Pugnitello del Piaggione, il piacere della scoperta


Pugnitello del Piaggione, nome altisonante, l’accrescitivo rimanda inesorabilmente alla Toscana. Non stiamo parlando di Sangiovese però, ma di un autoctono meno famoso chiamato Pugnitello. Un vitigno antico, le cui origini sono poco chiare e che deve il suo nome alla forma del grappolo che a guardarlo ricorda un piccolo pugno. Il vitigno fu (ri)scoperto nel 1981 in località Poggio del Sasso, presso Grosseto, per mano dei ricercatori del Dipartimento Ortoflorofrutticoltura Università di Firenze. Per 20 anni fu oggetto di studi fino a quando nel 2002 il Ministero dell’Agricoltura lo inserì nel Registro nazionale delle varietà di vite e nel 2003 la Commissione Regionale Toscana iscrisse il Pugnitello nell’Elenco delle varietà ammesse alla produzione di uva da vino nella Regione Toscana. Successivamente alcune aziende dapprima lo piantarono e poi iniziarono a vinificarlo con ottimi risultati come nel caso del Pugnitello del Piaggione Podere Poggio al Gello*. Nel 2004 i proprietari Alda Chiarini e Giorgio Nelli piantarono 2600 barbatelle di Pugnitello, ottenendone la prima vendemmia nel 2007. L’azienda che si trova a Paganico nei pressi di Grosseto, lavora in regime biologico ed è certificata Icea. Ho assaggiato l’annata 2011 trovando nel bicchiere un vino di carattere, ma soprattutto di grande piacevolezza, merita la scoperta.


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