
La buona notizia e che, finalmente, anche il Collio ha la sua Anteprima. Da quest’anno, infatti, ha preso il via la prima edizione di “Enjoy Collio Time”, cinque giornate dedicate alla promozione del vino del Collio e alla sua storia e cultura enogastronomica. Era sensazione diffusa che nel Collio ci volesse una ventata di aria nuova. A causa di un glorioso passato, nemmeno tanto remoto, ci si era addormentati un po’ troppo sugli allori, correndo il rischio di perdere un primato di qualità riconosciuto in tutto il mondo. C’era la necessità di tornare a essere il motore dell’eccellenza, reimpossessandosi di quell’ambizione che ne aveva caratterizzato lo sviluppo tra anni ’80 e ’90 e che ha fatto crescere tutta la regione. Si è partiti subito con il botto in questa prima edizione dell’anteprima, affrontando alcuni nodi cruciali, al momento ancora in via di definizione ma che presto diverranno concreta realtà. In primis la Docg Collio. Sono passati ben 52 anni dal primo disciplinare di produzione stilato dal conte Attems ed era giunto il momento di apportare dei cambiamenti per ricollocare il Collio nel posto che merita. L’iter verso la Docg è cominciato e la modifica del disciplinare, approvata dai soci del Consorzio, propone il passaggio a Docg di tutte le tipologie e l’inserimento al vertice della piramide qualitativa del Collio Gran Selezione (bianco) e del Collio Pinot grigio Superiore.

L’idea del Collio Gran Selezione è davvero una gran cosa perché consente di rimettere prepotentemente in primo piano il Collio. L’uvaggio sarà composto esclusivamente da vitigni autoctoni (Friulano dal 40% al 70%, Ribolla Gialla e Malvasia Istriana entrambe fino al 30%), vinificando uve provenienti da cru aziendali e utilizzando esclusivamente la “bottiglia Collio”, senza dimenticare che in etichetta la scritta Collio non dovrà essere inferiore a 2 cm e quindi facilmente visibile e subito identificabile.
Rimarrà tutto uguale invece per il Collio Bianco, ovvero uve provenienti dai vigneti composti, in ambito aziendale, da una o più varietà bianche previste nella Doc, con un limite del 15% in totale per Muller Thurgau e Traminer aromatico.
Accanto al Collio Gran Selezione c’è anche l’idea di rafforzare l’internazionale, (fa specie dirlo), Pinot grigio, visto che è la varietà più diffusa nel Collio e qui ha sempre avuto grande tradizione e vocazione e per questo motivo verrà inserita la tipologia Superiore.

Completano i cambiamenti previsti al nuovo disciplinare la riduzione delle rese e l’introduzione di un sistema di regolamentazione in base all’annata, l’aumento del titolo alcolometrico volumico naturale minimo e lo slittamento dell’uscita sul mercato, allineato alle riserve per il Pinot grigio Superiore e non inferiore a due anni per la Gran Selezione.
La vendemmia 2017 però, visti i tempi tecnici necessari difficilmente sarà la prima vendemmia del Collio Gran Selezione, con ogni probabilità il momento tanto atteso e che, ne sono convinto sarà davvero la chiave di volta, arriverà con la vendemmia 2018.
L’annata 2016
Purtroppo con una sola giornata a disposizione ho potuto assaggiare unicamente Pinot Grigio, Pinot Bianco e Sauvignon, 53 vini in tutto, una discreta panoramica considerando anche qualche annata precedente. Il Pinot Grigio 2016 deve ancora trovare un suo equilibrio, mi ha fatto piacere ritrovare un buon numero di ramati. Il Pinot Grigio del Collio è un vino di grande appeal, a tratti un po’ rustico ma davvero unico. Ha bisogno di tempo, non si può giudicare nella fretta dei pochi minuti a disposizione durante la degustazione alla cieca. Dico questo perché ho sentito, soprattutto dalla stampa di settore italiana, giudizi un po’ tranchant, ci vogliono calma e sangue freddo. Il Pinot bianco invece magnifico da subito. Non riuscirò mai a capire perché, si punti così poco su questo vino, 8 campioni assaggiati, uno più buono dell’altro. Infine il Sauvignon. Nel complesso degli assaggi, l’annata 2016 ha regalato grande materia. Vini che pur mantenendo intonse le caratteristiche varietali non sono mai caricaturali nei profumi come spesso accadeva da queste parti. Solo finezza e prospettiva.

Le mode cambiano ed il territorio resta. Il nostro obiettivo oggi deve essere spiegare per quale motivo il Collio è unico e tutti i vini che vengono prodotti qui da noi sono irripetibili. Quindi raccontare l’unicità del suo terreno, ricco di sali minerali, del suo microclima legato alla sua posizione geografica, della sua storia e dei suoi produttori, innamorati del proprio lavoro. Il Collio è un territorio ricco di valori e di passione. Di sofferenza dopo una grandinata, ma di soddisfazione dopo aver raccolto l’ultimo grappolo di un annata o durante l’assaggio dei vini a fine fermentazione e addirittura dopo anni di bottiglia. Oggi noi dobbiamo riempire con le emozioni quella parte di calice che rimane vuota, emozioni che il consumatore recepisce e che solo poche grandi zone possono esprimere.
Robert Princic
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