
Valter Sirk, vignaiolo in Visnjevik, (Dobrovo, Goriska BRDA) e il suo socio Giuseppe Aldè sono due cari amici! Difficile parlare del vino degli amici, il rischio piaggeria è dietro l’angolo ma, soprattutto, c’è il rischio che venga meno l’obiettività, che naturalmente è sempre e comunque soggettiva quando si parla di vino. Questo leggero delirio per dire che Valter e Beppe fanno vini buoni, mai piacioni o ruffiani, tra i più diretti e bevibili che ci siano nel Collio sloveno. Essendo devoto all’empirismo, avevo bisogno di qualcuno bravo, con una cultura di vino smisurata che confermasse (o smentisse) questa mia passione per i vini Sirk, così una mattina di metà giugno, dopo quasi due anni di assenza, sono tornato a trovarli con Emanuele Giannone già collaboratore di Porthos e attuale firma di culto di Intravino. Non so se e cosa scriverà Emanuele, alla fine dell’incontro però mi è sembrato contento e soprattutto sorpreso, quanto me del resto, che un bianchista del calibro di Valter facesse un Malbec stupor mundi tant’è buono! A Valter non piace vincere facile e anziché imbottigliarlo in purezza e metterne in fila parecchi (argentini e non), lo usa nell’uvaggio del suo Teresa Rosso! Ad ogni modo le degustazioni con Valter Sirk in cantina a Visnjevik sono dei veri e propri happening e anche questa volta non si è smentito: più di 23 vini degustati, un viaggio tra le annate, un percorso culturale e di vita per questo splendido vignaiolo del Collio Sloveno.

Appunti sparsi di degustazione
Assaggi dalla vasca: Pinot Grigio e Malvasia 2012, grande materia prima.
Pinot Bianco ConteA 2008 naso importante di frutta matura e note vegetali, sta ancora cercando l’armonia ma presto la troverà, comunque già grande.
Ribolla Gialla (Rebula) 2011, tropicale e vegetale con una bella nota acida. Si dice che la Ribolla sia originaria proprio di Visnjevic, sarà vero?
Tocai 2011, tipico, pieno, andrà a comporre il Dama Bianca (Chardonnay, Pinot Bianco, Tocai e Malvasia) venduto poi a un prezzo pazzesco, un regalo all’umanità.
Malvasia 2011, grasso, potente, sapido.
Sauvignon 2011, naso vegetale ma non barocco, in bocca è gentile ed elegante.
Sauvignon 2010: Questo 2010 ne guadagna in complessità; con questo vino capisci che il Sauvignon può essere altro da se, qui si evitano certe caricature e stereotipi che spesso si trovano sul mercato. Valter Sirk la definisce un’annata difficile (in realtà ha usato un altro termine), il vino, però è splendido.
Sauvignon 2003: Secondo Valter è un po’ spento (se lo dice lui), eppure a me sembra grandissimo ma si sa che al Sirk piace complicarsi la vita.
ConteA Chardonnay 2007: ecco un’altra perla (Borgogna?) ed è ancora giovanissimo.
Chardonnay 2000: notevole e bella l’acidità, in bocca è lunghissimo, a conferma di quante emozioni è in grado di regalare un bianco con un bel po’ di anni sulle spalle.
E poi i rossi: da uve Malbech, Merlot, Cabernet Franc che daranno vita al Teresa Rosso e al ConteA. Assaggiamo annate diverse ma Valter a ogni vino si schernisce, s’intimidisce e ripete in continuazione che lui i rossi non li sa fare. Va bene la modestia, va bene che non ti piace vincere facile ma adesso esageriamo, non ti crede nessuno Valter.
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