
Pensavo, con dannata spocchia, che il Teroldego finisse con Elisabetta Foradori; poi al recente Ein Prosit, il mio mentore (Paolo Ianna), ancora una volta, è riuscito a sorprendermi, consigliandomi di assaggiare i vini di un’azienda trentina. La sorpresa in questione si chiama Redondèl una piccola cantina di Mezzolambardo che vinifica solo Teroldego per 9.500 bottiglie l’anno. Paolo Zanini (e la sua compagna Mara) è una persona davvero squisita, quel genere di vignaiolo che ti basta parlarci un poco assieme e sai già che tipo di vino troverai nel bicchiere; quel genere di vignaiolo tenace, orgoglioso e onesto, proprio come il vino che ti verserà nel bicchiere. Teroldego, dicevamo, vitigno affascinante che si pensa possa provenire dall’Europa orientale, un vitigno con un grande potenziale non ancora del tutto espresso e che trova in Paolo Zanini un interprete appassionato a tal punto da fare, e con molta probabilità credo sia l’unico, un Teroldego rosato molto interessante. Paolo mi racconta che in realtà il rosato era il Teroldego delle origini, un vino fatto per piacere ai vicini austriaci che spesso lo scambiavano con i cavalli e non è un caso che il papà di Paolo divenne commerciante di equini. Ci pensate che scambio romantico? Il più nobile degli animali in cambio del liquido inebriante, roba da scriverci come minimo un romanzo; Paolo, invece, si è “accontentato” di un manifesto programmatico che potete leggere più avanti. Come non innamorarsi di un tipo così e del suo vino.

I vini
Gli ettari vitati sono 3 disposti su sette appezzamenti con vigenti di età compresa tra i 25 e gli 80 anni.
Assolto (Teroldego 100%)
Paolo Zanini lo chiama così perché essendo rosato ha concesso poco tempo al contatto con le bucce e quindi ha “assolto” in suo compito in fretta, la sciando al vino sentori leggeri di rosa e spezie. Un rosato di gran corpo, stupendo per un aperitivo non banale.
Dannato (Teroldego 100%)
Vino fatto nel rispetto della tradizione e del territorio della piana rotaliana anche se segue una strada tutta sua e per questo dannato. Esce dopo dodici mesi di affinamento in bottiglia; bella frutta matura e spezie, un vino che rimane a lungo.
Beatome (Teroldego 100%)
Esce dopo 4 anni, è il “Teroldego che vuole essere un grande vino” dice in tono scherzoso Paolo, anche se c’è poco da scherzare, dico io; un vino di grande complessità, da tenere in cantina a lungo, per poi inebriarsi.

Il Manifesto programmatico del vignaiolo Paolo Zanini
faccio vino perché a nove anni mio padre mi svegliava all’alba per accompagnarlo nelle vigne.
faccio vino perché solo a quattordici – sotto l’occhio di papà o dei collaboratori anziani – ho compiuto le prime potature: ed è stata gioia, come i regali la mattina di Natale.
faccio vino perché non saprei fare altro e ne vado orgoglioso; quando sono tra le mie vigne mi sento a casa, più di quando lo sono in realtà.
faccio vino perché papà mi ha cresciuto per far ciò: lui – anche commerciante di equini (perché il valore del vino che spediva in Austria spesso gli veniva corrisposto in cavalli) – sapeva che, tra le due cose, la prima avrebbe avuto un futuro.
faccio vino perché “a parlare si fa presto”… ma io preferisco tacere e far parlare lui, da sempre unico responsabile di una loquace sincerità.
faccio vino per mio padre, che dal cielo mi segue come un angelo e per mia madre, che qui in terra mi accudisce come io faccio con le mie vigne.
faccio vino perché Mara – mia compagna e futura sposa – crede in me.
faccio vino perché riconosco che il poterlo fare è un dono del cielo e poterlo conoscere e provare a migliorare di anno in anno è un privilegio a cui non posso rinunciare.
faccio vino per il fine ultimo di poterlo condividere con gli ospiti della mia cantina e con quelli che, bevendolo, anche da lontano aprono un sottile e benvenuto dialogo.
faccio vino perché amo la natura, ne rispetto i ritmi e i limiti e le sono grato per esser sempre così generosa nonostante tutto il rispetto che – mio malgrado – le facciamo mancare.
faccio vino perché in cantina l’unica alchimia possibile è quella che le energie del cielo e della terra attuano, e nulla più.
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