Da Summa a Vinitaly in verticale (prima parte)


Anche quest’anno, come ogni anno del resto, si è consumata la Woodstock del vino. Cinque giorni di pace, amore e musica passando da Cerea per ViniVeri, da Magrè per Summa, da Sarego per VinNatur e da Verona per Vinitaly. Grande musica per gli appassionati anche se non sono mancate le stonature o le canzoni brutte, ma questo è il bello del Rock and roll, si sa. Fuor di metafora frequentando le 4 fiere di settore, oltre ad assaggiare di tutto è possibile partecipare a interessanti e spesso irripetibili verticali, questo il racconto di alcune di esse:

Summa 2014 – Verticale San Paolo Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Riserva, condotta da Alessandro Fenino

Tenuta marchigiana di Barone Pizzini, un grandissimo vino ottenuto da sole uve Verdicchio provenienti dall’omonimo vigneto lavorato in biologico nel Comune di San Paolo.

Annata 2010: naso delicato con note di fiori bianchi e salvia. In bocca ha bella acidità, si capisce subito il potenziale d’invecchiamento. Un manifesto per il verdicchio, grandissima riserva.

Annata 2009: subito si cresce in finezza al naso e aumentano i profumi. Fiori bianchi ma anche pino silvestre, belle l’acidità e la sapidità in bocca. In un’annata definita da Alessadro Fenino classica un Verdicchio destinato a divenire un classico.

Annata 2008: naso bellissimo di frutta matura con note vegetali intense. In bocca è meraviglioso, di bella freschezza e lunghezza. Fu un’annata con primavera piovosa per poi arrivare a ridosso della vendemmia ai 40 gradi senza escursione termica; infatti nel vino si sentono una leggera surmaturazione e note speziate.

Annata 2006: grande annata. Al naso la frutta è matura, anzi disidratata, candita e sono presenti note di pino silvestre. In bocca è di estrema eleganza. Uscì come vino da tavola. Purtroppo è introvabile, le poche bottiglie rimaste si contano sulle dita di una mano (e non è un modo di dire) un raro privilegio bere un vino così.

Annata 2005: Fu l’anno in cui si eliminò il legno. La nota di frutta cotta è evidentissima. In bocca l’acidità e comunque notevole, si sente moltissimo la glicerina. Fu un’annata strana dove la botrite prese il sopravvento. In bocca infatti è meno potente che al naso, il meno intessente di tutta la batteria.

Annata 2004: Naso complesso di frutta secca, uva passa, noce moscata, miele. In bocca ha una gran morbidezza e rotondità e sono ancora notevoli l’acidità e la sapidità. Un grande vino da abbinamento (formaggi erborinati) ma che non rappresenta appieno l’immagine del Verdicchio a cui, è evidente, il legno non giova.

Vinitaly 2014 – Verticale Luce della vite Frescobaldi Luce Vinitaly, condotta dall’enologo Jerome Poisson

Jerome Poisson

Il primo vino mai prodotto a Montalcino unendo le uve dei vitigni Sangiovese e Merlot (quasi in saldo equivalente, dipende poi dalle annate). Il vino nasce grazie alla collaborazione delle famiglie Marchesi de’ Frescobaldi e Robert Mondavi. Dal 2002 la responsabilità è passata interamente nella mani di Lamberto Frescobaldi.
Annata 1993: In Toscana, la stagione vinicola 1993 è iniziata con un clima molto mite che ha condotto ad uno sviluppo fenologico precoce. L’estate è stata calda e asciutta. Da uve 60% Sangiovese e 40% Merlot per 28.000 bottiglie prodotte. Al naso il frutto (frutti di bosco) è intenso, poi argilla, tabacco, china. In bocca ha ancora acidità notevole e il tannino è ben integrato. Credo non abbia ancora raggiunto la piena maturità, ha ancora lunga vita.
Annata 2002: La vendemmia 2002, contraddistinta da un’abbondante piovosità estiva, sarà ricordata per una pesante grandinata che, nella seconda metà di agosto, ha danneggiato buona parte del Sangiovese, ed è per questo che il vino è stato fatto con 75% di uve Merlot e 25% di uve Sangiovese (quel poco salvato dalla grandine) per 8.000 bottiglie. Il naso è diverso e credo unico per tutte le annate di Luce con sentori di argilla ma vira anche su note animali. In bocca l’acidità non è spiccata ed è più rotondo. È stato comunque interessante degustarlo per capire quanto importante sia l’impronta che il Sangiovese regala a questo vino.

Annata 2005: Vendemmia non facile ma tutto sommato equilibrata. Dopo una stagione climatica altalenante con primavera mite e il clima fresco dei mesi estivi, il bilancio finale è stato positivo con una qualità delle uve all’arrivo in cantina ottimale. Si torna ad un blend “normale” 45% uve Sangiovese e 55% uve Merlot per 80.000 bottiglie prodotte. Il naso elegante, l’apporto del Sangiovese si sente subito. Gran bel frutto in evidenza (prugna e frutti di bosco), leggere note di tostatura e liquirizia. In bocca è elegantissimo. Il mio preferito di tutta la batteria.

Annata 2008: Vendemmia equilibrata. La primavera si è contraddistinta per l’abbondanza di pioggia, con temperature nettamente al di sotto della media. Tuttavia, i mesi estivi, compreso settembre, sono stati caldi. L’insieme di queste condizioni ha permesso di raccogliere uve di ottimo livello. Da uve 45% Sangiovese e 55% Merlot per 75.000 bottiglie prodotte. Al naso frutti rossi e note balsamiche, in bocca si sente tutta la gioventù, con un tannino ancora marcato. Si farà, il potenziale c’è tutto.

Annata 2011: Un agosto climaticamente ideale ha portato ad una vendemmia con uve perfette.   Questa è l’annata attualmente in commercio sempre con un 45% di Sangiovese e 55% Merlot per 74.000 bottiglie prodotte. Vino ovviamente giovanissimo, sbilanciato sul frutto ma dalla grande materia prima con un potenziale altissimo.

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