E poi la Maremma di Casteani


E poi arrivano questi vini maremmani di Tenuta Casteani, senza complicarsi troppo la vita, senza la fatica e l’ansia di cercare l’altrove, ma solo il piacere di bere, di ritrovare un contatto immediato con quel liquido che, importante quanto il sangue, ti riempie la vita. In definitiva ritrovarsi!

Spirito Libero 4-8 annata 2012

Vermentino in purezza. Niente solfiti aggiunti ma solo quelli naturali presenti nel vino. I numeri indicano 4 mg/l di solfiti liberi e 8 g/l di solfiti totali. Bella espressione di Vermentino, leggiadro, anche di una certa complessità.

Sessanta 2010

Da uve Sangiovese, Alicante e Merlot. L’equilibrio è il suo grande pregio. Attenzione però, equilibrio non vuole dire noia; tutt’altro! Sorprende questo vino, esempio delle grandi potenzialità della Maremma e oltretutto di grande longevità!

Spirito Libero 3-5 annata 2012

Sangiovese in purezza. I numeri indicano 3 mg/l  di solfiti liberi e 5 g/l di solfiti totali. Un vino di struttura ma al tempo stesso “leggero” perché si beve con grande facilità. Il frutto è in grande evidenza, avvolge e dispone alla beva.

Terra di Casteani 2009

Da uve Sangiovese (70%) e Merlot (30%). Naso complesso e avvolgente di frutti rossi ma anche note terziarie. In bocca è ancora leggermente ruvido ma l’impatto è ricco di tensione. Chissà le annate più vecchie. Il mio preferito della batteria.

Pian di Tatti 2010

Vino dolce ottenuto da uve stramature (50% Sangiovese, 50% Merlot). Colpo di scena! Pur non amando particolarmente il genere trovo che questo vino dolce di Casteani sia davvero importante. Dolcezza e acidità si rincorrono per arrivare al traguardo contemporaneamente. Che bella sorpresa.

Ritrovarsi così

a riallacciare desinenze

sulla sagoma variabile del corpo

nell’alternanza del tempo

raccogliere l’acqua del pudore

suggellando il pensiero

con lenzuoli di carta

rimettere le mani alla nuda terra

strappare dalle zolle

anche l’ultimo sogno

per rapirne il dolore

-finalmente-

eppure

è ancora lì

intatta

(Ritrovarsi – Marco G. Maggi)

fonte http://www.larecherche.it

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