Il vino capovolto e altre storie. Intervista a Sandro Sangiorgi


Il vino capovolto è quel libro necessario. Un libro di riconciliazione con la bellezza del vino e con la leggerezza che dovrebbe esserci nell’approccio al liquido odoroso, liberandosi il più possibile da rigidi schematismi, anche se, come dice Sandro Sangiorgi, e lo spiega nell’intervista, il vino, nonostante tutto, è bevanda elitaria. Sandro Sangiorgi e Jachy Rigaux, inconsapevolmente nei loro scritti e nell’attività di divulgazione hanno fatto lo stesso percorso ovvero, portare le persone a rinunciare alla liturgia e ritrovare il sentimento più intimo e sincero verso il vino. Esempio concreto in questo senso è l’attenzione posta alla centralità dell’esame gustativo, la bocca come centro nevralgico della sensibilità, spesso soppiantata dall’ossessione del riconoscimento di mille profumi improbabili. Naturalmente il vino capovolto è molto altro, pertanto lascio al lettore scoprirne l’importanza pagina dopo pagina; mi premeva, come per L’invenzione della gioia,  lasciare spazio alle suggestioni che gli scritti di Sandro, contenute nell’introduzione e nella seconda parte de Il Vino capovolto, hanno provocato, ne è nata questa audio intervista.

Parte prima

Sandro ne “Il vino capovolto”, già nella tua introduzione c’è un concetto a me molto caro che è quello della necessità a un nuovo approccio al vino. Scrivi: “ … il mio interlocutore è la persona che assaggia e beve vino, il cittadino consumatore che appare, e spesso vuole sentirsi, l’anello debole della catena e che invece ha un potere eccezionale per cambiare le cose, cominciando a pretendere sempre più vini interessanti e che lasciano un senso di benessere”. Volevo focalizzare l’attenzione proprio sul cittadino consumatore che tu dici appare e spesso vuole sentirsi l’anello debole. Sono altresì convinto che, spesso, siano proprio gli addetti ai lavori ad avere nei confronti di quel cittadino consumatore un atteggiamento di esclusione che lo allontana dal mondo del vino invece che attrarlo; snaturando l’essenza del vino stesso che, per sua natura, dovrebbe portare alla convivialità, alla condivisione. Non saprei come altro definire, se non escludente, il ricorso esasperato a tecnicismi, il dogmatismo e lo snobismo di taluni. Che ne pensi?

Parte seconda

Sono passati sei anni da L’invenzione della gioia; il mondo del vino è cambiato, forse più che altro in maniera gattopardesca, certe posizioni di rendita rimangono immutabili, ma non è questo il focus della domanda, m’interessa di più sapere invece com’è cambiato nel frattempo il tuo mondo del vino, quello di Sandro Sangiorgi.

Parte terza

Che cosa ritieni davvero che in questo momento storico stia mostrando la corda: le guide, le troppe manifestazioni enogastronomiche, gli innumerevoli corsi per sommelier organizzati in lungo e in largo per la Penisola? Poiché sei divulgatore tra i più appassionati e seguiti, quale ritieni sia l’approccio più corretto, o meno traumatico, per il neofita, quello che poi lo porti davvero a innamorarsi del vino e al contempo a renderlo un consumatore consapevole?

Il Vino capovolto

Autori: Jackie Rigaux e Sandro Sangiorgi

Data Pubblicazione: 2017

Pagine: 140

Editore: Porthos Edizioni

Lingua: Italiano

Per approfondimenti

Le foto dell’introduzione e della prima parte sono tratte dalla pagine Facebook di Porthos Edizioni

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