
Etica e morale: parole grosse di questi tempi, figuriamoci, dove si fa profitto. Allora viene facile pensare che nel mondo del vino, correttezza, onestà, amore smisurato per il proprio lavoro e di conseguenza rispetto incondizionato per chi acquista il tuo prodotto, possano essere valori appartenenti solo a chi vive e vinifica seguendo i principi della biodinamica; equazione semplice, ma per nulla veritiera. Un esempio concreto? L’azienda agricola Cavalleri in Franciacorta! Lo dico subito, così a chi mi accuserà di essere agiografico potrò rispondere che ha pienamente ragione: adoro Giulia Cavalleri, la sua famiglia, gente che mi fa stare bene. Adoro i loro vini, adoro lo spazio fisico della cantina di Erbusco, è un posto magico dove si respira un’atmosfera onirica e rarefatta, con l’arredamento ottocentesco e i grandi quadri alle pareti che ti rimandano a un’epoca romantica che non c’è più. Qualcuno, magari, di un luogo così potrebbe averne soggezione, niente paura, i Cavalleri/Nember riusciranno a farti sentire talmente a tuo agio che avrai la sensazione di trovarti in un pub a bere una bella pinta di birra, eppure siamo in uno dei sancta sanctorum delle bollicine italiane.

Non sempre questo accade a chi gira per cantine, a volte (per fortuna raramente) in luoghi molto meno affascinanti ti sembra di stare sulle spine e non vedi l’ora di andartene, da Giulia Cavalleri questo rischio non c’è, anche se ti capita di arrivare nel bel mezzo di un’emergenza (metti che il corriere non ha consegnato i tappi per imbottigliare), sarai accolto con tutti crismi. Inevitabile che questo modo di essere, che non esiterei a definire un vero e proprio stile (lo stile Cavalleri), si rifletta inequivocabilmente nel liquido che trovi nella bottiglia. Bottiglie vendute sempre al prezzo che valgono, con il risultato che alla fine dell’anno in cantina non rimane più nulla. Altri, per aumentare la produzione, poiché la domanda supera notevolmente l’offerta, cercherebbero facili scorciatoie comprando uve a destra e a manca; da Cavalleri si fanno e si faranno, a meno che non ci sia dietro un progetto sensato, sempre 250.000 bottiglie (170.000 di Franciacorta e il resto Curtefranca Bianco e Rosso). Alla fine una cosa l’ho capita, che i valori d’impresa di cui si sente parlare, spesso anche a sproposito, esistono per davvero e l’azienda Cavalleri ne è un esempio tangibile a cui il mondo dell’imprenditoria dovrebbe guardare per riprendersi da questo strano, lungo, noioso periodo di depressione che l’attanaglia!

I vini degustati
Franciacorta Brut Blanc de Blancs s.a.
La cuvèe è ottenuta assemblando i vini derivati da vigneti situati sulle colline attorno ad Erbusco; la maggior parte proviene dall’ultima vendemmia antecedente il tiraggio, il 30% circa deriva da annate precedenti, appositamente conservate a temperatura controllata. La cuvèe e composta da chardonnay 100% proveniente per il 67% dalla vendemmia 2008, 26% dalla 2007, 2% dalla 2006 e 5% dalla 2005; fermentato in acciaio per il 90%, in botte grande di rovere per il 5% e in barrique vecchie per il 5% . Dégorgement, da Marzo a Dicembre 2011, con aggiunta di liqueur d’expédition con dosaggio di 3 gr/lt di zuccheri e 15 mg/lt di solfiti (come specificato in controetichetta).
Note di degustazione
Sono le bollicine base di Cavalleri! Certo se la partenza e questa chissà che cosa ti può riservare l’arrivo: perlage finissimo, bella freschezza, una bella bolla che ti dice subito “Chi è Cavalleri e cosa vuole”.
Franciacorta Pas Dosè 2007
Il Pas Dosè viene prodotto solo se la vendemmia è di grande qualità. La cuvèe è ottenuta assemblando i vini derivati dai vigneti sulle colline attorno ad Erbusco e costituita esclusivamente da basi dell’annata riportata in etichetta. Dai cru Chiosino, Pio IX Sud e Seradina di sotto, la cuvée è composta da chardonnay (100%) della vendemmia 2007, fermentato in acciaio per il 85%, in botte grande di rovere per il 10% e in barrique vecchie per il 5%. Degorgement effettuato il 30 Agosto 2011.
Note di degustazione
Perlage stupendo, naso molto complesso di tabacco, finocchio, anice, molto lungo e sapido. A conferma che il Pas Dosè, quando si esprime ad altissimi livelli come in questo caso, è un vino di intensità unica.
Franciacorta Collezione Grandi Cru 2005
Viene prodotto soltanto nelle migliori annate (la 2006 non è stata prodotta). La cuvèe è ottenuta con vini dell’annata riportata in etichetta provenienti dai migliori cru Chiosino, Favento, Seradina Sotto. La cuvée è composta da chardonnay (100%) della vendemmia 2005, fermentato in acciaio per l’85% e in barrique vecchie per il 15%. Degorgement diviso in due tranche, una in Maggio 2010 e una in Novembre 2010.
Note di degustazione
Eccola la mia bollicina feticcio (assieme al Millesimato Riserva D’Antan de La Scolca). Complessa, aristocratica, con note ossidative che donano grande eleganza, lunghissimo in bocca. Da aspettare nel corso del tempo per provare, se possibile, emozioni ancora più intense. Immenso!
Curtefranca Tajardino Rosso Doc 2009
Vino prodotto con uve provenienti dal vigneto di proprietà Tajardino, imbottigliato esclusivamente nelle migliori annate. Macerazione e fermentazione a cielo aperto. Affinato in barrique per dodici mesi; barrique parte nuove e parte di 1, di 2 e di 3 anni. Un blend di Cabernet Sauvignon (52%), Cabernet Franc (18%), Merlot (30%).
Note di degustazione
Ah però questo Tajardino! Bella struttura, note speziate, bella frutta rossa a dimostrazione che la classe non è mai acqua. Certo adesso viene voglia di assaggiare qualche vecchia annata per capire dove può arrivare. Ah dimenticavo, ottimo nell’abbinamento regionale con il manzo all’olio.
Le foto sono di Ezio Zigliani
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