
Prima di arrivare a Bagnoli della Rosandra si passa davanti alla “Grandi Motori Trieste”, la fabbrica di motori per navi più grande d’Europa. Sinceramente fa impressione, sembra che quella zona di Trieste sia stata inghiottita da quell’orrida architettura industriale, rovinando per sempre quel lembo di Carso così ricco di suggestione e inevitabilmente ti rattristi, ma è questione di un attimo perché ti basta pensare che a pochi chilometri di distanza ti aspettano Elena ed Euro Parovel, i loro vini, il loro olio e subito l’animo si rasserena.
Una famiglia di grande cultura vinicola e olearia quella dei Parovel, addirittura tra i pionieri dell’attività agrituristica; già nell’800, infatti, le proprietà della famiglia erano meta per le gite fuori porta delle agiate famiglie triestine; ma sarà Zoran Parovel ottimamente coadiuvato dalla moglie Cvetka, negli anni settanta del secolo scorso, a gettare le basi per la creazione dell’attuale azienda che oggi, grazie ad Elena ed Euro è divenuta un’importante realtà non solo in campo vitivinicolo ma anche per la produzione dell’olio Tergeste D.O.P.

Elena, bellezza e brio carsoline, si occupa dell’area commerciale e delle relazioni esterne, mentre il mitico (conoscetelo di persona e capirete che non esagero) Euro è l’enologo di casa innamorato da sempre dei vitigni autoctoni (Vitovska, Malvasia, Terrano). L’azienda Parovel , attraverso la Parovel events è anche molta attenta alla promozione culturale, spesso in cantina, oltre alle degustazioni e alle cene a tema, si organizzano spettacoli teatrali, concerti , mostre d’arte, recentemente è stata avviata un’importante collaborazione con il celebre grafico ed umorista Valerio Marini. Trovo sempre molto affascinante e rasserenante questo connubio tra arte e vino, questo amore smisurato per la terra e per i suoi frutti che ha la famiglia Parovel, questo amore per un mondo rurale ancora possibile!
Quando il mondo classico sarà esaurito, quando saranno morti tutti i contadini e tutti gli artigiani, quando l’industria avrà reso inarrestabile il ciclo della produzione, allora la nostra storia sarà finita». (Pier Paolo Pasolini – 1962)
Il Matos Nonet 2007
uvaggio da vitigni Malvasia Istriana (60%), Sauvignon (30%), Semillon (10%)
Questo vino originariamente si chiamava solo MATOS, perchè voleva essere un vino un po’ particolare, fuori dai modelli di lavoro dell’enologia attuale. L’idea era di lasciarlo macerare lungamente sulla bucce, di metterlo in legno, di non usare prodotti commerciali per la lavorazione enologica e usare solo un minimo quantitativo di conservanti quali la solforosa, era l’idea con cui la famiglia Parovel voleva fare questo vino ma era un’idea un po’ …matta: in realtà, è un modello di lavoro antico, legato alle tradizioni e alla cultura del vino per uso casalingo, distante tecnicamente dai modelli di lavoro moderni, è un modo di fare vino come lo facevano una volta. Da questa situazione nasce la prima parte del nome. NONET è dovuto al fatto che alla presentazione della prima annata di questo vino ha suonato all’evento il “nonetto” del paese in cui ha origine la famiglia Parovel. L’evento è riuscito molto bene e la musica è stata così piacevole che si è deciso di dedicare il vino a questo evento e a questo gruppo di musicisti legato al paese e alle tradizioni locali.
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