Castello di Spessa: un vino eccellente, parola di Giacomo Casanova


Se qualcuno mi chiedesse da quale luogo iniziare un tour per comprendere il livello raggiunto del turismo enogastronomico friulano, non avrei esitazioni, gli farei il nome del Castello di Spessa. Questa meraviglia, immersa nella campagna del Collio friulano, oltre al resort d’eccellenza, vanta un parco letterario (dedicato a Giacomo Casanova che qui soggiorno per un periodo), un campo da golf a 18 buche, una tavernetta, un’osteria, le cantine e naturalmente gli spazi per la degustazione e la vendita dei vini. Arrivando qui qualcuno, dotato d’immaginazione, potrebbe pensare di essere stato inghiottito da una voragine spaziale e di trovarsi in Scozia tant’è la bellezza del paesaggio circostante. L’imprenditore che alcuni decenni fa, con grande lungimiranza, intuì le potenzialità turistiche del Collio e decise di investire nel “sogno” Castello di Spesa è Loretto Pali, erede di un’importante famiglia d’imprenditori nel settore del mobile ma con un amore smisurato per il vino.

Il Castello di Spessa

Il castello, le cui origini risalgono al duecento, è stato per secoli dimora della nobiltà friulana; nel corso dei secoli si sono avvicendati nella proprietà i Dorimbergo, i Rassauer e i Della Torre Valsassina, discendenti di Carlo Magno che rimasero proprietari per più di 300 anni. Fu proprio l’allora conte Luigi Torriani ad accogliere nel 1773 a Spessa l’immortale Giacomo Casanova. Oltre al grande avventuriero veneziano, sono passati per il Castello Lorenzo Da Ponte, il celebre librettista di Mozart, il maresciallo Cadorna, il maresciallo Diaz e il re Vittorio Emanuele nella Prima Guerra Mondiale, suo figlio Umberto nella seconda, poi i duchi Aimone e Amedeo d’Aosta, Mussolini, generali italiani, tedeschi, e comandanti serbi, inglesi, indiani e americani.

Il vino invece si produce al Castello sin dal XVI secolo, il primo documento che attesta una vendita di Ribolla Gialla risale al 1559, periodo in cui dimorava al Castello la famiglia Rassauer. Gli ettari vitati di proprietà sono 25, divisi tra autoctoni (Friulano, Ribolla Gialla) e internazionali (Sauvignon, Pinot bianco, Pinot grigio, Pinot nero, Merlot e Cabernet Sauvignon). I Cru aziendali sono dedicati alle famiglie che hanno abitato il Castello: Segrè (100% sauvignon), Di Santarosa (100% pinot bianco), Rassauer (100% cabernet sauvignon), Torriani (100% merlot) e naturalmente a Giacomo Casanova (100% pinot nero). I vini riposano e si affinano a una temperatura costante di 14° nelle antiche cantine scavate nel sottosuolo del castello e si trovano su due livelli: il più profondo, a 18 metri, ricavato da un bunker militare realizzato nel 1939 che tra l’altro ha una storia pazzesca che meriterebbe di essere raccontata.

L’ospitalità

Anche se le camere non sono più quelle che ospitarono Giacomo Casanova nel 1773 e non è possibile apprendere, origliando dietro una porta, i segreti del grande libertino, il fascino e l’atmosfera rimangono immutati. Il resort può essere un’ottima base di partenza per visitare le cantine del Collio.  Merita un discorso a parte l’Hosteria del Castello situata a ridosso del campo da golf. Qui è possibile degustare degli ottimi piatti di territorio (affettati e formaggi primi piatti e secondi di carne, della tradizione friulana) abbinati ai vini di Loretto Pali, con un rapporto qualità/prezzo davvero sorprendente vista l’importanza e la bellezza del luogo.

I vini degustati

Pertè – La Boatina

(100% Ribolla Gialla)

Prodotto in località La Boatina secondo il metodo charmat. Ottimo aperitivo prima di addentrarsi  nella ricca cucina friulana, con bei sentori di frutta bianca e fiori e una buona freschezza.

Collio pinot bianco di Santarosa 2009  Castello di Spessa

(100% Pinot Bianco)

La fermentazione alcolica e la malolattica avvengono in barriques nuove di Allier dove si affinano per 9/12 mesi secondo annata. Assemblaggio in vasche inox. Viene imbottigliato con leggera filtrazione e quindi affinato in bottiglia. È uno dei Cru aziendali per eccellenza (Particella 251 zona La Busa), grande complessità, struttura ed eleganza; solo 2271 bottiglie e 100 magnum per uno dei grandi vini bianchi del Collio.

Felici quelli che senza nuocere a nessuno sanno procacciarsi il piacere, e insensati gli altri che si immaginano che l’Essere Supremo possa rallegrarsi dei dolori e delle pene e delle astinenze ch’essi gli offrono in sacrificio.

(Giacomo Casanova)

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