
In realtà soprattutto dintorni perché al kurhaus ci sono stato davvero pochissimo. Andare a Merano per solo due giorni su quattro è un po’ come per un bambino andare a Disneyland solo per qualche ora, si rischia di uscirne con il broncio. È indubbio che Merano sia una sorta di Mecca del vino mondiale, quindi almeno una volta nella vita ci devi andare, poi se ci vai ogni anno, è meglio! Partiamo da Bio&Dynamica! Di certo non è la fiera più importante in Italia sui vini naturali, ben altri sono i lidi ma non voglio entrare nel merito di questo discorso, poiché attorno al tema c’è già parecchia carne al fuoco. Vado non perché sia un monomaniaco del genere ma semplicemente perché ogni anno trovo sempre dei piccoli grandi vini. Qualche esempio: Tenuta Dalle Ore di Trissino in provincia di Vicenza con il sorprendente Torque 2007 Lessini Durello da uve Durella in purezza. A conferma delle enormi potenzialità che quest’uva ha nella produzione di metodo classico. Gli fa da contraltare il Klos, uno Charmat da uve Cabernet Sauvignon di rara finezza. Si fa ricordare (e bere) il Mappale 77 del 2011, (assemblaggio di Chardonnay, Pinot Grigio e Riesling renano Chardonnay 60% e 40%) e un Riesling (renano) 2011 che lascia davvero basiti in senso positivo ovviamente e che con il passare del tempo stupirà sempre di più. Poi il Cascina San Lazzaro Dadelio Bianco 2012 (70% Cortese e 30% Moscato) di Claudio Icardi.

Gran bei rossi quelli di Podere Forte, il Petrucci 2010 (Sangiovese 100%) e il regale bordolese Guardiavigna 2010. La scossa tellurica è arrivata però dalla Jura, precisamente da Arbois con i vini di Domaine de la Pinte. Un Cremant du Jura brut (Chardonnay e Pinot Noir) non facile ma proprio per questo emozionante. Intensi e sensuali il Vin Jaune Arbois 2004 (100% Savagnin), il Melon à Queue Rouge Arbois Pupillin 2010 (100% Melon à Queue Rouge), il Savagnin Arbois Blanc 2006 (100% Savagnin), pura goduria. Notevoli anche i due vini di Gianfranco Daino, il Suber Sicilia IGT 2010 e 2011 (50% Nero d’Avola, 30% Alicante, 20% frappato). Menzione speciale ai vini alla cantina Vallarom di Avio; in particolare al Pinot Nero Vallagarina IGT 2006, uno dei Pinot Nero italiani più buoni assaggiati negli ultimi anni; al Vo’ Rosè De saignèe sempre da Pinot Nero, purtroppo solo in 1000 e al pericolosamente buono Vadum Caesaris Frizzante Metodo Famigliare Col Fondo (Pinot Bianco 50%, Chardonnay (305), Sauvignon (10%), Riesling renano (10%).

L’altro momento che voglio fissare di questo mio breve ma intenso Merano Wine Festival è la degustazione delle Donne del vino del Trentino & Alto Adige. Dietro il vino, racconti di passione e storie vere, questo il leit motiv dell’incontro/degustazione guidato dalla splendida Aurora Endrici dove ogni vignaiola raccontava anche un po’ di se. Al di là dei grandissimi vini (s.a Trentodoc 51.151 di Francesca Moser, 2008 Trentodoc Brut Riserva Quore di Lucia Letrari, 2004 Trentodoc Madame Martis Riserva di Roberta Stelzer, 2002 Trentodoc Giulio Ferrari Riserva del Fondatore di Camilla Lunelli, 2012 Gewurztraminer Kastelaz Alto Adige di Elena Walch, 2010 Pinot Nero di Valentina Togn, 2006 Pinot Nero di Barbara Scienza e il 2009 Teroldego Gran Masetto di Christine Endrici), alcuni monumentali, ho amato di queste donne soprattutto il loro talento naturale.
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