
A Casa Setaro, allo stand di Casa Setaro in realtà, ci arrivo quasi alla fine di un’intensa giornata di Vinitaly 2013. Gli assaggi, ovviamente, sono stati davvero tanti e nonostante bocca e cervello appesantiti, i vini di Massimo Setaro mi piacciono subito, ma ancora di più mi piacciono le parole che mi dice per presentare la cantina: “In tutta la DOC Vesuvio (circa 24 aziende) facciamo al massimo due milioni di bottiglie, un nulla nel mare magnum del vino Italiano, perché allora non pensare di lavorare solo per l’eccellenza? Noi cerchiamo di farlo!”. Ecco da queste parole così franche, senza fronzoli, capisci immediatamente che, se la coerenza non è una chimera, nel bicchiere troverai qualcosa di davvero interessante e così è stato. Poiché sono devoto alla logica, soprattutto per evitare di prendere abbagli, causa il delirio vinitalyco, li ho riassaggiati qualche settimana dopo nella quiete di casa ed ho fatto bene: vini solidi, importanti con grandi prospettive e con una sorpresa notevole che si chiama Caprettone Brut Metodo Classico.
I vini degustati
Casa Setaro è situata alle pendici del Vesuvio, per la precisione a Trecase. Le viti, vista l’origine vulcanica dei terreni sono a piede franco; c’è, ovviamente e intelligentemente, una predilezione e attenzione per gli autoctoni Piedirosso, Aglianico, Falanghina e Caprettone.

Lacryma Christi del Vesuvio Rosato Doc 2012
Da uve 100% Piedirosso (Per’ e Palummo). Naso delicatissimo di rosa, melograno. In bocca ha un bel corpo con un tannino dolce ma ben presente. Un rosato che si fa ricordare, tanta sostanza e poca moda.
Minos Falanghina Campania Igt 2012
Da uve 100% Falanghina. Al naso note di agrumi e leggiadre note vegetali . Vino di bella struttura e freschezza, di estrema bevibilità. Un vino d’annata, da bere come tale, ma volendo aspettare qualche anno il potenziale sarebbe enorme.
Spumante metodo classico Caprettone
Questo vitigno a bacca bianca è tipico delle pendici del Vesuvio, il nome sembrerebbe essere ispirato al grappolo, che somiglia in qualche modo alla barbetta della capra. Secondo altri invece deriva dai pastori che per primi iniziarono ad allevarlo. Da uve 100% Caprettone, dopo aver sostato 24 mesi sui lieviti è stato sboccato a gennaio 2013 . Al naso Note di agrumi deliziose (limone) ma anche fiori bianchi e crosta di pane. Davvero fine e intenso in bocca. E se Massimo Setaro osasse ancora di più, portando il periodo di permanenza sui lieviti da 24 mesi almeno a 36? Potrebbe trovarsi tra le mani un vero gioiellino della spumantistica italiana.
Lacryma Christi del Vesuvio Rosso Riserva Don Vincenzo Doc 2010
Da uve Piedirosso max 85% e Aglianico max 15%; 14 mesi in piccole botti di rovere, segue l’affinamento in bottiglia. Naso complesso, frutta rossa (marasca), forti rimandi vegetali ma anche una notà fumè dovuta al terreno del vesuvio. E ancora note di caffè, tabacco e spezie (origano). In bocca è di bella struttura e morbidezza e si accentuano le note fumè percepite al naso. Grande eleganza, da aspettare.
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