“Già in altri tempi si diceva la collina come avremmo detto il mare o la boscaglia. Ci tornavo la sera, dalla città che si oscurava, e per me non era un luogo tra gli altri, ma un aspetto delle cose, un modo di vivere”. In queste parole d’amore di Cesare Pavese, nato a solo una manciata di chilometri da Costigliole d’Asti, dove ha sede il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, c’è tutta l’essenza della vita degli abitanti delle colline del Monferrato. Le colline sono paesaggio culturale di estrema bellezza da sempre legate alla viticoltura come dimostra la distesa infinita di vigneti interrotti solo dalle case dei borghi. Sono questi panorami che insieme a Langhe e Roero nel 2014 sono stati riconosciuti Patrimonio Mondiale dell’Unesco. La forza dirompente del Monferrato, a differenza delle Langhe, i cui vini sono conosciuti e celebrati in tutto il mondo, sta nella possibilità della scoperta. È un areale ancora tutto da esplorare con mille anime, che vedono proprio nel Consorzio l’elemento di unione di tutta questa complessità. Sono 13 le denominazioni tutelate, 4 DOCG: Barbera d’Asti, Nizza, Ruchè di Castagnole Monferrato e Terre Alfieri e 9 DOC: Albugnano, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti, Grignolino d’Asti, Loazzolo, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Monferrato, Piemonte.

Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato
Nato nel 1946, il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato promuove e tutela da oltre 70 anni le eccellenze vitivinicole del Monferrato con l’obiettivo di rappresentare in modo unitario le tante anime che qui convivono. E lo fa a partire proprio dai viticoltori – cuore dell’attività vinicola del territorio – offrendo loro un punto di riferimento centralizzato ed enfatizzando allo stesso tempo le singole peculiarità che rendono quest’area unica al mondo. Un impegno quotidiano che si inserisce nell’ottica, più ampia, di proseguire il lavoro svolto dalle comunità che nel Monferrato si sono succedute nel corso dei secoli e che sono state in grado di conciliare con armonia la viticoltura con il paesaggio, rendendola parte integrante di esso e portando fino ai giorni nostri una tradizione dal valore qualitativo in continua crescita.

I Suoli del Monferrato
I suoli su cui la Barbera e gli altri vitigni del Monferrato vengono coltivati, contribuendo allo sviluppo delle caratteristiche e al valore qualitativo, risalgono a oltre 2 milioni di anni fa, quando il mare iniziò ad abbandonare l’attuale Pianura Padana dando avvio a un processo di modellamento del paesaggio che ha caratterizzato il modificarsi e l’attuale conformazione delle colline.
I terreni, generalmente poveri di sostanze organiche e spesso aridi d’estate, si possono distinguere in due tipologie principali: le terre bianche e le sabbie astiane. Le prime, più antiche, sono diffuse nel canellese, nell’area sud astigiana, in quella alessandrina e nel casalese; i vini prodotti da uve qui coltivate sono corposi, ricchi di colore, che si mantengono a lungo nel tempo e sono adatti a lunghi invecchiamenti. Le sabbie astiane, diffuse prevalentemente al centro del Monferrato astigiano a destra e sinistra del Tanaro, si trovano su colline ben più ripide, da cui si ottengono vini caratterizzati da una minore acidità, da una maturazione più veloce e da una propensione al consumo più immediata.

Barbera d’Asti DOCG
È il vino dell’antica tradizione contadina che nel tempo ha saputo rinnovarsi e riscattarsi, grazie a vignaioli come Giacomo Bologna. L’area che ne consente la produzione è quella inserita all’interno di 116 comuni in provincia di Asti e di 51 comuni in provincia di Alessandria. Prodotto per almeno il 90% con il Barbera – vitigno coltivato prevalentemente nelle province di Asti ed Alessandria e che raggiunge la sua massima espressione proprio nel Barbera d’Asti, ha ottenuto la DOC nel 1970 e la DOCG nel 2008, a testimonianza di un percorso di crescita (raggiunto anche grazie alle nuove conoscenze in campo viticolo ed enologico) che lo attestano oggi come uno dei più importanti vini italiani e con crescenti consensi anche a livello internazionale.
Coltivata sulle colline meglio esposte dell’astigiano e del Monferrato, la Barbera DOCG è vendemmiata solitamente nella seconda metà di settembre. Accanto alla vinificazione in acciaio, che dà vita a vini più freschi ed immediati, si è sviluppato l’uso di barriques e botti, finalizzate a produrre la tipologia Superiore, maggiormente complessa e destinata a un consumo posticipato nel tempo. Seppur immediato e di facile beva, la Barbera d’Asti è un vino capace di attendere per anni il momento migliore per essere consumato.

Quanto alle caratteristiche organolettiche, il colore è rosso rubino, particolarmente intenso nel tipo Superiore, tende al granato con l’invecchiamento. Il profumo è intenso, vinoso da giovane, persistente: prevalgono la ciliegia, la prugna, le bacche scure, che evolvono in sentori di confettura e frutta sotto spirito, quindi note più o meno intense balsamiche, speziate e talvolta floreali; con la maturazione in legno sviluppa sentori di spezie che ben si abbinano alla freschezza naturalmente insita nella Barbera. Al gusto risulta pieno, di grande calore ed armonia. L’affinamento regala complessità e ricchezza di tannini dolci e vellutati ed una lunga persistenza gusto-olfattiva.
Nizza DOCG
Che vino entusiasmante il Nizza DOCG. Se la Barbera d’Asti DOCG è la denominazione forse più rappresentativa dell’area del Monferrato, accanto ad essa, la Nizza DOCG ne rappresenta la sua massima eccellenza. Prodotto con solo uve Barbera, il Nizza DOCG è un vino che trova vita proprio nel cuore del Monferrato, in un’area di produzione che tocca i 18 comuni da sempre tra i più vocati alla coltivazione di queste uve e selezionati come sottozone di massima qualità. Il riconoscimento a denominazione della Nizza DOCG è in realtà frutto di un percorso che ha visto succedersi diverse tappe e che ha mirato a valorizzare uno degli apici qualitativi del territorio. La Nizza DOCG viene infatti in un primo momento riconosciuta come sottozona del Barbera d’Asti; quindi, ottiene il riconoscimento DOCG nel 2013 e, solo nel 2014, nasce la vera e propria Denominazione, con l’introduzione anche della versione Riserva.

Grazie a un affinamento di 18 mesi, dei quali almeno 6 in botti di legno, il Nizza DOCG è un vino caratterizzato da un profumo intenso dove prevalgono la ciliegia, la prugna e le bacche scure che evolvono in sentori di confettura e frutta sotto spirito, quindi note più o meno intense balsamiche, speziate e talvolta floreali; con la maturazione in legno sviluppa sentori di cannella, cacao e liquirizia. Al gusto risulta pieno, di grande calore ed armonia. L’affinamento regala complessità e ricchezza di tannini dolci e vellutati ed una lunga persistenza gusto-olfattiva.
Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG
Dalle ampie zone di produzione della Piemonte DOC si passa ai pochi comuni entro cui è concessa la produzione del Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG, a conferma, ancora una volta, dell’impegno primario del Consorzio di operare per rappresentare in modo unitario le tante e diversificate anime che trovano spazio nel territorio.
Vitigno poco diffuso e coltivato in provincia di Asti, nella zona di Castagnole Monferrato ed in pochi altri comuni, il Ruchè è uno dei più rari vitigni autoctoni tra quelli coltivati nel Monferrato astigiano, che nasce da terreni calcarei e asciutti soggetti a elevata insolazione. Dal 1987, anno dell’ottenimento della denominazione DOC, ha registrato costanti e progressivi apprezzamenti che lo rendono oggi un’espressione di identità e varietà del territorio. La sua riqualificazione è dovuta a un religioso, Don Giacomo Cauda, che negli anni Sessanta ricoprì quei grappoli abbandonati rilanciando un vino destinato a registrare grande fortuna. Ha ottenuto la DOCG nel 2010 e la sua produzione tocca oggi il milione di bottiglie.

Realizzato con uve Ruchè dal 90 al 100% (con una presenza concessa di uve Barbera e/o Brachetto fino a un massimo del 10%), il Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG si distingue per un profumo intenso ed originale, con note floreali e speziate, talvolta unite a sentori di frutti di bosco e marasca. Al sapore risulta asciutto, armonico e gradevolmente morbido, con buona persistenza aromatica.
I NUMERI DEL CONSORZIO
- 404 aziende associate;
- 13 Denominazioni tutelate
o 4 DOCG: Barbera d’Asti, Nizza, Ruchè di Castagnole Monferrato e Terre Alfieri;
o 9 DOC: Albugnano, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti, Grignolino d’Asti, Loazzolo, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Monferrato, Piemonte

Nel vigneto:
La superficie rivendicata da tutte le DO del Consorzio nel 2021 è pari a 10.430 ettari. Rispetto alle Denominazione principali, in termini di ettari rivendicati, si evidenzia:
4.142 ettari rivendicati a Barbera d’Asti DOCG
3.827 ettari rivendicati a Piemonte DOC
In cantina:
Al 2021, l’imbottigliato registrato, in totale, da tutte le DO tutelate è pari a 492.986,21 hl per 65.731.495 bottiglie.
Rispetto alle Denominazioni principali, in termini di ettolitri e bottiglie registrate, si evidenzia:
Barbera d’Asti DOCG: 149.689,70 ettolitri e 19.958.627 bottiglie
Piemonte DOC: 275.696,83 ettolitri e 36.759.577 bottiglie
Gianni Fabrizio e Filippo Mobrici, presidente del Consorzio di Tutela della Barbera, Vini d’Asti e del Monferrato, presentano il Il Ruché di Castagnole Monferrato
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