
Non saprei dire da dove vengano i migliori Riesling della Germania, non ho la competenza smisurata di Gian Luca Mazzella, una cosa è certa però: cantine come Dr. Burklin Wolf e Christmann (Palatinato) e Peter Jakob Kuhn (Rheingau) mi hanno letteralmente stregato. Il merito del colpo di fulmine è del recente Summa, quel gioiellino di manifestazione organizzata, in concomitanza con Vinitaly, da Alois Lageder in quel di Magrè, ma soprattutto di Jessica Marcon di Prezhoff, che quei vini li importa in esclusiva per l’Italia e che me li ha fatti degustare. Di Dr. Burklin Wolf ho apprezzato particolarmente il Riesling Deidesheimer Langenmorgen del 1999 e il Riesling Gaisbohl del 1997, vini sontuosi, con profumi incredibili, mentre di Peter Jakob Kuhn, oltre ad un sorprendente Riesling metodo classico 2010, ho trovato davvero notevole Riesling vinificato in anfora del 2009, con un naso di floreale (geranio) pazzesco! La grande sorpresa è stata però Christmann di cui ho degustato i Riesling: Pfalz trocken 2010, Konigsbacher Olberg 2010, IDIG 2007 e IDIG 2010. L’azienda, che è stata fondata addirittura nel 1845, deve il proprio successo, fine o diventare una delle tre migliori cantine del Palatinato, al lavoro di Steffan Christmann che n’è proprietario dal 1996. Steffan si è avvicinato nel 2004 all’agricoltura biologica, per poi decidere di operare esclusivamente secondo le regole dell’agricoltura biodinamica. Assaggiando questi vini mi sono venuti in mente i talebani del naturale, coloro che ritengono che le puzzette e gli squilibri debbano essere parte integrante del vino a tutti i costi; eppure assaggiando il biodinamico Christman, ho trovato grande finezza, eleganza, equilibrio, complessità! Se fossi un talebano qualche domanda inizierei a farmela!
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