
Dieci anni di Mare e Vitovska in Morje, nessuno lo avrebbe mai immaginato. Anche l’edizione del 2016 ha lasciato una traccia rilevante: forse per l’importante convegno “Carso marchi di qualità. A chi servono le doc?”, sicuramente per il luogo fiabesco in cui si è svolta la manifestazione che è il Castello di Duino, storica dimora della famiglia Torre e Tasso ma, più di ogni altra cosa, continuo a pensare, che a lasciare un ricordo indelebile siano il Carso, i suoi viticoltori, i vini e i cibi. Per fare qualche esempio di prelibatezza gastronomica viene subito in mente il prosciutto crudo di Bajta Fattoria Carsica, ottenuto da maiali allevati allo stato brado nell’abitato tra Sales e Sgonico, il paragone con il Pata Negra si può fare, me ne assumo tutta la responsabilità. Terra unica il Carso che ti rapisce l’anima ed è per sempre, ne sanno qualcosa gli scrittori James Joyce e Veit Heinichen e molto più prosaicamente lo sanno tutti quelli che non si stancano mai di cercare nel vino la gioia di scoprire, la gioia di bere.

La Vitovska in questo senso è fedele compagna, perché è uva indigena per eccellenza, non esistono tracce di altre varietà con cui identificarsi in altre regioni del Mediterraneo e poi la sua storia antichissima e la sua tenacia nel sopportare le scudisciate della Bora. Anche se bevibilissima d’annata è un vino d’attesa, che non ama la fretta e non potrebbe essere diversamente vista l’affascinante immutabilità del territorio carsico. Capita così di bere Vitovska con 10 anni sulle spalle mature, certo, ma anche aspre e profonde. Una nota particolare sull’abbinamento cibo-vino, di cui oggi, per bizzarria del mondo enogastronomico, si fa sempre più fatica a parlarne. Mi è capitato di recente, complice anche la grande cucina di Antonia Klugmann, di scoprire che l’abbinamento perfetto c’è, esiste ed è tra noi; non saprei come altro definire gli gnocchetti di semola di cacao, ragout di capriolo e alloro abbinati alla Vitovska 2011 di Sandi Skerk o il coniglio nel lardo e cavolfiore agrodolce abbinato alla Vitovska 2007 di Beniamino Zidarich.
Matej Skerlj nel vigneto di Vitovska a Sales – Carso
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