
La vendemmia 2014 in Valpolicella, come del resto in altre zone dell’Italia (soprattutto al nord), sarà davvero difficile. Nella terra dell’Amarone questa annata a dir poco problematica ha portato ad uno scambio di opinioni tra i produttori che è arrivata alla diatriba: da una parte Bertani che qualche giorno fa, giocando d’anticipo, ha comunicato che non avrebbe prodotto l’Amarone Classico; a fargli da contraltare le Famiglie dell’Amarone d’Arte che raccomandano cautela e prudenza, invitando ad aspettare le prossime settimane, a fine vendemmia, per dare un giudizio definitivo. Proprio in questi giorni di passione il Consorzio Tutela Vini Valpolicella ha pensato di coinvolgere alcuni giornalisti di settore per testare sul campo le funzionalità della nuova App “Valpolicella Wines”, (disponibile su Google Play, App Store e per ulteriori dettagli è possibile consultare anche il sito Winestories). L’applicazione permette al turista e all’ appassionato di approfondire in maniera dettagliata la conoscenza della Valpolicella attraverso le eccellenze vinicole, della ristorazione e dell’ospitalità che il territorio offre. Il test, capitato in un momento abbastanza complicato, per i motivi di cui sopra, è stato però utilissimo per toccare con mano lo stato di salute dei vigneti, avendo la conferma che non sarà per niente facile portare a casa un Amarone di grande qualità.

A questo punto non resta che attendere gli approfondimenti sull’affaire “Vendemmia 2014”, soprattutto da parte di chi scrive di vino e quel territorio lo conosce e lo vive quotidianamente, ma torniamo a bomba sul viaggio. È stato davvero appassionante, un’immersione intensiva, ben tredici le cantine visitate in 3 giorni e più di un centinaio i vini degustati. La Valpolicella è una realtà complessa, piena di sfaccettature e se vogliamo anche contraddittoria. Piccoli produttori, cantine sociali, grandi produttori con mega cantine ultra moderne che non sfigurerebbero in una grande zona industriale del Nord Est. La Valpolicella però è anche un quadro di fantastiche visioni, vigneti protetti dai Monti Lessini che guardano al Lago di Garda tanto per fare un esempio. Un territorio in grado di coniugare bellezza del paesaggio, enogastronomia e arte che indubbiamente ne fanno un luogo di turismo tra i più ambiti.

Tutto perfetto quindi? Purtroppo la risposta è no; il nemico potrebbe essere in casa. Se non si pone un freno alla smania di produzione di Amarone c’è il rischio di un pericoloso livellamento verso il basso della qualità, ma è un tema ormai arci noto sul quale immagino, nell’interesse di tutti, ci dovranno per forza di cose essere delle risposte concrete. Qualche settimana fa l’amico Bernardo Pasquali, profondo conoscitore della Valpolicella mi chiese un parere su un articolo che aveva scritto che si poneva questa domanda: “Amarone e Recioto sono ancora una risorsa?” La risposta caro Bernardo, dopo quanto visto in questo viaggio, al netto di tutte le questioni tecnico/burocratiche, di normative e protocolli, di diatribe e appartenenze, di volani di crescita dell’economia, del marketing più o meno spinto è decisamente si, di questi vini è impossibile farne a meno!
Giancarlo Begnoni – Santa Sofia
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