Il comparto del vino è indubbiamente uno di quelli a più alta capacità di immagine evocativa, in grado di far scattare qualcosa dentro al punto tale che imprenditori di successo, che operano in altri settori, sentano una sorta di chiamata, arrivando al punto di lasciare la precedente attività per dedicarsi esclusivamente al nettare di bacco e a tutto ciò che vi gravita attorno. È successo così a Marco Bacci che nel 1996 ha abbandonato il settore tessile per dedicarsi completamente al vino.

In realtà Marco Bacci il primo grande acquisto lo fa nel 1983, siamo nel Chianti Classico, la tenuta è Castello di Bossi a Castelnuovo della Berardenga. L’idea inziale è quella di un investimento immobiliare, ma poi la passione per il vino si fa divorante e il calcolo economico passa in secondo piano. Successivamente, nel 1998, acquista l’azienda Renieri a Montalcino e a seguire Terre di Talamo nella Maremma Toscana. L’ultimo grande investimento della Bacci Wines è la Tenuta Terre Darrigo a Linguaglossa ai piedi dell’Etna.

Capita sovente a chi approda al vino, provenendo da altri settori, di incappare in quell’automatismo, che spesso si è rivelato una iattura, che vede come scelta quasi obbligata l’ingaggio dell’enologo di grido. Bacci Wines, con lungimiranza e intelligenza, si è affidata a quel grande talento che è Stefano Marinari. Fiorentino di nascita, per la precisione di Bagno a Ripoli, ha studiato enologia presso l’università di Firenze. Per la magistrale si è laureato presso l’Università di Torino con il professor Vincenzo Gerbi; vanta esperienze in Italia, Nuova Zelanda, Napa Valley e Cile.

Degustare con Stefano Marinari è una gran bella esperienza. Umile, ma sicuro del fatto suo, da ogni territorio dove si insediano i vigneti di Bacci Wines, si tratti di Chianti Classico o di Etna, ha saputo ricavarne peculiarità e sfaccettature. Dopo la degustazione di un’ampia panoramica delle etichette di Bacci Wines, la conclusione è che ci troviamo di fronte a vini di ottimo livello, con punte di eccellenza assolute. Si parte con un Metodo Classico pas dosé da uve sangiovese in purezza, il Barbaione AD 1111, 48 mesi sui lievi, che stupisce per finezza e fragranza.

Si vola poi sull’Etna, con il Terre Darrigo Etna bianco 2022 e il Terre Darrigo Etna rosato, sempre per il millesimo 2022. Praticamente questa è la prima vendemmia di Bacci Wines su “a Muntagna” e a giudicare dalla piacevolezza ed eleganza che il bicchiere restituisce, ne vedremo delle belle. Tra i bianchi della costa maremmana, sono stato piacevolmente sorpreso da due vini della Tenuta Terre di Talamone, il Viognier Vento Teso 2022, che affina in acciaio e conquista il palato con la nettezza del frutto, freschezza e sapidità e del Vermentino Vento Forte 2021. Quest’ultimo affina 12 mesi in barrique, in prevalenza di secondo e terzo passaggio.

Il bouquet è floreale, con delicate note agrumate e una particolare nota iodata a ricordarci che proviene dal mare, sicuramente uno dei bianchi più interessanti assaggiati ultimamente. Per quanto riguarda i rossi, stupefacente per eleganza e espressività è il Pinot Nero, a conferma che questo vitigno coltivato e vinificato in alcune zone della Toscana continui a sorprendere. Per Bacci Wines questa 2022 è la terza annata prodotta, parliamo di circa 3.000 bottiglie. A seguire segnalo la Riserva Berardo 2019, ovvero un grande Chianti Classico della tradizione, complesso e profondo.

Il Corbaia 2019 da un blend di sangiovese, cabernet sauvignon e cabernet franc, è un grande Supertuscan, austero e materico. Chi ama i Supertuscan di razza, potrà trovare nel Corbaia un alter ego a tutti gli altri super vini che finiscono in “aia”. Stefano Marinari mi versa poi il Brunello di Montalcino Ranieri 2019 per un assaggio in anteprima. Diamine che vino! Delicato e intenso il corredo aromatico, Il sorso è vellutato, al palato è espressivo e profondo, mi stupirei di non trovarlo tra i Brunello più premiati quando uscirà.

Completa l’opera Talamo a Mare 2018, un blend di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Syrah. La particolarità di questo vino è che affina a una temperatura costante di 16 gradi, in una cantina subacquea immerse a 35 metri di profondità nel mare di Talamone. Il naso è accattivante con note frutta rossa e sottobosco e una piacevole speziatura.

Al palato è pieno, rotondo, con un tannino levigato e una delicata sapidità, chiude slanciato e suadente. Peccato non essere riuscito a fare il confronto con lo stesso vino affinato in cantina, anche perché, come mi è già capitato con la degustazione di altri vini così detti underwater, le sfumature sono notevoli e laddove c’è stato affinamento subacqueo, il vino risulta sempre più intrigante per qualità e complessità. Sarà per la prossima volta, anzi è un impegno che mi prendo con il mio mentore in terra di Toscana Thomas Taddeo.

Le tenute di Bacci Wines
Bacci Wines, produce circa 1,5 milioni di bottiglie, genera ricavi per oltre 10,6 milioni di euro con un utile vicino ai 3 milioni di euro e, curiosamente, il 95% del fatturato è realizzato all’estero, principalmente negli Stati Uniti e in Asia. Il gruppo Bacci Wines è certificato biologico. Ad affiancare Marco Bacci alla guida del Gruppo Bacci Wines oggi ci sono i figli, in particolare Jacopo Bacci e l’imprenditore internazionale Serg Bell.

Castello di Bossi
Il Castello di Bossi sorge al centro dell’azienda, situato nella parte meridionale del Chianti Classico, nel comune di Castelnuovo Berardenga. Si estende su 500 Ha di terreno di cui 120 coltivati a vigneto. L’altitudine media dei vigneti è di circa 350 m sul livello del mare e la loro esposizione ruota da sud-est a ovest. Le tre uve principali sono sangiovese, cabernet sauvignon e merlot. I terreni predominanti sono il tufo, le argille gialle, le sabbie limose e il sasso spezzato.

Barbaione
La tenuta di Barbaione ha un totale di 110 ettari, di cui 17 di vigneto Chianti Classico. Si trova nei terreni che confinano con Castello di Bossi e Tenuta di Renieri, con esposizione che va da sud-est a sud-ovest. I fabbricati all’interno della tenuta sono ricchi di storia e la Villa principale risale al 1200. Ad oggi le tre aziende confinanti, Castello di Bossi, Tenuta di Renieri e Barbaione, formano un corpo unico fra i più importanti della Toscana. A Barbaione si produce e affina lo spumante metodo classico da uve sangiovese

Tenuta di Renieri
La Tenuta di Renieri si trova nel comune di Castelnuovo Berardenga. La proprietà confina con i terreni del Castello di Bossi e si estende per circa 60 ettari, di cui 22 a vigneto. La Tenuta di Renieri è specializzata nella produzione di Chianti Classico e Chianti Classico Riserva. I vigneti sono rivolti a sud e la composizione dei terreni varia dalle argille gialle al tufo. Il tutto è supportato da uno scheletro di sasso tondeggiante che agisce da drenaggio naturale.

Renieri
Renieri si estende su circa 120 ettari, di cui 30 coltivati a vite. Si trova nella parte meridionale del territorio di Montalcino, nelle terre che guardano il Monte Amiata. L’altitudine delle vigne è di 400 mt sopra il livello del mare e l’esposizione, a quasi 360 gradi, va da est a nord-ovest. I terreni vulcanici sono predominanti. Calcare e roccia si mescolano alle argille rosse ed il tufo. L’uvaggio predominante è il sangiovese per il Brunello di Montalcino e il Rosso di Montalcino. La cantina di oltre 1000 mq è interrata per facilitare il movimento delle uve per gravità e mantenere la temperatura ottimale necessaria per l’affinamento del vino.

Terre di Talamo
Terre di Talamo è situata a sud di Grosseto nella Maremma Toscana. La DOCG è Morellino di Scansano. I terreni vitati sono circa 35 ettari con varietà di uve come sangiovese, merlot, cabernet Sauvignon, cabernet franc, syrah, alicante, petit verdot, vermentino e viognier. I terreni sono composti da argille brune.

Talamo a Mare
La cantina subacquea è un esperimento unico: 9000 bottiglie di Talamo IGT sono state immerse a 35 metri di profondità nel mare di Talamone per completare l’invecchiamento a una temperatura costante di 16 gradi: un compito portato a termine grazie ad esperti di immersioni e sport subacquei. Le bottiglie sono state posizionate con l’aiuto di un pontile di 40 metri e la collaborazione di Cressi Sub.

Terre Darrigo
La Tenuta Terre Darrigo è l’ultimo acquisto di Bacci Wines. Si trova nel Comune di Linguaglossa a 650 / 700mt sul livello del mare, nella contrada storica D’Arrigo. I vigneti Etna DOCguardano al mare di Taormina da una parte e la cima del vulcano Etna dall’altra. I terreni, tipici della zona, sono formati dalla lava millenaria che durante le eruzioni ha costruito lo scheletro unico ed irripetibile. Caratteristica dell’azienda, i terrazzamenti di pietra lavica, costruiti a mano nella storia dei tempi. I vigneti a bacca rossa sono quasi esclusivamente di nerello mascalese. Una piccola percentuale a nerello cappuccio, la vigna di bianco è carricante.
Stefano Marinari, enologo del gruppo Bacci Wines, racconta la Tenuta di Castello di Bossi a Castelnuovo della Berardenga.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.