Giobatta detto Aimone e il Pigato “Bon in da Bon”


Parafrasando Gaber si potrebbe dire che qualcuno è biologico/biodinamico perché prima in vigna usava ogni sorta di schifezza chimica, poi una notte è stato visitato dallo spirito di Steiner e allora…; qualcuno è biologico/biodinamico perché la moda prima di tutto; qualcuno è biologico/biodinamico perché si sente solo; qualcuno è biologico/biodinamico perché il mercato lo esige, il business lo esige, i manovratori del vapore lo esigono lo esigono tutti; qualcuno è biologico/biodinamico perché beve il vino (biologico ?) e si commuove alle feste popolari; qualcuno è biologico/biodinamico semplicemente perché fa parte della sua natura del suo modo di essere. A quest’ultima categoria appartengono Giobatta Vio (detto Aimone) e la sua azienda Bio Vio.
Dice Giobatta “che nelle zone più vocate dell’entroterra di Albenga lungo quella dolce vallata che partendo da Bastia, sede della nostra Azienda, risale il corso dell’ Arroscia, allontanandosi a poco a poco dalla grande Piana ingauna per giungere fino a Ranzo ed alle terre della provincia di Imperia, si producono grandi uve da sempre. L’uso di pesticidi, di diserbanti e di concimi chimici non fa parte della tradizione locale e noi non abbiamo fatto altro che adeguarci ai costumi del passato. Coltivare biologico non è una scelta né tecnica né economica, è semplicemente culturale”, disarmante per la sua semplicità vero? Diciamo subito e con certezza che da  Giobatta Vio si può trovare uno dei migliori Piagato della Liguria e uno dei bianchi italiani più interessanti, il “Bon in da Bon”, che dal dialetto ligure locale si traduce in “Buono davvero” e nome mai fu più azzeccato.  L’azienda Bio Vio oltre agli ottimi vini (vedi schede sottostanti) produce anche un notevole olio extra vergine da olive “Taggiasca” e nella parte pianeggiante dei 14 ettari dell’azienda si coltivano erbe aromatiche, basilico, salvia, rosmarino, alloro, timo, maggiorana, menta, prezzemolo, erba cipollina e aneto, che sono esportate in tutto il mondo e che inevitabilmente finiscono per far parte del corredo olfattivo dei vini prodotti dall’azienda.  Ho avuto modo di prepararmi un pesto fatto con il basilico di Giobatta, pestato al mortaio, ed è inutile che io vi dica che mentre lo assaggiavo avevo quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che abbiamo noi quando degustiamo una meraviglia e anche se Genova dista novanta chilometri da Bastia va bene lo stesso!


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