
Il vino, segno della civiltà dell’uomo, che con la sua cultura si tramanda di generazione in generazione e spesso nel mondo si lega ai nomi di grandi famiglie. L’Italia ovviamente non fa eccezione, da Nord a Sud, da Est a Ovest: storia, tradizione e stile per vini unici e inconfondibili. Non sfugge a questa regola la Famiglia Endrici; siamo in località Masetto a San Michele all’Adige in Trentino. La cantina Endrizzi (derivazione dal dialetto di Endrici) ha più di 130 anni di storia. L’azienda venne fondata dai Fratelli Angelo e Francesco Endrici che scesero in Piana Rotaliana da Don, un piccolo paesino in Valle di Non, nel 1885 quando il Trentino faceva parte dell’allora Impero Asburgico, guidato dall’Imperatore Francesco Giuseppe. Oggi l’azienda è condotta da Paolo Endrici, da sua moglie Christine, nata a Reutlingen nei pressi di Stoccarda, e dai figli Daniele e Lisa Maria. Da Endrizzi lavora anche un gruppo di professionisti di grandissimo livello: l’enologo Vito Piffer, che collabora a stretto contatto con Tiziana Piffer e Nicola Butterini; coadiuvato dal 2008, in qualità di consulente esterno, dal grande enologo altoatesino Hartmann Donà, già responsabile della Cantina di Terlano. Alla realizzazione degli spumanti metodo classico di Endrizzi collabora invece Paolo Inama, creatore di alcuni dei più importanti spumanti di Franciacorta e TrentoDOC.

Il Gran Masetto
Nei primi anni del 2000, la famiglia Endrizzi, che già produceva una versione tradizionale del Teroldego, intuisce tutte le potenzialità del Cru Masetto e decide di realizzare a una riserva vinificata con parziale appassimento dell’uva. I più scettici pensarono a un’imitazione dell’Amarone in territorio trentino, ma presto dovettero ricredersi, ritrovando nel bicchiere i descrittori del Teroldego senza che l’appassimento ne avesse stravolta la natura. Masetto è anche il toponimo dove sorse la cantina nel 1885. La prima annata del Teroldego Gran Masetto proposta sul mercato da Endrizzi è stata il 2003, mentre l’ultima annata in commercio è la 2012 (il 1° gennaio 2018 uscirà la 2013). L’appassimento dura circa tre mesi per una perdita del volume di circa il 30 – 35% dopodiché le uve raggiungono un loro equilibrio con un’ottimale concentrazione degli zuccheri. Un appassimento lento e a bassa temperatura che permette una disidratazione lenta e una continua maturazione fenolica. Questo processo mantiene inalterate il più possibile le caratteristiche di franchezza del vitigno. Il mosto proveniente dalle uve in appassimento subisce una fermentazione di 10 giorni e poi il prodotto prosegue l’affinamento in barriques di rovere francese per 20 mesi. Ulteriori sei mesi di bottiglia migliorano l’affinamento complessivo delle componenti strutturali.

La verticale di Gran Masetto
La degustazione ha proposto cinque annate sulle dieci prodotte, scelte secondo un criterio di varietà di andamento stagionale, questo l’ordine di servizio: 2010-2009-2007-2006 e 2005 e 2012.
Endrizzi Teroldego Gran Masetto 2010
Dopo la spiegazione dell’andamento climatico dell’annata curato da Vito Piffer, la parola passa a Paolo Endrici che dovrebbe raccontare il vino, ma Paolo ha le parole strozzate in gola per i ricordi e fa fatica a parlare; a me tutto questo fa già stare bene ma c’è anche il vino: grande frutto e struttura che lo condurranno a una sicura e importante evoluzione, iniziamo davvero alla grande.
Endrizzi Teroldego Gran Masetto 2009
Vito Piffer dice che la 2009 è stata l’annata ideale per avere un vino importante in trentino, io questa cosa la sento tutta e in controtendenza con altri degustatori/giornalisti presenti ritengo che questo millesimo darà alla famiglia Endrizzi grandi soddisfazioni. Meno d’impatto il naso rispetto al 2010, leggermente più esile in bocca ma la profondità e la prospettiva sono tutte dalla sua parte.
Endrizzi Teroldego Gran Masetto 2007
Annata calda e precoce la 2007 e questa caratteristiche si sentono tutte. Il frutto è opulento, l’alcol è una presenza importante, sicuramente è meno pronto del 2009, deve ancora trovare la sua strada.
Endrizzi Teroldego Gran Masetto 2006
Vito Piffer narra la 2006 come la classica annata trentina, con la vendemmia giusta ed equilibrata. Il vino in bocca è rotondo ma una leggera surmaturazione non me lo fa amare particolarmente, tanto che in questo caso un po’ si perde l’identità del vitigno.
Endrizzi Teroldego Gran Masetto 2005
Nell’annata 2005 non perfetta, calda con un agosto piovoso l’alcol è presente ma stemperato prevale il frutto su tutto. Qui il tempo comincia a farsi sentire e nonostante anche in questo caso sia presente una leggera nota surmatura lo preferisco al 2006.
Endrizzi Teroldego Gran Masetto 2012
È l’annata attualmente in commercio, un cavallo di razza da domare, ancora qualche spigolosità ma si farà, eccome se si farà.
In fine un plauso alla famiglia Endrizzi per la scelta di aver affidato la preparazione e servizio del pranzo agli allievi della Scuola Alberghiera di Rovereto; 25 ragazzi del 4° anno sala e cucina hanno ideato, insieme al coordinatore Antonio Garofolin e sotto l’attenta guida dei loro insegnanti di cucina chef Michele Bavuso e di sala maître Pasquale Cimmino, il menu abbinato ai Trentodoc di Endrizzi: Piancastello Riserva, Piancastello Rosé e Masetto Privé, Masetto Dulcis. A chiamare gli chef stellati sono capaci tutti.
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