Quel filo sottile che unisce musica, vino e speranza di riscatto


Gaetana Jacono

La musica è forse l’unico esempio di quello che avrebbe potuto essere – se non ci fosse stata l’invenzione del linguaggio, la formazione delle parole, l’analisi delle idee – la comunicazione delle anime”. Così parlò Marcel Proust. La musica come occasione di fuga dai patimenti e dalla miseria ma anche possibilità di riscatto sociale e intellettuale, come ci ha insegnato “El Sistema”, un modello didattico musicale, ideato e promosso in Venezuela da Josè Antonio Abreu, che ha visto, come protagonista per impegno e dedizione anche il grande Maestro Claudio Abbado. Tutto questo per dire che in un’epoca plumbea come quella che stiamo vivendo, ho una smisurata ammirazione per chi decide di sostenere economicamente un progetto, non immediatamente popolare come “Music Fund”, che raccoglie e invia strumenti musicali e promuove la formazioni di esperti di liuteria e riparazione di strumenti nei paesi in via di sviluppo e nelle zone di conflitto. È capitato che sfogliando le pagine del periodico di cultura musicale Amadeus mi sia imbattuto in un articolo scritto da Edoardo Tomaselli, per la rubrica “Mecenati”, dedicato a Gaetana Jacono, proprietaria della cantina siciliana Valle dell’Acate e strenua sostenitrice del progetto: non potevo non rivolgerle qualche domanda in merito. Ovviamente si è parlato anche di vino.

 Gaetana, il Progetto Music Fund, come ci è arrivata e perché ha deciso di sostenerlo.

Amo la musica, l’ascolto, appena posso, in qualsiasi momento della giornata. Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia che mi ha insegnato a conoscerla, a comprenderla e apprezzarla. Nella nostra casa di Vittoria mio padre conserva e arricchisce con minuzioso e implicato amore una raccolta di strumenti nella “sua” stanza della musica.  Per questo è stato naturale per me affiancare Milano Musica che da 25 anni regala a Milano, la città della mia seconda residenza, un programma che indaga con sapienza i linguaggi della musica contemporanea.  Sempre attraverso Milano Musica ho conosciuto, e subito sposato, il progetto “Music Fund” finalizzando il contributo solidale di Valle dell’Acate al trasporto degli strumenti musicali verso il Mozambico. Mi affascina il filo sottile che unisce la musica e il mare, in un intreccio di suoni e pause, silenzi. Ho anche immaginato questi strumenti che vivono la loro seconda vita, a bordo di una barca che percorre lentamente il suo viaggio attraverso luoghi e culture per arrivare lentamente, giorno dopo giorno a conquistare la meta. 

Questo mi rimanda al viaggio che i miei antenati facevano fare alle botticelle di vino, cariche di Frappato e Cerasuolo di Vittoria, che partivano dal porto di Scoglitti per arrivare a Marsiglia, l’origine della storia vinicola della mia famiglia Jacono. Così la bottiglia è il frutto di un progetto lento e grande, che dalla terra e dal vigneto cresce e produce l’uva che si trasforma in vino messo in bottiglia, messaggera a sua volta della storia di un luogo, in viaggio su rotte sempre diverse, lungo il quale incontra luoghi e culture e li avvicina. Il mio amore per la musica ha portato Valle dell’Acate verso Music Fund. Ora Music Fund mi riporta al mare: musica, mare, vino sono i miei grandi amori, capaci di placare il mio animo e di contrapporsi a una vita sempre in movimento. Sono i simboli della lentezza e della pazienza necessari per portare a compimento un grande progetto.

Nell’articolo comparso su “Amadeus”, autorevole periodico di cultura musicale, racconta che “Il vino contiene messaggi: è storia di luoghi e di persone. È gioia, convivialità e soprattutto condivisione. E qualcosa di simile lo ritrovo anche nella musica…”. È una definizione che mi è particolarmente cara, sia perché è il motto del mio sito, “Storie di vino, storie di persone, storie di luoghi”, sia perché il vino come elemento di condivisione e inclusione tra le persone è un mio chiodo fisso. Questo suo accostamento tra vino e musica, mi ha fatto venire in mente il lavoro che da anni viene fatto dal Festival Internazionale di Musica di Portogruaro, dove all’interno della sezione “Penombre”, che so, tra un laboratorio di Quirino Principe e uno di Giovanni Bietti, una cantina ha la possibilità di presentare e far degustare, ad un pubblico non necessariamente di conoscitori, i propri di vini. Trovo che sia un modo particolarmente interessante di approcciare al consumatore, diverso vivaddio, dai soliti banchetti presenti alle innumerevoli manifestazioni di settore, che ne pensa?

Ho sempre pensato il mio vino come un progetto ampio che racchiudesse la vita stessa, la mia vita, che ho sempre desiderato piena di progetti che spaziano verso tutto ciò che di bello ed emozionante la vita può darti e che io potevo restituire   alla vita e alle generazioni che verranno, perché credo che il vero valore di un imprenditore sia ciò che lascia come messaggio a chi verrà dopo. I vini Valle dell’Acate sono e sono stati partner di musica, cibo, moda, design, senza mai allontanarsi dalla loro essenza che è la terra e il territorio da cui provengono, di cui sono espressione di identità e carattere. È ovvio a dirsi con una ricerca di qualità sempre alta, una intransigenza in questo che mi contraddistingue nel carattere. Tra questi la mia attenzione primaria va al cibo e vino come matrimonio perfetto e quindi voglio risaltare il mio progetto di accoglienza.

Cantina Valle dell’Acate


“The House of Pairing” nasce dalla convinzione che la tavola sia la “scena” perfetta per degustare i vini. Conosciamo tutto di un vino, siamo in grado di realizzare la ricetta di un piatto ma sono pochi a saper abbinare il giusto vino a un cibo. È a tavola, assaggiando cibi buoni e intrattenendosi in piacevoli conversazioni, che il vino rilascia tutto il suo carattere e dà prova della sua qualità. E sono queste le ragioni che mi hanno portato a inaugurare nella Casa del Gelso, nel cuore delle storiche palmento e dispensa di Valle dell’Acate, l’innovativo format “The House of Pairings”. Qui, con una buona dose di esperienza e cultura, ho immaginato, grazie al sapiente supporto di Davide Di Corato, tante proposte incentrate sull’associazione dei vini ai piatti, un modo per esaltare le straordinarie materie prime che la Sicilia ci regala identificando i giusti abbinamenti. Qui, cucinerò in prima persona i piatti che negli anni ho messo a punto per i nostri vini, e sarò affiancata da Davide nelle degustazioni verticali, mentre sarà lui a condurre i corsi veri e propri. Ad ogni modo, i nostri ospiti potranno vivere un’esperienza unica, all’insegna della tradizione, del gusto e dell’autenticità della nostra terra e dei suoi prodotti. Tre parole per sintetizzare la mia vita nel vino: euforia, futuro, qualità. E ricerca continua di un’emozione. La stessa che oggi scelgo di ricreare con questo progetto di accoglienza: una casa dal sapore della tradizione, della memoria, della famiglia. Per questo, ho deciso di valorizzare l’azienda e il territorio circostante aprendo un’attività ricettiva nel cuore della Cantina, un luogo immerso nella natura che, una volta completo, conterà fino a 10 posti. Accanto alla Dispensa e al Palmento che ospitano le degustazioni e gli eventi per gruppi di persone, ho aperto agli ospiti la prima porzione della dimora dove, in un unico corpo, si sviluppano in linea, seguendo il ritmo vitale dello svolgersi di una giornata, la cucina, la sala per la colazione, il pranzo e le degustazioni, il salotto e una camera da letto. Si realizza così il sogno di soggiornare nei vigneti del Cerasuolo, dove poter apprezzare da vicino le produzioni di un’azienda ma da dove partire per scoprire le meraviglie della provincia di Ragusa. Nei vini di Valle dell’Acate è racchiusa l’essenza della “mia” Sicilia, quella autentica, incontaminata, che desidero far conoscere a tutti: appassionati e neofiti dell’enologia, della terra, dei viaggi. Perché ogni calice porta in sé un messaggio di cultura e di storia, la propria ma anche quella di chi incontra. Ed ecco che le culture si fondono, si incontrano, e il vino attorno ad un tavolo predispone gli animi alla accoglienza e alla conoscenza reciproca. Niente può essere più bello di condividere una tavola con un buon vino in   abbinamento al suo piatto.

Gaetana, non posso esimermi dal chiederle notizie sui progetti ai quali sta lavorando, sia nel mondo del vino ma anche in altri ambiti e, ovviamente, sulla vendemmia 2019 a Vittoria.  

Il 2018 segna contemporaneamente il punto di arrivo e il punto di svolta e posso dire che il sogno che perseguo con tenacia da vent’anni prende forma manifesta. Sogno che potrei sintetizzare nel trionfo del Cerasuolo di Vittoria. Insieme a Carlo Casavecchia, l’enologo piemontese capace di far suonare al meglio le corde dei vitigni autoctoni siciliani, abbiamo finalmente, dopo 5 anni di, in cantina, presentato la prima annata di “Iri da Iri”, il Cerasuolo di Vittoria Cru Docg, espressione di una sola vigna, dell’Altopiano Bidini Soprano. Un vino che conferma la nostra convinzione, mia e di Casavecchia, che il Cerasuolo può essere un vino di lungo invecchiamento. E ancora, tutti gli 80 ettari di vigneto di proprietà di Valle dell’Acate, in mano alla famiglia Jacono da sei generazioni, sono definitivamente certificati biologici. Caratterizzati da 7 terre di diversa tipologia e struttura, si estendono tutt’attorno al vecchio “palmento e alla dispensa”, testimoni architettonici della lunga storia della mia famiglia, esperta conoscitrice e promotrice del Frappato e del Cerasuolo di Vittoria. 7 diverse terre che regalano unicità e identità ai vini, inconfondibili nella loro espressione più pura, cercata con integrità. Un’azione costante di valorizzazione del territorio, anche attraverso la scelta responsabile dell’eco-sostenibilità. Tutte le nostre scelte sono green: dalla produzione all’accoglienza nella casa del gelso (the house of pairing). Ho voluto spiegare cosa è successo nel 2018 per delinear i miei progetti futuri. La mia mission sarà quella di fare conoscer il Cerasuolo al grande pubblico, un vino antico ancora oggi non apprezzato dai giovani, al quale sono certa piacerebbe essendo moderno, di facile abbinamento. Lo farò attraverso il territorio, creando ancora di più occasioni di accoglienza, la Sicilia cresce in questo senso e crescerà sempre di più, il veicolo sono i turisti, messaggeri del valore e del sapore dei luoghi che visitano. Lo farò, spero unita agli altri produttori di Cerasuolo di Vittoria Docg del territorio, attraverso il Consorzio, con progetti di valorizzazione delle contrade che ne esaltano le caratteristiche peculiari di ogni Cerasuolo, nato in diversi luoghi all’interno del territorio. Un’attenzione in più avrò verso il Classico, Cerasuolo di Vittoria Docg che si produce a Ragusa, Acate, Comiso e Vittoria. La denominazione Classico non è ancora così conosciuta e valorizzata. Nel frattempo, Valle Dell’Acate è biologica nei vigneti dal 2018 e dal 2019 anche in cantina, e così si sta componendo il cerchio di una azienda green a tutto tondo, nell’ambito di un disegno più ampio di innovazione che ogni giorno si delinea maggiormente nella mia testa e orienta le mie scelte, senza dimenticare mai che siamo in prestito su questa terra e quando restituiamo dovremmo farlo avendo dato valore a ciò di cui abbiamo fruito.

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