Anteprima Amarone 2011, annata di luce e d’attesa


Giudicare un vino e un’annata assaggiando (rigorosamente alla cieca) 43 campioni da botte e 23 in bottiglia è un’impresa ardua, qualcuno dirà inconcludente e financo un esercizio di stile. In effetti ci si può fare idea sulla materia prima a disposizione (soprattutto per i campioni da botte) e poco altro, anche perché il vino evolverà e si sa che l’Amarone ha bisogno di tempo, molto tempo. Dare giudizi netti oggi è insensato, si può fare qualche ragionamento in prospettiva certo, anche perché poi c’è  il mercato da accontentare. In sostanza l’assaggio di 66 campioni dell’annata 2011, alla data del 31 gennaio 2015, racconta di una bella uva portata in cantina e di un appassimento, nel complesso, lontano da barocchismi. Certo, prevalgono le note vegetali sul frutto e gli squilibri sono spesso evidenti (soprattutto per i campioni botte) ma, questa volta, la sensazione è che l’annata sia davvero notevole, al netto dei trionfalismi che spesso accompagnano le note dei consorzi; giudizio circostanziato dai fatti insomma. Niente nomi, non adesso, per premi e classifiche, meglio aspettare. Oggi, forse, può essere utile dare qualche informazione in più sull’annata 2011 prendendo spunto dalla relazione presentata da Diego Tomasi del CRAVIT (Centro Ricerca per la Viticoltura) di Conegliano Veneto, al convegno di apertura dell’Anteprima, organizzato dal Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella.

Il clima dell’annata 2011

Temperatura

Dopo un inverno piovoso, umido e freddo, il mese di marzo 2011 ha segnato un improvviso cambio di direzione con un netto aumento della temperatura fino a portarsi su valori sensibilmente sopra la media. Gli inizi di aprile e poi ancora parte del mese di maggio hanno sostenuto questa fase di alti valori termici, a cui ha fatto seguito un anticipato germogliamento a cui è seguita una altrettanto anticipata fioritura. Un primo fattore è quindi una fase vegetativa anticipata. Giugno si è riportato su valori medio/alti fino alla prima decade di luglio, per andare poi verso temperature inusualmente miti soprattutto nella sua seconda parte. Questo calo termico ha portato a rallentare la fase di crescita vegetativa della vite che si è presentata all’inizio della maturazione (agosto) senza eccessi di vigoria o con un metabolismo già portato sulla fase zuccherina e non più proteica. Agosto e settembre, i due mesi fondamentali per il risultato qualitativo, hanno visto temperature nella media accompagnate da giornate soleggiate, interrotte solo nel mese di settembre da pochi eventi piovosi che hanno sostenuto idricamente la vite senza creare eccessi idrici. Una seconda fase dell’anno quindi con temperature medie. Ma un altro evento meteo ha contribuito a rendere indimenticabile l’annata 2011, ovvero un improvviso calo termico nella notte tra il 6 e 7 ottobre: da 20°C la temperatura media si è abbassata in poche ore a 12°C persistendo poi nelle settimane successive. Proprio nel momento in cui le uve erano state appena state messe a riposo, determinando un rallentamento dell’appassimento con positivi effetti sulla fisiologia di questa “seconda maturazione”.

Pioggia

In questo percorso termico le precipitazioni hanno contribuito a rendere l’annata assai regolare, con assenza di piogge nelle prime fasi vegetative (da metà marzo a metà maggio) quando le necessità idriche della vite sono ancora basse; ciò ha contribuito a riscaldare subito i terreni ponendo gli apparati radicali nelle migliori condizioni di attività. Piogge regolari e ben distribuite a giugno e luglio, ma il percorso qualitativo è continuato ad agosto con la totale assenza di pioggia che si è ripresentata ad inizio settembre a sostenere la vite nel pieno del suo percorso verso la completa maturazione. Nei diversi mesi si è presentato un andamento meteo che ha sempre tenuto bassi i livelli di disponibilità idrica per la vite e da temperature calde, piuttosto che molto calde, ma con lunghe giornate di sole.

La maturazione

Non è stata nel complesso una annata di grande energia, ma una annata di luce che ha lasciato spazio ad un susseguirsi anticipato del ciclo vegetativo, dove la pianta si è mantenuta pienamente attiva nelle sue diverse fasi, fino ad arrivare alla raccolta con uve sane, integre e ben mature. Lo spessore delle bucce, l’evidente pruina che riveste gli acini e le ridotte dimensioni degli stessi e ancora la fragranza aromatica già apprezzabile assaggiando l’uva, erano tutti elementi riscontrabili ovunque. Una maturazione lunga, lenta, graduale, ben sostenuta dal clima asciutto, che ha portato le uve a piena maturità (ad esempio con oltre un grado Babo di zuccheri in più rispetto al 2010 e una alta dotazione in composti polifenolici).

L’appassimento

Ma nell’Amarone l’annata viticola non si chiude con la vendemmia, ma continua con la messa a riposo dei grappoli, sfruttando una seconda maturazione che dopo i primi stadi deve essere lenta e protrarsi fino a gennaio. In questi mesi l’attività metabolica dell’acino non si arresta, ma vi sono fenomeni di sintesi, di concentrazione, di trasformazione che si susseguono e che, come anticipato sopra, hanno incontrato nelle basse temperature già a partire dai primi di ottobre una perfetta sinergia. Nel 2012, la pigiatura di uve molto colorate e sane, lente e pazienti nell’appassimento, le fermentazioni perfettamente guidate ed infine l’invecchiamento per almeno altri due anni, hanno fatto da complemento ad un andamento meteo per un risultato che sorprende chiunque.

Per il resto adelante con juicio, lasciamo che il tempo faccia il suo lavoro.


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