
C’è poco da dire, è stata un’edizione entusiasmante! Certo a volte sembrava di far parte del cast di Freaks, quel film di Tod Browning interpretato da veri “fenomeni da baraccone”, ma fa parte del gioco perché se “San Remo e San Remo” “Vinitaly è Vinitaly”! Come ha giustamente detto Antonio Tomacelli su Intravino, questa è stata la prima vera edizione dell’era 2.0. Internet funzionava, i telefoni pure; in un attimo potevi scaricare file, mandare mail, riorganizzarti la giornata, sembrava di essere all’estero, incredibile! Poi gli spazi, pur se caotici, decisamente vivibili e se consideriamo che Vinitaly è la più grande fiera di settore al mondo non è poco. Bene, dopo questa bella sviolinata a Verona Fiere mi riapproprio del mio senso critico per non dimenticarmi che non sono tutte rose e fiori, che le cose da sistemare continuano a esserci. Vivit, ad esempio, la vivo come una riserva indiana e non riesco ad andarci (ma son problemi miei). Adoro gli indiani ma le riserve mi spaventano. Poi la questione dei “reputable foreign bloggers” è stata una vera caduta di stile, poi i parcheggi, le code, gli ubriachi (forse meno del solito?). Resta il fatto che nonostante ricchi premi e cotillon, big veri (Rocco Siffredi) e big presunti, Vinitaly 2013 ha reso onore all’assoluto e talentuoso attore protagonista della manifestazione, il vino. Quell’affascinante liquido che se fatto onestamente, con amore e per l’amore, non è proprietà intellettuale né dei “naturalisti” né dei “convenzionalisti”; non appartiene a nessuna fazione, è semplicemente patrimonio di tutti ed è per tutti quelli che voglio goderne in maniera sana e intelligente. Dopo la botta di retorica, questi sono gli assaggi indimenticabili fatti a Vinitaly 2013:

La Scolca “Gavi dei Gavi” 1988 Gavi Doc: spiazzante, poetico, inimitabile come tutti i vini della famiglia Soldati.
La Poja Vino da Tavola Veronese 1988 – Allegrini: delicato e travolgente, un bicchiere infinito!
Tutti i vini dell’Azienda Negro che ho assaggiato (“Sette anni” Roero Arneis 2007, “Bertu” Barbera d’Alba 2010, “San Bernardo” Roero 2010, “Basarin” Barbaresco 2008). Il Roero si presenta in tutta la sua magnificenza, grandi!
Colli di Luni Vermentino “Almagesto 2009” Tenuta La Ghiaia: Amore a prima vista!
La verticale di Marchese di Villamarina Alghero Doc di Sella & Mosca annate 1993, 1997, 2000, 2004 e 2007. Quando il Cabernet Sauvignon parla della Sardegna più del Cannonau, incredibile! Un vino maestoso, quell’annata 2000 mi ha lasciato un segno indelebile!
Profumo di Vulcano 2010 – Federico Graziani: primo assaggio fine marzo 2012, secondo assaggio 9 aprile 2013, un anno in più in bottiglia ed ha acquisito una finezza indicibile, non oso immaginare dove potrà arrivare questo vino, bravo Federico!
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