione dei genitori Jean-Claude e Bernadette conduce l’azienda. Domaine Gueth si trova a Gueberschwihr , piccolo villaggio medievale nel Sud di Colmar. Il Domaine nasce nel 1970 con 3 ettari per poi arrivare agli 8 ettari attuali. In evidenza Les Grès Roses 2019, blend ottenuto da Pinot Gris e Pinot Blanc Auxerrois, essenziale e gastronomico.

    Domaine G. Metz – Itterswiller

    Dall’inizio del XVIII secolo la famiglia Metz coltiva la vite nel comune di Epfig; tuttavia, l’attività principale è stata l’agricoltura fino agli anni ’20. Fu nel 1930 che Marcellin Metz si trasferì nella vicina città di Itterswiller e, dal 1936, decise di indirizzare la sua attività principale verso la viticoltura. Marcellin è stato in grado di trasmettere il suo know-how ai suoi due figli Gérard e René. A partire dal 1966 la famiglia decide di commercializzare i propri vini in bottiglia. Oggi, Domaine G. Metz è costituito da oltre 18 ettari di vigneti situati sulle colline di Itterswiller, Epfig, Nothalten, Gertwiller, Obernai, Heiligenstein, Andlau e Mittelbergheim. Dal 1996 la guida della tenuta è affidata a Eric Casimir, originario della Champagne, che ha sposato una delle figlie di Gérard. Notevoli tutti e 4 i campioni degustati: il Riesling 2020 Vins de Fruits, l’Assemblage Fruehmess 2020, ma su tutti   il Riesling Grand Cru Muenchberg 2019, complesso e di notevole ampiezza.

    Paul Gaschy – Eguisheim

    La storia dell’azienda inizia nel 1938 con la vendita di vino sfuso che affiancava a pratiche zootecniche, per poi arrivare gradualmente all’imbottigliamento. A partire dagli anni 2000, l’entrata del figlio di Paul Gaschy, Hervé, segna una nuova tappa nella storia della cantina che si amplia e si ammoderna. Gli ettari coltivati sono 9, distribuiti nelle località Fronenberg, Rosenberg e nei Grands Crus Eichberg, Pfersigberg e Hengst.Dal 2012 l’azienda è certificata biologica. Ho amato particolarmente i vini di Paul Gaschy, dotati tutti straordinaria espressività, vini cangianti che, nonostante i soli 3 cl a disposizione per la degustazione, ti si stampano in testa: il Riesling Grand Cru Eichberg 2015, il Pinot gris Grand Cru Eichberg 2017, il Gewurztraminer Fronenberg 2016.

    La masterclass “So trendy

    Di grande valenza formativa la masterclass “So trendy” con l’obiettivo di individuare, per quattro vini d’Alsazia, l’aderenza alle tendenze di consumo attuali. Era possibile seguire la masterclass in diretta, oppure recuperarla in un secondo momento collegandosi al sito, sempre con il kit di degustazione a portata di mano. A condurre la degustazione, specialisti del calibro di Manuel Peyrondet (Miglior sommelier di Francia 2011), Yves Beck (autore e critico di vino svizzero), Jennifer Wagoner (group wine director per Zuma restaurants negli Usa) e Thierry Fritsch (enologo, formatore e specialista dei Vini d’Alsazia). Un vino per ogni stile:

     STILE 1: Il vino “SO FRESH! “ – AOC Alsace Riesling 2020, lieu-dit « Harth »

    Un vino accessibile al consumatore non esperto, diremmo di facile beva ma non banale, frutta in evidenza ed equilibrio. Il vino per tutti i giorni, con grande versatilità negli abbinamenti.

     STILE 2: Il vino “SO TERROIR…” – AOC Alsace Grand Cru Kitterlé Riesling 2017

    Il vino identitario in grado di rivelare la grande qualità del terroir alsaziano, vino di carattere e vino d’autore, per chi cerca l’Alsazia in un bicchiere.

    STILE 3: Il vino “SO SWEEEEET” – AOC Alsace Gewurztraminer 2020 «Vieilles Vignes »

    Qui Manuel Peyrondet esalta la tipologia e invita a non essere scontati negli abbinamenti, ad osare. Il consumatore non esperto potrebbe stupirsi di quanti abbinamenti siano possibili con questo vino ed invita a tenerne sempre una bottiglia in cantina.   

    STILE 4: Il vino “SO RED” – AOC Alsace Rodern Pinot Noir 2019

    Qui è dove si comprendono tutte le grandi potenzialità del Pinot Noir alsaziano. Eleganza, equilibrio ed espressività.

    Per chi volesse approfondire i contenuti della masterclass, anche senza aver il Kit di degustazione a disposizione

     A corollario di tutto quando detto sino ad ora,  le parole di Foulques Aulagnon, export marketing manager del Civa, chiudono il cerchio e danno l’esatta dimensione di come potremmo sfruttare tutte le possibilità offerte dal digitale continuando nel contempo a partecipare in presenza ai piccoli grandi eventi dedicati alvino: “Il formato digitale non ha l’obiettivo di sostituire, al contrario di completare e arricchire gli altri eventi in presenza, anche considerando che i professionisti sono molto impegnati e non possono essere ovunque. Le nostre abitudini di lavoro sono cambiate e i Vini d’Alsazia si adattano per offrire un momento di degustazione privilegiato e unico nel suo genere. La formula permette infatti di incontrare moltissimi produttori alsaziani e di degustare i loro vini restando comodamente a casa».

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