
Anche se non ci sei nato in quel posto, non lo hai nel sangue, non sei già mezzo sepolto insieme ai vecchi, Santo Stefano Belbo è un’ossessione per chi ama Cesare Pavese. Ed è paradossale che il vino più rappresentativo di quella terra sia il Moscato, vino lieve e dolce come certamente non lo è stata la vita decadente di Pavese. Avendo la pazienza di ricercare, di avere il coraggio di non adagiarsi comodamente ai grandi nomi di Langa, si trovano cantine che riconciliano con un’idea di vino immediato, spontaneo, ma non per questo banale, tutt’altro. Ne è un esempio Beppe Marino. L’azienda nasce nel 1972, ed è un’azienda a conduzione familiare nel senso autentico del termine, che coinvolge direttamente moglie e figli. Tre vini incontrati che hanno lasciato il segno: Moscato D’Asti Santo Stefano 2014, quello che vuoi e ti aspetti, grande e nello stesso tempo semplice, il Moscato d’Asti ideale. L’ottima Barbera D’asti Superiore Momparone DOCG 2012, austera ma al tempo stesso delicata e ultimo, ma non meno importante, lo Chardonnay 2014. È proprio vero che lo Chardonnay da quelle parti acquista un sapore del tutto particolare. Un vino che ricorda per frivolezza il basco Txakoli Blanco Talai Berri, entrambi straordinari compagni di convivi estivi.
ll mio paese sono quattro baracche e un gran fango, ma lo attraversa lo stradone provinciale dove giocavo da bambino. Siccome, ripeto, sono ambizioso, volevo girare per tutto il mondo e, giunto nei siti più lontani, voltarmi e dire in presenza di tutti: “Non avete mai sentito nominare quei quattro tetti? Ebbene, io vengo di là’”.
Cesare Pavese
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.