Il 21 dicembre 1884 Vannuccio Vannuccini con grande lungimiranza durante una conferenza sulle cantine sociali tenutasi a Scansano affermò: “…il nostro paese mi sembra adattissimo per l’impianto di una cantina sociale giacché da tempo immemorabile vi è l’uso di portare le uve dei vigneti tutte nello stesso luogo, a Scansano. Se i Salaioli, Fontelinda, i Calanceschi, i Rapacci, i Gaggioli, ecc. sci offrono ottimi vigneti, Scansano possiede ottime cantine per la sua altitudine, per la struttura del poggio su cui è costruito e che offre una larga zona alla fredda esposizione di tramontana”.

Vannuccio Vannuccini, importante agnonomo e socio dell’Accademia dei Georgofili di Firenze, ma, soprattutto, padre nobile della moderna viticoltura scansanese, in queste parole aveva tracciato, con preveggenza quello che sarebbe diventata nel tempo la Cantina Cooperativa del Morellino di Scansano: vignaioli che conferiscono uve di ottima qualità piantate in una zona estremamente vocata, che nelle sapienti mani degli uomini di cantina diventano grandi vini.

Dovranno passare però parecchi anni perché il sogno del Vannuccini si realizzi. Infatti, l’inizio del ‘900 è funestato prima dalla crisi vinicola e successivamente dalla fillossera che fino ad allora, miracolosamente, aveva risparmiato i vigneti di Scansano. L’infestazione del 1931 colpisce pesantemente anche Scansano devastando i vigneti, questo dramma unito alla prematura scomparsa di Vannuccini avvenuta anni prima, fece sì che la realizzazione di una cantina sociale a Scansano rimanesse per lungo tempo una speranza vana.

Finalmente, il 12 dicembre 1972, un gruppo di viticoltori coraggiosi fonda la Cantina Cooperativa Vignaioli del Morellino di Scansano. Già dallo statuto si evince quale sarà il percorso di qualità che caratterizzerà la cantina negli anni a venire, tra l’altro cosa davvero inusuale per l’epoca: …” lavorazione in comune di tutte le uve prodotte conferite dai soci al fine di ottenere un vino genuino, sano, conservabile…” Ovviamente gli inizi non furono semplici e i problemi furono innumerevoli, superati sempre però con quella caparbietà e senso dell’ironia tutto toscano. Con il tempo iniziano ad arrivare i successi e i riconoscimenti: nel 1978 vede la luce anche la DOC Morellino di Scansano, di cui la Cantina è stata tra i promotori, fino ad arrivare nel novembre 2011 all’ottenimento della DOCG, confermando che tra queste colline nascono vini straordinari, custodi di una terra ancora incontaminata.

Negli anni ’80, precursori dei tempi, i soci della Cooperativa decidono di investire sulla qualità dei loro vini nonostante il mercato, all’epoca, preferisse le grandi quantità: una scelta lungimirante che ha saputo premiare il lavoro della Cantina. Negli anni a seguire la richiesta e la popolarità del Morellino di Scansano continuano a crescere: l’area di vinificazione viene ingrandita e viene acquistato un nuovo impianto di imbottigliamento, aumentando così la capacità di produzione. Nel 2005 viene ampliata anche l’area dedicata all’affinamento del vino, mentre nel 2010 si rivedono le pratiche di cantina e di vigneto con lo scopo di essere ancora più sostenibili e di limitare l’impatto ambientale dell’azienda. Tra il 2016 e il 2018 la sede viene interamente ristrutturata con l’aggiunta di un’area dedicata all’accoglienza, dove è possibile assaggiare e scoprire tutti i vini dei Vignaioli del Morellino di Scansano.

La Cantina ha intrapreso un percorso nel segno della sostenibilità ambientale attraverso l’adesione al Programma Nazionale per la Valutazione dell’Impronta Ambientale promosso dal Ministero dell’Ambiente, con cui si impegna a ridurre l’impronta di carbonio della coltivazione delle proprie vigne, ottenendo le certificazioni Carbon Footprint nel 2014 e VIVA Sustainable Wine nel 2015. Nel luglio del 2018 l’Unione Europea ha conferito al Morellino di Scansano DOCG la certificazione PEF (Product Environmental Footprint), che misura l’impronta ambientale sull’intera filiera, dal vigneto fino allo smaltimento dell’imballaggio. Un risultato a cui hanno contribuito l’installazione dell’impianto fotovoltaico nel 2014 e l’adozione di una formula di packaging sostenibile.

La Cantina partecipa inoltre a diversi progetti sperimentali in collaborazione con le istituzioni, tra cui SOS Wine, in partnership con l’Università della Tuscia e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il progetto, cofinanziato dalla Regione Toscana, è volto a implementare l’utilizzo dell’ozono in vigna e in cantina per limitare quello di altre sostanze chimiche e, grazie alle tecnologie Internet of Things, permette di monitorare i vigneti e ottimizzare i trattamenti in vigna andando ad agire solo quando e dove necessario attraverso un sistema di protocolli inviati via newsletter a tutti i soci. Giusto per dare qualche numero: 5 milioni di bottiglie prodotte, di cui 2,3 milioni di Morellino di Scansano DOCG (20% della produzione della denominazione), 700 ettari di vigneti, 170 soci, 30 dipendenti, per un fatturato che nel 2021 ha registrato 13 milioni e 700 mila euro. La Cooperativa è oggi presieduta da Benedetto Grechi, in carica da oltre trent’anni, affiancato dai due vicepresidenti Paolo Gobbi e Riccardo Fusini. Dal 2010 Sergio Bucci è il direttore generale.

I Vini degustati
Tre sono le linee prodotte dalla cantina: la linea “I Classici” ovvero i vini che più rappresentano il territorio, come il Morellino di Scansano Roggiano nelle versioni Annata e Riserva e biologico, il Bianco di Pitigliano Rasenno e Capoccia, un vino rosso a base di uve ciliegiolo e alicante. La linea “Scantianum” dedicata ai vini a singole varietà d’uva, che comprende il trebbiano, il vermentino e il viognier, e la linea “Le vigne”, che include le selezioni e i progetti speciali.

Ne fanno parte il Morellino di Scansano dal cru Vigna benefizio, il Morellino di Scansano Sicomoro Riserva il vermentino da vendemmia tardiva Vigna Fiorini, il Vin del Fattore, vinificato con l’antica tecnica del governo alla toscana, e lo Spumante Brut da uve Vermentino. Entrando nel dettaglio, la possibilità di una visita alla Cantina è stata l’occasione per assaggiare quasi tutte le referenze, compresa una verticale di 9 annate del Morellino di Scansano Riserva “Sicomoro”, vino prodotto da uve sangiovese in purezza provenienti da un cru di oltre trent’anni di età e situato a 300 metri di altitudine.

La vendemmia viene effettuata di norma nella prima settimana del mese d’ottobre, la fermentazione si svolge in vasche d’acciaio e l’affinamento in barriques in parte nuove, per 15 mesi, segue breve passaggio in acciaio ulteriori 18 mesi di sosta in bottiglia. Nel corso del tempo è variata sia l’etichetta che la bottiglia. Le annate degustate sono state le seguenti: 2005, 2006, 2007, 2008, 2010, 2013, 2015, 2016, 2018. Vino austero e profondo, regala il meglio di sé con l’andare del tempo e quando parliamo di tempo arriviamo, come minimo, a 10 anni di invecchiamento, non a caso nelle annate 2007 e 2010, il Sicomoro, si è rivelato in tutta la sua magnificenza. Oltre al Sicomoro, tutti gli altri vini assaggiati si sono rivelati di grande piacevolezza e centrati, ma dovendo proprio scegliere citerei tra tutti: il Morellino di Scansano Docg “Roggiano” Riserva 2019 che sorprende anche nella sua versione Bio 2021; vini incisivi e estremamente gastronomici.

Per restare nell’ambito dei vini gastronomici molto espressivo il Capoccia 2021 (85% ciliegiolo e 15% alicante) vino per la tavola di tutti i giorni ma mai banale che pur mantenendo la facilità di beva diventa ancora più elegante e raffinato nella Riserva 2019. Il Morellino di Scansano Riserva Vigna Benefizio 2021, morbido e scattante e, infine, il “Vin del Fattore” Sangiovese Maremma Toscana Doc (Governo all’uso Toscano) 2021 oserei dire naturalmente piacione, ma lo berrei tutti giorni. Per quanto riguarda i bianchi su tutti svetta il Vermentino Toscana Igt Vendemmia Tardiva Vigna Fiorini 2021, agile e cristallino.

Non solo vino, appunti per il turista enogastronomico
La Maremma toscana è di una bellezza struggente. Il paesaggio, quasi selvaggio, è immutato da secoli, praticamente risparmiato dall’ eccessiva urbanizzazione, dove è possibile vivere il vero turismo esperienziale, lontani dal caos dei circuiti di massa.

Il panorama è delimitato dal Monte Argentario a levante e dall’Isola del Giglio e dal Mar Tirreno a ponente. A Scansano si può soggiornare e desinare, deliziandovi con la cucina maremmana autentica, all’Antico Casale, hotel di campagna a 4 stelle, restauro ecosostenibile di un’antica fattoria maremmana dell’800. Assolutamente da non perdere la visita al sito archeologico etrusco Ghiaccio Forte.

Se vi trovate in zona, altro indirizzo da non perdere, per nessuna ragione al mondo, per deliziarvi con i piatti della cucina maremmana è la Locanda di Torquato di Montorgiali. A Montemerano, poi, circa una ventina di km da Scansano, c’è lei, Valeria Piccinini e il suo da Caino, due stelle Michelin, per un’esperienza enogastronomica di grande raffinatezza.

Dulcis in fundo, ad una mezz’ora d’auto da Scansano il paradiso terrestre delle Terme di Saturnia, millenaria e misteriosa sorgente termale unica al mondo.
Nel video: presentazione del sito archeologico Etrusco di Ghiaccio Forte solcato dai Butteri maremmani. Sergio Bucci, direttore della cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano, fa gli onori di casa.
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