
Venerdì 5 novembre, Pavillon des Fleurs del Kurhaus di Merano, ci sono i vini biologici e biodinamici in passerella. Inizio ad assaggiare qualcosa, panico, su cinque assaggi, almeno tre presentano un forte sentore di ridotto che non va via nemmeno dopo innumerevoli giri di calice, vino naturale o vino difettato? Lo scoramento comincia ad impossessarsi di me e mi tornano in mente le parole di Francesco Fabretti che avevo letto qualche giorno prima in un post su Facebook: “Nel giro di un paio di anni personaggi i più diversi hanno cominciato a proporre i loro prodotti a degustazioni dedicate ai vini “veri”, sottoponendo molte volte il palato a vere e proprie torture: spunti acetici, puzzette congenite dovute ad errori di cantina, Sentori stallatici,equilibri completamente sfasati, assenza di persistenza, piattezze olfattive; il tutto a prezzi imbarazzanti. Tutto questo è stato giustificato in modo cieco con la formula questo è il profumo della natura!”. No! Questa è puzza e imperizia!”
Mi riprendo e i miei occhi si posano sul banchetto di Stefano Amerighi, eccolo, ne ho sentito tanto parlare, adesso finalmente potrò verificare di persona. Stefano ha portato a Merano tre annate del suo Syrah, 2006 (la prima prodotta) e 2007 in magnum e la 2008 in bottiglia. Assaggio in sequenza le tre annate, sono sublimi per olfatto e bocca, un capolavoro, signori ecco a voi la quinta essenza dello Syrah come nella Valle del Rodano, in molti casi anche più della Valle del Rodano. I vini di Amerighi, fatti in Toscana a Cortona, sono biodinamici, fermentazione spontanea senza lieviti selezionati, solforosa e controllo della temperatura. L’affinamento viene fatto in legno e cemento per quattordici mesi e il vino imbottigliato senza filtrazione e stabilizzazione.
Cominciamo a ragionare, qualche metro più in là c’è il banchetto dell’azienda padovana “Dominio di Bagnoli”, assaggio il Pinot Grigio che non mi dispiace ma non lo trovo travolgente, poi in sequenza Friularo Riserva e Friularo Passito (da uva Friularo 100%), due perle; in catalogo c’era anche uno spumante brut 2003 metodo classico (80% Friularo e 20% Chardonnay) che mi intrigava parecchio, purtroppo non sono riusciti a portarlo e quindi mi invitano ad andare in cantina ad assaggiarlo.
Ho girato ancora tra luci e ombre, ho anche appreso, grazie all’Azienda pugliese Pirro Varone, dell’esistenza dell’antica uva Grisola vinificata in purezza ottenendone un vino rosso molto interessante che è il caso di riassaggiare prossimamente con più attenzione. Alla fine sono uscito dal Kurhaus con una riflessione banale, direi scontata, mi sono imbarazzato da solo nel pensarla, ma alla fine credo sia inattaccabile: Anche tra i vini biologici e i vini biodinamici esistono i buoni ed i cattivi, anche tra i produttori esistono gli onesti innamorati del loro lavoro e delle loro idee e i furbetti che approfittando della moda ci rifilano delle porcherie spacciandole per vini veri, sta a noi tenere gli occhi aperti e se è il caso di mandare qualcuno al purgatorio o all’inferno mandiamocelo pure.
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