Alla (ri)scoperta del Kaltersee, della Vernatsch e altre storie – prima parte


E pensare che il vitigno Vernatsch, Schiava in italiano, per lungo tempo, ha dato origine a un vino da poco, giusto per lo scaffale del supermercato. Sostentamento, assieme alla coltivazione delle mele, delle famiglie di Caldaro, ma ammantato di banalità. Poi, con l’inizio del nuovo millennio, è arrivata la Charta per il Kalterersee e le cose sono cambiate. I produttori, come dei cavalieri medioevali, si sono dati delle rigide regole scritte tese a ridare dignità alla Vernatsch e i risultati non si sono fatti attendere. Tra i principali artefici della rinascita del Kalterersee c’è Erste+Neue,  una delle più antiche cantine sociali dell’Alto Adige. Le origini portano la data del 1900. Il Südtirol è ancora una provincia dell’impero asburgico quando 70 viticoltori di Caldaro e dintorni si mettono insieme per dare origine alla “Erste Kellereigenossenschaft Kaltern” che tradotto significa la “Prima Cantina Sociale di Caldaro”.

Successivamente, nel 1925, altri produttori si uniscono fondando la “Neue Kellereigenossenschaft”, ovvero la “Nuova Cantina Sociale”. Nel 1986, dalla fusione delle due cantine nasce la Erste+Neue che, nel 1991 incorporerà anche la cantina sociale Baron Josef di Pauli. Attualmente i soci conferitori sono 400. La combinazione delle due parole Erste e Neue non poteva che diventare un manifesto programmatico: con un “prima”, fatto di una produzione meno importante ma legato alla tradizione e alla salvaguardia della propria identità e un “nuova” dove si mettono in pratica l’idea di produrre un vino importante, di grandi ambizioni, come può essere il Kalterersee Leuchtenburg, senza dimenticare i vini provenienti dalla linea Puntay, come ad esempio Il Sauvignon 2013, vino di di rara finezza. A ogni modo, uno dei cardini della produzione di Erste+Neue resta il Kalterersee Leuchtenburg dove la Vernatsch si esprime a livelli elevatissimi, riconciliando con la Schiava tutti coloro che amano il vino.

Andrea CarpiGerhard SaninFederico Curtaz

È proprio la degustazione di 7 annate di Leuchtenburg, voluta da Andrea Carpi, Gerhard Sanin e Federico Curtaz, rispettivamente direttore, enologo e agronomo di Erste+Neue, è stata la chiave per scoprire e riscoprire le grandi doti del vitigno Vernatsch. Non tanto per dimostrarne le potenzialità d’invecchiamento; sono convinto infatti, che il Leuchtenburg 2013 sia il kaltersee perfetto, qualche anno in bottiglia, con un frutto bellissimo, stupendo compagno di abbinamenti e di bevute gioviali, ma quanto per dimostrare due cose: la grandezza di una materia prima che, con il passare del tempo, si mantiene integra e intatta, restituendo dignità al vitigno e che Erste+Neue non ha mai snaturato la Vernatsch, facendola diventare altro da se per inseguire  mode effimere.

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