Franciacorta “No brand”: Sogno o son desto?


Ieri in un’enoteca (sic) del portogruarese mi è capitata una cosa davvero simpatica: lasciamo stare che come al solito chiedi un vino (scritto sulla lavagnetta) e ti dicono che non c’è; delusione cocente, ma non è la è la prima volta e non sarà nemmeno l’ultima. La cosa che invece mi ha lasciato davvero basito è la scoperta dell’esistenza del Franciacorta No Brand! La persona che era con me ha chiesto un prosecco, naturalmente anche questo era finito e l’”oste della malora” se n’è uscito con questa frase: “Ho finito il prosecco ma le ho portato un Franciacorta No Brand”! Stupore, meraviglia! A parte l’ignominia di continuare a paragonare le mele con le pere, che cosa vuol dire Franciacorta No Brand? Forse può voler  dire che qualche azienda minore produce una partita non con il suo nome, ma solo con il registro d’imbottigliamento indicato in piccolo (!) gli mette un’etichetta di fantasia e vende la bottiglia a 5 euro?  Oppure non è nemmeno un Franciacorta ma un VSQPRD prodotto in Franciacorta?  Certo c’è la crisi e magari qualcuno pur di sfangarla venderebbe condizionatori ai pinguini! Il problema è che nel disciplinare è ammessa (come per altro anche in Champagne) la vendita in surlattes cioè prima del degorgement. Quindi tu vai in una cantina in difficoltà compri 10.000 bottiglie sui lieviti le degorgi, ci attacchi un’etichetta qualsiasi e le vendi.
Alla faccia del territorio e di tutte le eccellenze franciacortine che si fanno il mazzo da una vita!
E il consorzio?
Dimenticavo, naturalmente quel vino faceva abbastanza schifo!


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