
Per decenni arrivare dalla Sicilia al Nord d’Italia voleva dire sobbarcarsi interminabili giornate su treni dai nomi alquanto pittoreschi come il Treno del sole (Palermo – Torino) o improbabili come la Freccia della laguna (Siracusa – Venezia), ed era ovviamente il modo più economico. Il rimando al boom economico e all’emigrazione di massa con la valigia di cartone è immediato. L’abbandono dolente dei luoghi natii, ma soprattutto di un mondo arcaico che non dava speranza alcuna di una vita decente (che scopriremo poi, essere disperata fuga verso il consumismo) per andare a lavorare nelle aride, spesso umide e cementificate, città industriali. Oggi mi piace pensare che proprio in quel mondo antico, che dopo millenni mantiene ancora intatta e incontaminata la sua bellezza, ci sia la possibilità di riscoprire calore umano, sapori, odori e visioni perdute. Il Paradosso è che il viaggio della speranza, spesso disillusa, verso il capitalismo era lunghissimo ed estenuante, mentre oggi il viaggio verso la riconciliazione con la propria anima, oltre ad essere incredibilmente breve, al massimo un’ora e mezza di volo, è addirittura lieve, salvo turbolenze. Andare a Marsalawine è stato una sorta di Nostos, un ritorno, un viaggio della nostalgia, non solamente la partecipazione a una manifestazione enogastronomica; due soli giorni ma talmente intensi ed emozionanti che a me, novizio in terra di Trinacria, tornato a casa, hanno provocato un vero e proprio “Mal di Sicilia”.

Vino e incontri a MarsalaWine in ordine sparso
La Cantina Musita a Contrada Passo Calcara a Salemi! Ci siamo andati di sera, faceva addirittura freddo. I vini li fa l’enologo trentino Mattia Filippi, lo trovo politicamente e poeticamente meraviglioso! Vini davvero sorprendenti per piacevolezza, poco piacioni, tra tutti un Cataratto 2012 strepitoso, da approfondire con urgenza.
La visita alle Cantine Florio, ampollose e coreografiche ma imprescindibili; sarebbe come andare a Roma e non vedere il Colosseo.
La realizzazione di un grande sogno: il privilegio di una visita alla Casa – Cantina di uno dei più grandi vignaioli italiani di sempre, Marco De Bartoli. Suo figlio Renato e tutta la famiglia De Bartoli ci hanno regalato, al netto di ogni retorica, emozioni indelebili: immaginatevi cosa può voler dire centellinare nel proprio palato un Marsala perpetuo del 1903 o un Vecchio Samperi del trentennale, senza dimenticare il metodo classico Terza Via (100% Grillo) sboccato à la volée. Renato ha poi aperto le porte del garage museo di suo padre (grande appassionato di motori), ci sono entrato quasi in punta di piedi, impossibile non commuoversi.

Le degustazioni a cura dell’AIS. La prima con i “Grandi Bianchi di Sicilia”, in assaggio nove vini di cui cinque da vitigni autoctoni (Carricante, Cataratto Grillo, Inzolia), e 4 da internazionali (Sauvignon Blanc e ovviamente Chardonnay). Su tutti: Grappoli del Grillo 2001 (100% Grillo) di Marco De Bartoli, con un naso affascinante (tabacco, the, agrumi canditi) e una bocca meravigliosamente piena e rotonda; l’Etna Bianco Superiore Pietramarina 2008 di Benanti (100% Carricante), bellissima acidità e dritto come una lama in bocca. Tra gli Chardonnay il cuore batte per il Chiarandà Contessa Entellina 1999 di Donna Fugata. La seconda degustazione prevedeva l’assaggio di 5 metodo classico fatti in Sicilia: il Gaudensius Firriato Brut (a base Carricante), 18 mesi sui lieviti, sboccatura 2013; il Brut di Planeta vendemmia 2011 (100% Carricante) 18 mesi sui lieviti sempre sboccatura 2013, il Cuvée Brut Metodo Classico – Colomba Bianca 595 (100% Chardonnay) 24 mesi sui lieviti e il Cuvée Brut Metodo Classico – Colomba Bianca 595 Rosè (Nero D’avola e altri autoctoni) 24 mesi sui lieviti; tutti di qualità mediamente elevata ma nulla di paragonabile al Terzavia 2010 Extra Brut Metodo Classico di Marco De Bartoli, sboccatura 2013. Sosta 36 mesi sui lieviti, naso davvero complesso ma è in bocca che affascina per eleganza e ampiezza. Uno dei metodo classico più interessanti che ci siano in Italia in questo momento. E poi la piacevolissima visita con degustazione e cena da Donnafugata; la visita alle oniriche Saline Ettore Infersa e tanto altro, ma per il momento mi fermo qui. Arrivederci al 2014, grazie di tutto amici di MarsalaWine, Ich bin ein Sizilianer!
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