Il Blanc di Neri di Torre Rosazza, nuove bollicine in Friuli


Torre Rosazza

Schioppettino o Ribolla Nera che dir si voglia, autoctono friulano per eccellenza, il cui nome per alcuni pare derivi dalla croccantezza dei suoi acini che sembrano scoppiettare in bocca, altri, invece, fanno risalire l’originare del nome alla capacità del vino giovane imbottigliato di diventare naturalmente frizzante. Lo Schioppettino è normalmente un vino rosso fermo molto elegante di cui Fulvio Bressan è uno dei riferimenti assoluti; da qualche tempo alcuni produttori hanno cominciato a spumantizzarlo secondo il metodo MartinottiCharmat con risultati molto interessanti come nel caso di Adriano Gigante e del suo “Ribolla Nera” Spumante Brut Rosè. Recentemente però un’azienda ha tentato il grande salto del metodo classico ottenendo risultati strepitosi; mi riferisco a Torre Rosazza e al suo Blanc di Neri. Il nome è molto evocativo perché gioca tra la lingua friulana blanc di neri e il francese blanc de noirs.
Tre anni fa gli enologi Luca Zuccarello (enologo dell’azienda) e Mario Zuliani (responsabile del progetto di sviluppo Torre Rosazza), decidono di realizzare uno spumante di prestigio in grado di valorizzare i vitigni tipici presenti nel territorio dei Colli Orientali del Friuli. Dopo vari esperimenti e quando ormai sembrava che la Ribolla Gialla fosse il vitigno prescelto c’è stata l’intuizione di usare la Ribolla Nera, uva in grado di dare un vino sicuramente più complesso, quindi è stata del tutto naturale la scelta di spumantizzare con il metodo classico; dopo la vendemmia del 2008 circa 2000 bottiglie sono state destinate alla produzione del   “Blanc di Neri”. Nell’estate 2009, si stappa qualche bottiglia per un primo assaggio e i risultati sono davvero incoraggianti, naturalmente Il vino ha ancora bisogno di evoluzione, poi finalmente nel mese di febbraio 2011, dopo 24 mesi sui lieviti, è arrivata la prima sboccatura. L’assaggio del Blanc di neri è stato davvero una piacevole sorpresa, materia prima eccellente, grande struttura e complessità e credo che un’ulteriore sosta sui lievi (almeno 36 mesi) potrebbe dare risultati davvero impensabili fino a qualche anno fa per una bollicina friulana.

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