
Si fa presto a dire Carso. In realtà parlare di questa amata e bramata zona vinicola non è mai semplice: tante le sfaccettature, ma anche le sfumature di terroir in pochi chilometri. Ad esempio il Carso della cantina Parovel è il Carso con le colline che si affacciano sul Golfo di Trieste; è il Carso di Muggia e di San Dorligo della Valle-Dolina. I terreni qui sono marnosi, di argilla e calcare non è il Carso “classico” della terra rossa. Naturalmente, sulle Colline del Rio Ospo, dove la cantina Parovel nasce, gli autoctoni Vitovska, Malvasia Istriana e Terrano si esprimono tutti molto bene, ma è il Refosco dal Peduncolo Rosso che qui si rivela come in pochi altri posti del Vigneto Friuli. I Fratelli Parovel, Elena e Euro, consapevoli della vitalità del loro Refosco, hanno voluto dimostrare, attraverso una verticale di annate dal 2005 al 2011, che siamo di fronte a un vino in grado d’invecchiare senza problemi, contrariamente a quanto la vulgata comune è portata a pensare. Il nome Refosco (Refosc nella lingua friulana) ha storia antica, pare derivi con ogni probabilità da Rap fosc ossia grappolo scuro. Il documento più antico che attesta la presenza di un Refosco è del 1452. Nel settecento e ottocento, in realtà, era un vino dolce, alcolico, un “vino liquoroso”, come all’epoca venivano chiamati i vini pregiati.

Oltre al Refosco dolce veniva prodotto anche un Refosco secco che, pian piano, grazie alle sue caratteristiche distintive, riuscì a emergere anche rispetto ai vini chiamati terrani, all’epoca fatti con miscugli di uve diverse e che erano considerati nostrani. Il Refosco, inoltre, era impiegato come vino da taglio per migliorare la qualità dei vini “negri ordinari” destinati alla mensa quotidiana. Nell’800 tale era il prestigio assunto dal Refosco che si tendeva a dare quel nome ai vini di gran pregio tanto da arrivare a chiamare un vino proveniente dall’Ungheria “Refosco ungherese”. Con la “Mostra d’uve”, che si tenne a Udine nel 1863, per la prima volta, si parla espressamente di Refosco dal Peduncolo Rosso”. Nel decennio che va dal 1960 al 1970, il Refosco dal Peduncolo Rosso conosce anche l’oblio, rischiando di scomparire, in quanto ritenuto poco produttivo e tardivo nell’iniziare a fruttificare. Oggi, per fortuna, il Refosco dal Peduncolo Rosso è una delle grandi eccellenze del Vigneto Friuli.

La verticale di Refosco Vinja Barde 2005- 2011
Refosco dal Peduncolo Rosso Vinja Barde 2005
Precipitazioni regolari durante l’anno, scarse in estate, di più nel periodo vendemmiale, temperature nella media, non eccessive in estate. È l’ultima annata con il sistema di vinificazione “antico”, senza temperatura controllata durante la vendemmia, senza i fermentini in automatico ecc. Naso di gran bella intensità ma ancora giovane, a tratti spigoloso, sorretto da una spiccata acidità. Paradossalmente è davvero troppo giovane. Di là da venire ed è incredibile.
Refosco dal Peduncolo Rosso Vinja Barde 2006
Poche precipitazioni durante l’anno ma regolari durante il periodo vendemmiale, più in agosto, temperature nella media. È la prima annata della nuova cantina tecnologica. È sicuramente il più pronto della batteria, non lo aspetterei molto. Non credo possa dare di più, né in complessità, né in longevità. Davvero incantevole la nota di fichi al naso e con una bocca avvolgente; motivo in più per berlo subito.
Refosco dal Peduncolo Rosso Vinja Barde 2007
Precipitazioni medie annuali non abbondanti, più a settembre, temperature basse in periodo vendemmiale e più elevate nel resto dell’anno. Il più timido della batteria, si è svelato pian piano, scontroso all’inizio poi si riprende, virando molto sul vegetale. Un vino che si può aspettare ancora un po’, ma al tempo stesso si può bere adesso con grande soddisfazione, avendo l’accortezza di lasciarlo esprimere nel bicchiere.
Refosco dal Peduncolo Rosso Vinja Barde 2008
Buona annata, precipitazioni abbondanti ma non eccessive, più a giugno, temperature medie equilibrate e non eccessive. Il naso è molto interessante anche per una bellissima nota di Olio di Oliva mentre in bocca si perde leggermente. Rispetto ai precedenti è il più scomposto, deve trovare la sua strada.
Refosco dal Peduncolo Rosso Vinja Barde 2009
Annata mediamente piovosa, più a giugno, estate arida e molto calda nel periodo vendemmiale. Inversamente proporzionale al 2008, naso retratto, non particolarmente intenso; decisamente meglio in bocca. Anche in questo caso parliamo di un vino giovane, di bella prospettiva, da aspettare.
Refosco dal Peduncolo Rosso Vinja Barde 2010
Annata molto piovosa anche in periodo vendemmiale, temperature mediamente basse durante tutto l’anno, nella media nel trimestre vendemmiale. È l’annata attualmente in commercio. Il naso è interessante, ma si sente la giovinezza. Euro Parovel in questa annata ha aggiunto un 3% di uve appassite. La nota dolce al naso si sente tutta, mentre in bocca vira un po’ troppo sull’erbaceo. Crescerà, il potenziale c’è tutto.
Refosco dal Peduncolo Rosso Vinja Barde 2011 (Anteprima)
Annata mediamente piovosa, più a luglio, agosto secco, temperature nella media, qualche picco caldo in periodo vendemmiale. Elena e Euro Parovel hanno voluto aggiungere anche l’annata 2011, pur non essendo ancora in commercio, per verificarne lo stato dell’arte. Al naso ritorna la nota di olio d’oliva anche se meno intensa rispetto al 2008, che sia un marcatore che in certe annate connota il Refosco di Parovel? In questo vino Euro Parovel è passato al 6% di appassimento delle uve. In prospettiva è sicuramente migliore del 2010, con una gran bella materia e quindi un potenziale notevole. Aspettiamolo.
Per chi fosse interessato ad approfondire la storia del Refosco consiglio la lettura di due approfondite ricerche: una del grande agronomo e giornalista friulano Claudio Fabbro che potete trovare a questo link e l’altra della brava direttrice del sito “Vini dell’anima” Maria Cristina Pugnetti che potete trovare a questo link.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.