
L’amica giornalista Cristina Vannuzzi Landini racconta la prima serata del progetto “Le cene della legalità” tenutasi a Firenze lo scorso mese di ottobre.
Per la prima volta, lo scorso ottobre, Firenze ha ospitato, Filippo Cogliandro, chef calabrese del ristorante l’Accademia (Motta San Giovanni, RC) che nel 2008 si ribellò al pizzo e denunciò i suoi estorsori. Da allora la sua vita è cambiata, e – insieme con l’assegnazione di una scorta – è partito il suo impegno per la diffusione della legalità, culminato nella creazione della prima spiaggia di “Libera”, l’associazione contro le mafie di don Luigi Ciotti. La serata fiorentina, organizzata per raccogliere fondi a favore delle vittime della criminalità e raccontare la coraggiosa storia di uno dei personaggi simbolo della lotta alle mafie in Italia, si è tenuta al “Cavolo Nero Bistrot” (via Guelfa, 100) dove lo chef Filippo Cogliandro ha preparato una cena a quattro mani con lo chef Achille Pirillo.
Parla Filippo Cogliandro, alla fine della prima cena della legalità
Filippo, dopo tanto dolore, parlaci di questa tua prima cena a 4 mani, direi emblematica.
Il mio paese è una esplosione di colore, che inebria da quando ci si alza la mattina, dovunque il profumo del mare, il mio mare che mi riempie lo sguardo e mi scalda il cuore, il mio mare che si ritrova nei miei piatti, e i profumi…..il cibo parla della mia terra e mi piace pensare che possa raccontare di me attraverso i miei piatti; niente è gratuito e la “valigia del mio viaggio”, se così si può chiamare, è piena di sapore della mia terra, di ricordi e profumi, ma anche di sacrificio, ricerca, studio, esperienza, il ricordo del mio babbo, un faro nella mia vita, e poi il lavoro di equipe con i miei collaboratori, il mio prezioso sous chef Giovanni Dascola, le radici della mia terra sono il fil rouge che mi lega alla vita, le antiche ricette e tradizioni della Calabria, che diventano ogni giorno un rito, un arte che rivaluta i gusti semplici, passioni senza confini e senza tempo.
Voglio portare la mia terra, i sapori, i profumi, ma anche il messaggio della gente della mia terra, che è buona, generosa, corretta e operosa, e, principalmente, ama la legalità e il Paese, tutto questo nel mio tour, in tutta Italia, per far conoscere e capire che la mia terra è meravigliosa: emblematica la mia prima cena a 4 mani al Ristorante Cavolo Nero Bistrot, a Firenze, città che ha dimostrato una grande sensibilità al problema della mafia, ospitato dai fratelli Pirillo, Achille, l’executive chef del locale, Anastasia e Antonio, una famiglia di origine calabrese ormaidiventata fiorentina.
E tutto questo dolore, gioia, sacrificio ed entusiasmo è da preservare, difendere, tutti insieme, con grande forza, i valori e la dignità, perché sia di esempio alle nuove generazioni e perché… il silenzio uccide.
Per informazioni sul progetto “Le cene della legalità”:
Cristina Vannuzzi Landini – cristina.vannuzzi@gmail.com
Fondazione Antonino Caponnetto
presidente@antoninocaponnetto.it
Osservatorio sulla ‘ndrangheta
Via Cava Aloi snc – 89134
Croce Valanidi Reggio Calabria
info@osservatoriosullandrangheta.org
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