Bertani: Amarone o Novarè? Entrambi direi


Di Bertani ho sempre amato le etichette, così stupendamente retrò, che rimandano ad un epoca ormai lontana. Naturalmente il contenuto delle bottiglie è sempre stato all’altezza della bellezza delle etichette: vengono subito in mente l’Amarone classico o il Secco Bertani, vini leggendari.  Sull’Amarone classico (ho degustato l’annata 2006) non spenderei molte parole. è un Amarone di riferimento, uno dei più importanti vini del mondo, vanto dell’enologia italiana che anche nel millesimo 2006 trova grande profondità. Il Secco-Bertani (ho degustato l’annata 2010), invece, è una sorta di icona, uno dei primi vini imbottigliati in Italia già alla fine dell’800. Raggiunse una tale fama che nel 1920 i monarchi vollero stampare in etichetta lo stemma della casa reale. Invece mi soffermo di più sulla novità di casa Bertani, il Novarè. Solo da uve Corvina in purezza e niente appassimento nei fruttai. Secondo Bertani il cambiamento climatico non rende più necessaria questa tecnica, preferendo una seconda maturazione in pianta. L’uva rimane in vigna fino a fine ottobre, il livello zuccherino si ferma mentre gli aromi si intensificano. Per un attimo ho temuto che Bertani volesse chiudere con la produzione di Amarone sostituendolo con il Novarè, ho chiesto spiegazioni, questa la risposta dell’amministratore delegato Emilio Pedron: “L’Amarone prevede per disciplinare l’appassimento e questo non è superabile. Sicuramente dovranno cambiare gli obiettivi viticoli che facciano propri i cambi climatici e le loro conseguenze sull’epoca di maturazione e sulla ricchezza zuccherina e il metodo di “messa a riposo”, meno invasiva e con durata inferiore. Assumeranno inoltre più valore vigneti di alta collina a maturazione tardiva”. In definitiva il Novarè non sostituirà l’Amarone, vuoi perché il disciplinare richiede l’appassimento, vuoi perché il blasone e la struttura sono tali da rendere impossibile qualunque paragone tra i due, però la scommessa di creare un nuovo vino con tecniche antiche è molto interessante. Ad ogni modo il 2012 è dotato di un bel frutto ed in bocca è leggiadro, un vino immediato ma mai banale, da seguirne l’evoluzione.


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