
Il ristorante “La Caravella” si trova a Venezia in via XXII Marzo, un toponimo certo non usuale, ne converrete, per la città lagunare, conosciuta soprattutto per i campi, i rii, le fondamenta, ecc. Siamo giusto prima, se vi state dirigendo verso San Marco, la strada del lusso e dello sfarzo, dove hanno sede le boutique delle case di moda più famose al mondo. Non lasciatevi intimorire per questo, a La Caravella, un luogo ricco di storia e suggestione (quando si chiamava “Ciro’s Bar”, ci venivano Sartre e Simone de Beauvoir), si può desinare a un prezzo umano; addirittura, in occasione del cinquantenario, che cade proprio quest’anno, è stato creato un menu degustazione low cost, composto da quattro portate che rivisitano in chiave moderna i piatti che hanno fatto la storia del ristorante veneziano. Il focus di tutta la questione però è un altro. Con La Caravella ho avuto la conferma definitiva che è in atto una sorta di Rinascimento della ristorazione veneziana, ed era ora perché la città lagunare, per troppo tempo, ha sacrificato ai menù turistici di dubbia qualità la cultura e le tradizioni quasi millenaria della sua grande cucina. La percezione di questa renaissance ce l’hai netta parlando con ristoratori, chef, maître che lavorano a Venezia e così è stato anche con la famiglia Serandrei, proprietaria de La Caravella; in particolare con Gianni, kim e Marianna Serandrei, con cui ho parlato a lungo durante la serata dei festeggiamenti del cinquantennale. Ho trovato delle persone appassionate e motivate con voglia di (ri)scoprire e di innovare che magari non ambiscono, almeno per il momento, ad appuntarsi stelle al petto, anche se a onor del vero La Caravella fu ristorante stellato Michelin dal 1970 al 1995. I fratelli Serandrei prestano grande attenzione all’accoglienza del cliente e alla qualità di quanto viene cucinato, grazie naturalmente anche allo chef Silvano Urban e, cosa non frequentissima nella città dei Dogi, anche a quanto viene bevuto, con una carta dei vini di tutto rispetto. Se passate da Venezia, segnatevi questo nome, non capita spesso di godere delle delizie di un cibo di antica tradizione e di belle referenze in fatto di vino in un ristorante il cui design ricorda, nei minimi dettagli, l’interno di un vascello e tutto questo a pochi passi da Piazza San Marco.
Il Menù low coast del cinquantenario (con la proposta per l’abbinamento dei vini)
Crema d’astice con il suo caramello, asparagi di mare e pancetta croccante
La crema d’astice è stata scelta perché è uno tra i piatti più apprezzati dai clienti de “La Caravella”. Lo Chef Silvano Urban lo ha riproposto aggiungendo della salicornia, un ingrediente che, attraverso la giusta dose di salinità, dona equilibrio alla “dolcezza” del caramello, per poi ritornare di nuovo alla sapidità della pancetta.
In abbinamento Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Nino Franco – Vigneto della Riva di San Floriano: la classe e l’eleganza del Prosecco di Nino Franco, tra i migliori in assoluto.
Spaghetti integrali (bigoli) in “salsa”, serviti tiepidi con una vellutata di porri e pane fritto
Come primo piatto lo chef Silvano Urban ha scelto un classico: i bigoli in salsa, serviti tiepidi e con una delicata crema di porri. L’aggiunta dell’ultimo ingrediente, ovvero i porri, ha l’obiettivo di attenuare il gusto forte delle acciughe. “E’ un piatto – spiega lo stesso chef – che non scende a compromessi con le moderne visioni culinarie”.
In abbinamento Colli Euganei Doc – Azienda Agricola Vignalta Pinot Bianco 2011: delicatezza ma anche sostanza, in grado di sostenere il gusto forte delle acciughe!
San Pietro “gratinato” alle erbe con pesto di gamberi e perle di verdure
Questa ricetta è una vera esplosione di sapori e di colori. “Ho ideato questo piatto – spiega lo Chef Silvano Urban – per onorare il lavoro dei pescatori. E’ grazie al loro impegno quotidiano che noi “addetti ai lavori” possiamo rifornirci al mercato della materia prima per creare ogni giorno nuove ricette”.
In abbinamento Ronco Severo Friulano Riserva 2009: 40 giorni di macerazione sulle bucce ma non aspettatevi volatili elevate, solo equilibrio e armonia per un altro grande “Friulano” da appuntarsi.
Zabaione” La Caravella”(creme brûlé allo zabaione, gelato malaga, biscotto arachidi, riduzione al Marsala )
Il dessert è una combinazione tra la “rosada” (una crema a base di latte uova e zucchero) con l’aggiunta di Marsala che, ricordando il sapore dello Zabaione classico, trasforma il composto in una crema catalana. Il biscotto con le arachidi salate serve per spezzare la dolcezza. Infine lo Chef Urban ha aggiunto un tocco di freschezza aggiungendo il gelato all’uvetta di Corinto: un omaggio a quei viaggiatori veneziani che si spinsero sino in Oriente.
In abbinamento Marsala Superiore Dolce Curatolo Arini: da un blend di vini ottenuti da uve Grillo, Cataratto e Inzolia. Anche se m’intrigherebbe di più con altri abbinamenti (formaggi) mi ha sorpreso ed emozionato!
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