
L’Italia, si sa, ha un patrimonio ampelografico ricchissimo con un notevole quantitativo di vitigni autoctoni che chi produce vino, seguendo i vari disciplinari (ma anche no!), ha la possibilità di vinificare secondo diverse tipologie (secco, frizzante, dolce, passito, liquoroso, spumante, ecc.), c’è da divertirsi insomma, soprattutto, quando, da uve che generalmente si vinificano in altre forme, si percorre la strada della spumantizzazione, in particolare della spumantizzazione secondo il metodo classico. Ecco permettetemi di dire che alcuni vitigni autoctoni italiani, nella versione spumante, danno risultati straordinari che spesse volte superano di gran lunga i celebrati Franciacorta o Trento Doc e regalano al degustatore e all’appassionato quel brivido “divino” che solo gli amati/odiati “cugini” d’oltralpe sanno donarci. Senza voler strafare, diciamo che anche in Italia esistono zone altamente vocate in grado di dare spumanti di livello assoluto e originali che vanno protetti e soprattutto fatti conoscere a chi ama il vino.
Senza indugiare entriamo nel dettaglio partendo dal Piemonte e da quello che è per me il “bicchiere” sublime ovvero il “Gavi Riserva d’Antan”, 100% uve Cortese, prodotto dall’Azienda “La Scolca” della famiglia Soldati in quel di Gavi. L’invecchiamento in bottiglia è di almeno 10 anni a contatto con i lieviti autoctoni selezionati e senza tecnicismi, dico solo che un sorso di Riserva d’antan apre la strada per il Nirvana (lo so, sto esagerando, ma amo follemente questo vino e quindi non sono in grado di controllarmi, scusate ancora). Spostandoci a Nord Est, in particolare nella zona del Garda troviamo interessanti prodotti ottenuti da uve Trebbiano di Lugana , il Lugana Brut Ca Maiol dell’azienda Provenza e nei Monti Lessini sono molto interessanti gli spumanti prodotti da uve Durella , il Lessini Durello Brut dell’azienda Casa Cecchin. Virando di 500 chilometri circa arriviamo nelle Marche per incontrare il Verdicchio Metodo Classico , il Brut Riserva dell’azienda Garofoli.
Ed eccoci al sud, in Campania, dove troviamo un altro dei miei grandi amori la Falanghina Brut dei Feudi di San Gregorio, 100% Falanghina. Il vino è nato grazie ad una collaborazione con Anselme Selosse che ovviamente, visto il talento del personaggio, ha contribuito alla realizzazione di uno spumante davvero originale, ma sono davvero notevoli anche gli altri 2 spumanti della linea “Dubl” ottenuti sempre da uve autoctone in purezza (Greco di Tufo e Aglianico).
Come non citare poi l’Asprinio di Aversa, l’antico vitigno maritato ai pioppi per alberate lunghe anche 15 metri che trova una delle sue massime espressioni (sia metodo classico che charmat) nel Grotta del Sole Asprinio di Aversa Brut dell’azienda Grotta del Sole.
Spumante in Puglia è sinonimo di D’Araprì ed infatti questa azienda di San Severo in provincia di Foggia, oltre ad utilizzare i vitigni internazionali produce anche la fantastica Riserva Nobile con uve Bombino Bianco in purezza.
Concludiamo questo viaggio immaginario attraverso la penisola approdando in Sicilia, e in particolare con il Carricante, uva autoctona della zona dell’Etna, da non perdere il Noblesse Brut dell’azienda Benanti. Non mi dilungo oltre, con la consapevolezza di aver citato solo i vini che conosco e che mi piacciono e ben sapendo che la realtà degli spumanti autoctoni Italiani è ovviamente molto più complessa è variegata di quella che ho dipinto io e che varrà la pena approfondire nelle prossime puntate. Rimanete sintonizzati.
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