
Almeno una volta l’anno devo andare da Marko Fon per rigenerare l’anima. Nessuna agiografia del vignaiolo, per carità, è solo la necessità fisica di incontrare un vero amico, i suoi vini rivelatori e la terra da cui provengono e che amo in maniera viscerale, il Carso (Kras in sloveno). Di Marko ho già raccontato in questi due articoli (Marko Fon la terra e la libertà e Un giorno sull’altopiano: il Carso di Marko Fon) in questa occasione mi piaceva che fosse lui a raccontare qualcosa.
Sul concetto di Carso
Su Malvasia e Vitovska
I Vini di questo viaggio
Chardonnay 2010: da una vigna che condivide con Marko Tavcar, un gioco dice, 108 litri prodotti. Dimenticate gli stereotipi che spesso pervadono lo Chardonnay, poetico!
Vitovska 2011: il primo naso ti spiazza e se non sai di che vini stiamo parlando, cominci a farneticare sullo stato di salute del vino ma poi i minuti passano e si rivela l’anima di questa grandiosa Vitovska diritta e vegetale.
Malvasia riserva 2011: se qualcuno dovesse chiedermi qual è il vino perfetto di Fon (ammesso che perfetto sia un aggettivo che possa piacere a Marko e non credo proprio) non avrei dubbi, questo, a libitum.
4 stati 2009: stupefacente! Nel senso di sostanza in grado di alterare in maniera infinitamente positiva il tuo stato psico fisico. Produce assuefazione, vino che avvolge e travolge, purtroppo solo 140 bottiglie.
Terrano 2008: probabilmente non uscirà con questo nome, Marko ha nei confronti del Terrano un rapporto di odio e amore e nei confronti di questo vino, in particolare, un rapporto conflittuale. Per me (ne abbiamo discusso un bel po’) è uno dei Terrano più buoni mai assaggiati: acidità, ferro e sangue, in definitiva il Carso nel bicchiere.
Terrano 2011: questo si che uscirà come Terrano e anche a breve. Più rotondo, meno spigoloso del 2008, un grande vino ma io continuo a preferire la conflittualità del 2008
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