
In questa situazione italiana di perenne immobilismo che si abbatte in ogni settore, anche il mondo del vino non può esserne indenne. Si veda l’esempio degli Oscar del vino 2013 di Bibenda, dove le nomination sono in sostanza le stesse di vent’anni fa. La staticità è anche spesso prerogativa di alcune patinate riviste che si occupano di vino e proprio su una di queste, a commento dell’eccellenza di un famosissimo e blasonatissimo Franciacorta, ho letto queste parole: “…esemplare la citazione di Robert Parker… l’unica bollicina d’Italia che può tenere testa agli Champagne”. È mai possibile che tra addetti ai lavori (super esperti) si ragioni ancora sul confronto tra Champagne e Franciacorta? Non trovate che le parole del guru americano siano di una banalità impressionante? A che Champagne ci riferiamo per il confronto, a tutti? Il paragone vale dal Krug – Clos du Mesnil agli Champagne venduti nella Grande Distribuzione Organizzata a 13 euro a bottiglia? Capisco le motivazioni commerciali ma non credo che con affermazioni del genere si faccia un buon servizio al metodo classico italiano, visto che parliamo di riviste che hanno credito e seguito notevoli. È mai possibile che non si possa bere in santa pace un Collezione Esclusiva Giovanni Cavalleri, un QdE de Il Mosnel, una Riserva d’Antan de La Scolca, una Riserva Nobile D’Araprì oppure Madame Martis di Maso Martis, tanto per citare le prime che mi vengono in mente, senza sensi di colpa né sudditanza psicologica? È possibile, nel 2013 prendere ancora per oro colato tutto quello che dice Robert Parker?
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