
Certo vedere Flavio Faliva deve essere stato una sorta di colpo apoplettico per gli avventori del piccolo Bistrot di una tranquilla cittadina di provincia del Veneto Orientale. Era vestito come Vinicio Capossela nella copertina di “Ovunque proteggi”, cioè con un’enorme pelliccia nera, tribale o quanto meno pagana. Mi sono soffermato sulle facce degli astanti, ho visto volti sorpresi, i più preoccupati si sono tranquillizzati alla vista del più rassicurante Antonio Tornincasa, tutti però, nonostante la confusione, erano felici, di certo non sarebbe stata una degustazione noiosa di vini o di vini noiosi, privi di personalità. Flavio Faliva e Antonio Tornincasa sono rispettivamente l’enologo e il responsabile commerciale, o come direbbe Briatore, il Direttore Sales & Marketing di Cà del Vent, cantina situata al confine della Franciacorta, per la precisione a Campiani di Cellatica in provincia di Brescia. Benedette le terre di confine, sempre prodighe di genti e vini speciali. Cà del Vent, a dire il vero, l’avevo incontrata a ottobre del 2010, nell’ambito di una manifestazione commercial-istituzionale e quel Franciacorta “diverso” e poco commerciale, mi era piaciuto un bel po’. Il bello e che in questi tre anni, a Cà del Vent, c’è stata una mezza rivoluzione in chiave biologico-biodinamica. Il tutto è avvenuto con molta umiltà, nessuna vanteria, semplicemente la necessità di fare un vino sano e onesto, stop! I vini che erano già interessanti prima, adesso hanno acquisito ulteriore spessore, pienezza, ricchezza. Tra quelli che ho assaggiato, segnalo il Franciacorta Brut 2009 Pas Operè (89% Chardonnay e 11% Pinot Nero) che ti conquista subito per la sua immediatezza ma che non fa rima con facilità, semplicità o ammennicoli vari, qui si parla di sostanza.

Il Franciacorta Brut Blanc de Blanc 2009 Pas Operè richiede invece un po’ più di attenzione, devi aspettarlo, ed è un giro di giostra, perchè prima magari gli preferisci il Brut ma poi ti travolge lentamente e te ne innamori. Discorso a parte per il Curtefranca 2011 (100% Chardonnay) e per il Curtefranca Tamerlano 2011 (100% Chardonnay da vigne del 1972). In queste terre, spesso la denominazione è bistrattata e i vini che ne derivano rilegati a secondo o addirittura terzo vino aziendale. Per Cà del Vent, niente affatto e in un’annata di grazia per la Franciacorta come la 2011, assumono statura notevole, magari provateli in una degustazione alla cieca, vi sorprenderanno, stenterete a riconoscerne la zona di provenienza, ne sono sicuro.
Una precisazione sul significato di Franciacorta Pas Operé: categoria attualmente non normata (e forse non lo sarà mai), che prevede di non aggiungere nulla al vino in modo da non modificarne le caratteristiche, prima e dopo la presa di spuma. Alla sboccatura il vino viene colmato solo con altre bottiglie dello stesso lotto. Pas Operè non va confuso con Pas Dosè, classificazione relativa al solo residuo zuccherino (0-3 gr/l) e che può accettare l’aromatizzazione con liqueur d’expedition non zuccherina. Questo sta a significare per i Franciacorta di Cà del Vent nessuna aromatizzazione del vino mediante aggiunta di diverse liqueur d’expedition, ma solo quanto dato dal Terroir e dall’annata.
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