
Quando la stagione cambia in maniera così repentina e fuori fa freddo, viene voglia di aprire una bottiglia “invernale”, dai sapori di terra umida, nebbia e fumo! È il Ghemme 2007 di Torraccia del Piantavigna, un rosso decisamente ancora troppo giovane ma che delinea già in maniera nitida e splendida tratti del futuro (il suo) che verrà! Il nome dell’azienda deriva dalla “Torraccia” del Castello Cavenago adiacente ai terreni dove, il nonno degli attuali proprietari (famiglia Francoli), che di cognome faceva Piantavigna (nomen omen), “piantò” i vigneti. Nel 1997 Alessandro Francoli, complice una bellissima annata del Gattinara e Ghemme, capì le potenzialità del vino e decise che il lavoro di nonno Piantavigna non poteva andare disperso. La zona di derivazione di questo vino è Ghemme, località dell’Alto Piemonte, che assieme a Gattinara, regala una splendida varietà di uva Nebbiolo che qui prende il nome di Spanna. Un territorio di cui si parla sempre troppo poco, ma che vanta aree dove la coltivazione della vite è antichissima; non è un caso che Gattinara sia stata una delle prime Docg d’Italia. Un territorio che, tra l’altro, conserva in vita, presso il Monte Fenera, alcuni ceppi di Vitis Silvestris, progenitrice della Vitis Vinifera che grazie al contributo di Torraccia del Piantavigna, viene studiata presso l’Università degli studi di Milano.
Torraccia del Piantavigna Ghemme Docg 2007
Il vino è contenuto in una bottiglia davvero particolare, le cui origini risalgono ai primi del ‘900. Da uve Nebbiolo/Spanna (90%) e Vespolina 10%. Riposa per 3 anni in botte di rovere francese da 28 hl e 9 mesi in bottiglia. Il naso è molto intenso: terra, fumo, cuoio, china, incenso, leggermente speziato (chiodi di garofano), sangue e naturalmente la frutta rossa matura (ciliegia). In bocca è avvolgente con un tannino potente ma elegante. Un vino di grande carattere, che rifugge dall’immediatezza e che ama il lento scorrere del tempo!
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