Siamo davvero sicuri che l’etichetta di un vino influenzi così tanto l’acquirente?


Su sollecitazione di Marco Remondino, Ricercatore universitario presso la Facoltà di Economia, Università degli Studi di Genova e Professore presso la SAA, Scuola di Amministrazione Aziendale dell’Università di Torino, ho pubblicato un questionario atto a delineare quali sono i fattori che influenzano l’acquisto di un vino; qualcuno mi ha fatto notare che tra le domande non era presente, quale fattore influenzante, l’etichetta. Molti sono convinti che per il consumatore medio l’etichetta sia determinante per scegliere un vino; ma è proprio così? Remondino mi ha detto di aver pensato all’etichetta ma che non l’ha inserita nel questionario  perché voleva renderlo più snello possibile ma anche perché ritiene che l’acquirente medio sia poco influenzato da quel fattore che invece viene notato maggiormente dagli addetti ai lavori. Remondino ha inoltre rilanciato chiedendomi se conoscessi qualche caso specifico in cui l’etichetta avesse  inciso fortemente sui dati di vendita di un vino, andando finanche a superare la marca o altri fattori. Interessante vero? A me non è venuto in mente niente, anzi mi sono ricordato di quando, qualche mese fa su Facebook, commentando le nuove etichette di un produttore, ciò che per me era bello ed evocativo per altri era l’esatto contrario, arrivando a giudicarle addirittura come anti estetiche. Siamo davvero sicuri  che l’etichetta influenzi così tanto l’acquirente? Il dibattito è aperto.


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