Blend simmetrie enoiche 2022: l’importanza dell’equilibrio


Carpesica, ottobre 2022, Blend simmetrie enoiche. Mentre Umberto Cosmo, sta parlando di agroforestazione, cita il più grande acrobata di sempre, Philippe Petit e il suo Trattato di funambolismo, una lampadina si accende, è il caso di recuperare il libro. Scrive Petit: “Il filo non è ciò che si immagina, non è l’universo della leggerezza, dello spazio, del sorriso. È un mestiere. Sobrio, rude, scoraggiante. E chi non vuole intraprendere una lotta accanita di sforzi inutili, pericoli profondi, trappole, che non è pronto a dare tutto per sentirsi vivere, non ha bisogno di diventare funambolo. Soprattutto, non lo potrebbe”. Con la citazione di Petit, credo che Umberto Cosmo volesse dire che se ci sentiamo funamboli, proprio come il sommo artista francese, dobbiamo essere in grado di tendere un cavo tra due luoghi per creare uno spazio che prima non c’era, creare dei legami che rimarranno saldi anche quando poi il filo non ci sarà più. Questo è il pensiero che sta dietro ad ogni edizione di Blend, incontro tra produttori, professionisti del settore, giornalisti, non solo mera degustazione di vini, per altro eccellenti, ma soprattutto stimolo per esplicitare proposte, idee, speranze.

A Blend si discute

Dall’edizione 2022 è stata lanciata una richiesta per la certificazione ambientale di territorio. La proposta è stata formulata a margine del convegno dedicato al tema dell’agroforestazione declinata nella viticoltura. L’agroforestazione è l’insieme dei sistemi agricoli che vedono la coltivazione di specie arboree o arbustive perenni, consociate a seminativi o pascoli, nella stessa unità di superficie. Il confronto ha evidenziato la consapevolezza che questa pratica sia fondamentaleper promuovere una viticoltura responsabile e sostenibile che deve però essere validata da un sistema di certificazione ambientale a basso costo a cui possano accedere anche le piccole aziende. Il segreto per una buona riuscita dell’agroforestazione sta infatti nell’equilibrio tra le parti e nel fatto che deve essere una scelta condivisa nel territorio (eccolo il filo di Petit).

I produttori presenti a Blend

Il padrone di casa, Umberto Cosmo, ha auspicato che siano nello specifico i Consorzi di Tutela a farsi promotoridi questa iniziativa, a cominciare da quello del Conegliano Valdobbiadene, da sempre all’avanguardia nell’attenzione all’ambiente. La tutela del territorio e dei diversi elementi che lo compongono non può più essere differitaanche perché è un requisito sempre più richiesto per accedere a moltissimi mercati, soprattutto quelli del Nord Europa, da sempre più sensibili a questi temi. Attualmente le certificazioni sono fornite da società private a costi molto alti che le aziende di medie-piccole non possono sostenere, pregiudicando così, pur avendo tutte le carte in regola, l’export. Naturalmente, qui entrano in campo i decisori politici; è necessario che prima vengano create leggi e linee guida ad hoc.

Paolo Ferralasco, Umberto Cosmo, Chiara Barisan

Questo potrebbe essere una sollecitazione che il prossimo ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, coadiuvato da una squadra di tecnici, agronomi, biologi e soggetti che ogni giorno vivono la vigna, potrebbe raccogliere; sarebbe una partenza davvero sprint per il dicastero. In una seconda fase interverrebbero i singoli Consorzi di Tutela, i quali sono a conoscenza delle specificità locali, monitorando le azioni e le tecniche impiegate da piccole, medie e grandi aziende vitivinicole garantendone l’efficacia e la veridicità e accompagnandole nella costruzione di una sempre migliore gestione della tutela ambientale territoriale.

Insieme a Umberto Cosmo hanno partecipato alla discussione Sabrina Tedeschi di Tedeschi Wines, Pietro Pellegrini di Pellegrini Spa, Rossana Roma del Ristorante Dolada, Andrea Cartapatti, Corporate Manager of Food & Beverage presso Blu Hotels S.p.A e Giuliano Vantaggi Site Manager all’interno dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene UNESCO. A moderare il dibattito il giornalista e critico Antonio Paolini.

Chicche enoiche

Gli Champagne di Ètienne Oudard

Blend Simmetrie enoiche è anche l’occasione per assaggiare delle vere e proprie chicche enoiche. La qualità dei produttori presenti, tutti selezionati e distribuiti da Bellenda, è fantasmagorica, ma volendo proprio citare gli indimenticabili direi: per lo champagne oltre al mito Roger Coulon, ho scoperto Ètienne Oudard, produttore non di grido, ma meritevole di grande attenzione. I vigneti della Maison sono radicati nella Coteaux Sud d’Epernay e della Valle della Marna. Quattro le referenze: Il Brut Origine da vigne di oltre 45 anni, situate nell’area Coteaux Sud di Epernay, tutte della vendemmia 2015. La sosta sui lieviti è di 60 mesi e proviene da Pinot Meunier (60%), Chardonnay (25%) e Pinot Nero (15%). L’ Extra Brut Millèsime 2014 ,73 mesi sui lieviti per questo Extra Brut di Pinot Nero (40%), Pinot Meunier (40%) e Chardonnay (20%). Il Rosé Référence Brut, un Rosé della Coteaux Sud di Epernay, 30% Pinot noir, 50% Pinot meunier, 20% Chardonnay. Infine, il Juliana Brut Nature 2009, da una selezione di uve dei vigneti della Coteaux Sud d’Epernay e della Valle della Marna. Nel complesso champagne di grande vivacità, dinamicità e finezza.

Sono uscito letteralmente di testa per il Domaine De Carline. Domaine des Carlines si trova nel piccolo villaggio di Menétru-le-Vignoble, parte della denominazione “Château-Chalon”, Grand Cru dei Vin Jaune. L’azienda è stata creata da Patrick e Sophie Ligeron alla fine del 2015. Il Domaine si trova sulle migliori parcelle della denominazione Château Chalon, distribuite nei tre villaggi di Château-Chalon, Menétru-le-Vignoble e Domblans.

La proprietà si è ampliata nel 2018 con l’acquisizione di ulteriori 6 ettari portando la tenuta ad una superficie di 11 ettari, praticamente il 10% di tutta la denominazione. Le viti hanno dai 30 ai 45 anni. Indimenticabili tutti i vini assaggiati, la Jura nel suo splendore. Le referenze sono La Vouivre Côtes du JuraChardonnay e Savagnin 2018. Nella cuvée di questo vino si assemblano Savagnin (30%) Chardonnay (65%) e Chardonnay sous voile (5%). Le Calvaire Côtes du Jura – Chardonnay 2017,Voille De Chardonnay Côtes du Jura – 2017, En Beaumont Côtes du Jura – Savagnin 2018.

Con Marco Levis, lassù nell’Alpago, ho avuto la conferma che la zona delle Dolomiti bellunesi sarà la prossima “The next big thing” del vino italiano. L’Alpago è una terra di mezzo, il crocevia dove da sempre sono transitati eserciti e mercanti, vincitori e fuggiaschi. Veneti, ebrei, tedeschi, ladini, persino inglesi e scandinavi: un crogiuolo di genti da sempre pronte a gettarsi in nuove imprese e a scoprire mestieri. Marco Levis e la sua famiglia vivono tra queste montagne, tanto ripide e aspre quanto, a tratti, dolci nei più miti declivi e pianori qui incastonati. Pinot Grigio e Pinot Nero sono le sue uve di elezione, perfette per un territorio dove gli inverni sono duri e le estati magnifiche, con escursioni termiche estreme, dove la presenza di un lago di montagna è utile a evitare gli sbalzi troppo improvvisi. Sua è la riscoperta di vecchi metodi per esaltare la qualità delle uve, come l’incisione ad anello del capo a frutto verso fine maturazione che ritroviamo nel suo straordinario Pinot Grigio Anulare, qui assaggiato nell’annata 2019. Esaltanti anche il Marco Levis Pinot Grigio 2019 e il Marco Levis Pinot Nero 2019, sicuramente una delle scoperte dell’anno.

Infine, dall’azienda agricola Diego Ros, la butto li, una delle Ribolla Gialla spumante Metodo Classico brut tra più buone mai assaggiate. I vigneti si trovano a Caneva, in provincia di Pordenone, non esattamente una delle zone più vocate del Friuli-Venezia Giulia, giusto per dire.

A Blend simmetrie enoiche 2022 si discute di agroforestazione, Unesco e biodiversità

Create a website or blog at WordPress.com

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: