A un certo punto delle sue innumerevoli intraprese, Vicenzo Florio, intuì che sarebbe stato un delitto lasciare la produzione del Marsala solo agli inglesi. Acquistò così a Marsala un terreno fronte spiaggia, situato fra i bagli Ingham-Whitaker e Woodhouse per costruire la sua cantina, correva l’anno 1833 e finalmente, per la prima volta, il Marsala parlava italiano o, meglio, visto che ancora a quel tempo l’Italia non era ancora Nazione, per lo meno siciliano.

Senza addentrarci troppo nella storia di questo vino, giova ricordare che la sua commercializzazione era iniziata nel 1796, prima con John Woodhouse e successivamente con altri commercianti, sempre arrivati dalla terra di Albione, ovvero Ingham & Whitaker. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, grazie anche alle grandi capacità organizzative dei Florio, unite alla potenza della flotta mercantile di famiglia, il Marsala divenne il vino da dessert più servito sulle tavole della borghesia europea arrivando ad essere esportato anche negli Stati Uniti d’America.

In seguito, con l’acquisto del marchio Woodhouse, Florio divenne il maggior produttore di vino Marsala. La storia ci racconta che, nel corso del Novecento, scelte poco lungimiranti fecero sì che il Marsala arrivasse a un passo dall’oblio. Addirittura, negli anni ’70 del secolo scorso, l’invenzione del Marsala all’uovo, rappresentò una delle scelte più scellerate della storia commerciale di sempre, soprattutto perché il potenziale del vino era enorme, con nulla da invidiare a Porto e Madeira. Quando si tocca il fondo, si sa, ci sono due strade da percorrere; continuare a scavare per soccombere del tutto, oppure rinascere dalle proprie ceneri in tutta la magnificenza possibile. Per fortuna, grazie ad un manipolo di produttori particolarmente sensibili, il Marsala è tornato ad essere vanto dell’enologia italiana.

Uno dei principali artefici di questa risalita è Francesco Intorcia e la sua cantina Heritage. Quasi tre lustri fa, a seguito di ripetuti assaggi di vecchie annate di Marsala nella cantina di famiglia, Francesco Intorcia si rende conto di avere tra le mani un patrimonio dal valore inestimabile. Nel 2010, con la benedizione di papà Antonio, decide di mettere in bottiglia le prime Riserve Intorcia del nuovo corso, reputando la vendemmia 1980 la più adatta per il nuovo progetto che ha in testa. Nasce così il marchio Heritage, che dall’inglese traduciamo con il termine eredità, intesa come patrimonio di una famiglia e di un territorio unico come Marsala. A quel Marsala vendemmia 1980, uscito nelle tipologie Vergine, Dolce e Semisecco ha fatto seguito, per lo stesso millesimo, la Riserva Superiore e successivamente la Superiore 1994, la Vergine e Superiore 2004, la Riserva Superiore 2012 e la Superiore Rubino 2014.

La produzione Heritage comprende anche altri vini importanti e di grande fascino come il gioiellino Vignemie da uve grillo in purezza. Ho avuto il privilegio di assaggiarlo in verticale, sette annate, 2022, 2021, 2020, 2019, 2018, 2017. Il Vignemie sorprende per profondità e sapidità, con una ottima capacità di evolvere in complessità con il passare degli anni. Poi c’è il Vigna di Maestranza 2019, sempre da uve grillo, che a differenza del Vignemie fa un passaggio in piccoli barili di rovere di Slavonia. Elegante ed espressivo, si colloca senza dubbio tra i grandi bianchi italiani.

Non si possono dimenticare il Vino Bianco Pre British Metodo Perpetuo Tradizionale e i Marsala Underwater. Grazie alla partnership con Jamin Portofino, nel 2023 è uscita sul mercato una preziosa e limitata collezione composta dal Marsala Vergine Riserva 1980, dal Marsala Superiore Oro 2014 e dal Pre British Heritage, tutti sottoposti ad affinamento subacqueo. I Marsala Underwater, rispetto ai cantinati sono più intensi nei profumi, dotati di una finezza e rotondità al palato davvero unica.

Francesco Intorcia non ha solo il merito di aver contribuito al rilancio del Marsala, ma è stato il vignaiolo che per primo ha saputo dare a quel nettare nuove e più ampie prospettive, soprattutto negli abbinamenti, ed è qui che sta il vero colpo di genio. Con la collaborazione dello Chef Peppe Agliano ha trovato un connubio stupefacente in abbinamento con il finger food: Pane Nero di Castelvetrano con burro di bufala e aringa, bombette di tonno crudo con caprino e cipolla caramellata, tanto per fare qualche esempio. Mentre con il mago del gelato gourmet Stefano Guizzetti (Ciocco Lab) ha lavorato sugli abbinamenti con il gelato salato.

A prima vista ci si muove su piani destabilizzanti ma poi le armonie che si creano nell’abbinamento del Marsala con il gelato di burro ed acciughe, colatura, pane di Tuminia, oppure con il sorbetto ai peperoni bruciati, tortelletta salata, bagna cauda e spuma di robiola, oppure ancora con il sorbetto di pulled pork, buns all’olio, salsa coleslaw e senape al miele, ci fanno dimenticare la noia e godere all’inverosimile. Non è finita, c’è la Mixology. Qui entra in gioco il Bar Manager Roberto Tranchida che tra un Negroni Heritage (Marsala Ambra Semisecco, liquore arance amare, bitter e London dry gin) uno Scent of Sicily (Marsala Superiore Oro, London Dry Gin, succo di pompelmo rosa, succo di limone e sciroppo di lamponi) e almeno altre otto preparazioni, colloca il Marsala in una nuova dimensione, reiventando cocktail con l’aggiunta di una parte di sicilianità.

In definitiva credo che Francesco Intorcia con il suo dream team stia giocando un ruolo determinante per il rilancio del Marsala, sdoganandolo dalla monotona consuetudine del vino da meditazione e facendolo riscoprire quale vino di grande classe, compagno di abbinamenti inusuali, innovativi, ma soprattutto unici. A garantire un futuro solido a questo grande vino ci penserà il rinato Consorzio di tutela unitamente alla rinascita della Doc Marsala che vedrà la tutela e valorizzazione dei territori vocati alla produzione di vino Marsala, vista anche l’importante modifica del disciplinare di produzione, con l’inserimento della menzione unità geografica aggiuntiva “Sicilia”, al fine di dare ancora più lustro marchio “Marsala” nel mondo.
Francesco Intorcia spilla dalla botte il Marsala Vintage 1980 riserva
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